The Good Wife7×15 Targets

L’avevamo chiamata. La mitica Elsbeth Tascioni è tornata a far capolino a The Good Wife, in un episodio, questo Targets, in cui ritroviamo anche Marissa Gold e i ragazzi dell’NSA, in cui si parla di terrorismo e di ISIS e in cui finalmente la sceneggiatura riserva una gioia per Alicia. Avessi già letto questa sinossi prima ancora […]

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L’avevamo chiamata. La mitica Elsbeth Tascioni è tornata a far capolino a The Good Wife, in un episodio, questo Targets, in cui ritroviamo anche Marissa Gold e i ragazzi dell’NSA, in cui si parla di terrorismo e di ISIS e in cui finalmente la sceneggiatura riserva una gioia per Alicia. Avessi già letto questa sinossi prima ancora di vedere l’episodio, avrei già messo cinque porcamiseria d’ufficio.

The Good Wife 7x15 Targets recensione

Il personaggio interpretato da Carrie Preston torna in scena per aiutare Eli a Peter a capire le cause che hanno portato l’FBI a investigare sul Governatore e su tutti coloro che gli gravitano intorno. Tra nuove stranezze e valanghe di post-it, le indagini portano Elsbeth a ritirarsi dall’incarico per via di un conflitto d’interessi e lasciare così il posto al suo ex, Michael Tascioni, perfetta controparte dello strambo avvocato. La coppia fa davvero scintille in tutte le scene d’ensemble e Alan Cumming è una perfetta spalla per il duo. Ancora una volta è da lodare il lavoro fatto sulle caratterizzazioni delle guest star, mai banali, capaci spesso e volentieri di rubare le scene al cast regolare. Naturalmente rivediamo con piacere anche Marissa Gold che col solito sarcasmo ci strappa più di una risata:

Marissa a Eli: So, you don’t want to hire me for anything, but that’s your lawyer?

La presenza di Elsbeth Tascioni e il suo campionario di stranezze non deve però trarre in inganno: anche in questo episodio c’è da riflettere su temi di scottante attualità.

The Good Wife 7x15 Targets recensione

Chiamata come consulente esterno del Pentagono, Alicia è chiamata a fornire il suo parere legale circa l’opportunità di assassinare un noto reclutatore di ISIS di origini americane. Nonostante sembri un po’ azzardata in termini di verosimiglianza, chiaramente questa è una storyline che mira a toccare le corde dello spettatore, a farlo ragionare sull’inevitabile dicotomia tra l’istinto di sopravvivenza di un popolo minacciato dal terrorismo e la ragione per cui ogni cittadino americano ha diritto ad un giusto processo. Il tutto, intriso da un senso di relativismo – pareri completamente ribaltati una volta nota l’origine del reclutatore – , pragmatismo e l’arbitrarietà delle leggi marziali che abbiamo già avuto modo di conoscere in questi sette anni di The Good Wife. E se il tema di per sé non fosse già sufficiente, tocca alla forza delle parole proferite nella tavola rotonda cui siede Alicia, il compito di scuotere le coscienze:

Once we do that, what’s next? Targeting imams, college professors?

When they advocate violent attacks on Americans, yes.

Then what’s the pushback on Putin when he says he can take out a Ukrainian YouTube star who he claims is an agitator?

If the YouTube star is telling people to go to Paris and shoot up concert halls, I say, “Go, Putin.”

The Good Wife 7x15 Targets recensione

Come se non bastasse, questa storyline è anche un pretesto per rivedere Michael Urie e i ragazzi dell’NSA, il cui lavoro è chiaramente impattato dai recenti avvenimenti che interessano Alicia, ma che appaiono senza dubbio più interessati alla loro personalissima soap opera, fattasi d’un tratto bollente dopo l’amplesso tra Alicia e Jason consumatosi negli uffici della Lockhart/Agos /Lee. Ebbene sì, in una scena dall’alta tensione sessuale, i due finalmente capitolano e Alicia non è più disposta a mollare l’osso in virtù di doveri morali o qualche altra sorta di indecisione. La metafora dell’alcool sostituito adesso da Jason è simbolico di quanto gli eventi abbiano effettivamente colpito Alicia, mettendone ancora chiaramente in luce la debolezza interiore, nonostante il fare sfrontato e civettuolo con cui è decisa a vivere questa nuova relazione.

A far da contorno, come al solito, le vicende dello studio. Dopo la questione razziale, alla Lockhart/Agos/Lee è tempo di gender war, con i forti sospetti di Cary e David Lee riguardo una possibile manovra di Diane nel tentativo di metter su uno studio di sole donne. Tralasciando che si tratta dell’ennesimo plot pescato a caso dal cilindro, la dinamica è utile per permettere a Lucca e Jason di interagire col resto del cast senza una diretta connessione con Alicia. Da segnalare il dialogo tra Jason e Diane ove ovviamente, in pochi fotogrammi, brilla ancora una volta Christine Baranski.

The Good Wife 7x15 Targets recensione

Ancora una volta, un episodio perfetto, sapiente mix di drama, humour ed emozioni, nonostante qualche sbavatura trascurabile. La grandezza del cast, la scrittura mai banale, il gran lavoro sui personaggi sono elementi che non possono essere messi in secondo piano.

The Good Wife pare davvero essere guarito e sembra davvero intenzionato a chiudere col botto. Non possiamo esserne più felici.

5

 

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