Quattro minuti. Per quattro minuti il mondo di Alicia Florrick ci appare così come avremmo voluto per lei da quando l’abbiamo vista la prima volta, avvilita sotto i riflettori accanto a Peter, oppure da quando la possibilità di essere felice le è stata brutalmente strappata con la morte di Will Gardner. Alicia ha messo via tutte le riserve per abbandonarsi finalmente alla passione per Jason in quello che appare essere un weekend di fuoco: sesso bollente certo, ma anche l’intimità e la complicità nel guardare banalmente un programma TV o gustare una pizza in accappatoio. E poi diciamolo, vedere Jeffrey Dean Morgan in un maschissimo accappatoio rosa aprire all’uomo della pizza è tutto.
Il rapporto tra Alicia e Jason non è funzionale unicamente a compiacere i fan e scatenare in loro dozzine di feels (come usano dire i giovani d’oggi) ma mette in evidenza il profondo cambiamento in atto per la nostra protagonista: Jason è l’uomo capace di offrirle protezione senza prevaricazioni, senza sminuirne allo stesso tempo la forza o privarla della sua femminilità. Più di tutto, Jason è l’unico uomo dinanzi al quale Alicia può abbandonare la sua razionalità, un rifugio presso cui recarsi quando sopraffatta dai pensieri. Il benessere datole dall’uomo, così diverso dai precedenti si evince palesemente nel dialogo con Lucca, e non solo per via del lapsus freudiano tra Will e Jason, ma anche dal non sentire più il bisogno di spazzare via i pensieri a sorsi di vino rosso o tequila, mettendo probabilmente fine ad un plot, questo della dipendenza dall’alcool, tirato un po’ per i capelli, seppur gestito ottimamente senza le esasperazioni tipiche del caso.
Alicia: Sex is a good replacement for tequila
Sicuramente la cosa che appare più evidente è che l’episodio è per certi versi l’incoronazione di Jason Crouse a Re del Ballo di fine anno: se come detto, Jason finisce quasi per sostituire Will nel cuore di Alicia, tutta la storyline che lo vede protagonista con Veronica e Owen è quasi la benedizione della famiglia alla loro unione. Le scene d’ensemble, in particolare quelle nella cucina di Alicia, riportano alla mente esilaranti momenti di Brothers&Sisters, richiamandone non solo l’ironia pungente ma anche le dinamiche caratteristiche degli Walker, con un Owen che sembra neanche troppo velatamente “ispirato” al personaggio di Kevin Walker.
Chiaramente The Good Wife non dimentica poi le sue due anime, quella politica e quella legal.
Per Peter è già tempo di Grand Jury, e la prima ad essere interrogata da Will Schuester (con un Matthew Morrison assolutamente non adatto per questo ruolo) è Ruth Eastman. Come spesso accade in The Good Wife, la regia e il ritmo narrativo cambiano a seconda delle storyline. Le circostanze che avvolgono l’intera vicenda di Peter e le indagini dell’FBI sono ignote a noi come ad Alicia e a Eli ma sappiamo anche che si nascondono al di là di quell’aula in cui Ruth è chiamata a deporre.
Con un espediente già utilizzato, lo spettatore riceve i primi pezzi del puzzle origliando letteralmente dalla finestra di areazione del bagno per disabili adiacente l’aula. La deposizione viene dunque fruita alternando le immagini in aula con i goffi tentativi di Eli di sentire meglio, mentre da un punto di vista sonoro la resa è fedele alla circostanza: effetto Doppler, rumori che si accavallano, difficoltà nel mettere a fuoco le parti salienti del l’interrogatorio, con un montaggio che a tratti ricorda l’esperimento condotto in The Sound Of Silence in Grey’s Anatomy. Non è che in fondo se ne capisca poi molto sulle motivazioni che hanno portato alle indagini su Peter se non che è quasi certa la comparsa di un presunto figlio illegittimo di Peter di cui evidentemente è a conoscenza.
Sul fronte legal poche cose ma che delineano chiaramente la direzione futura dello studio: i timori di Cary e David Lee si rivelano fondati e Diane inizia il suo serrato corteggiamento nei confronti di Alicia, di cui riconosce il valore e consegnandole – simbolicamente – l’eredità di Will in termini di partnership. Per un fan di The Good Wife tutto ciò è come un negozio di caramelle, ammettiamolo.
Il finale si avvicina e di episodio in episodio i pezzi sembrano andare a delineare il contesto che farà da sfondo al gran finale che – c’è da scommetterci – non deluderà le nostre aspettative. Per questo Hearing, il cui sottotitolo potrebbe essere “Finalmente una gioia per Alicia”, si sfiora solo l’en plein di porcamiseria, per via delle dinamiche da episodio preparatorio che caratterizzano i plot crime e legal.
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È inutile dire che il tenore dei tweet questa settimana è per lo più tra lo ship selvaggio e lo scompenso ormonale. Noi vorremmo riassumere il tutto così:
I primi 5 minuti di #thegoodwife sono la ricompensa di anni di #mainagioia
— la madre di Monique (@100kgdicaos) March 7, 2016
https://twitter.com/Cesta_di_Tazzo/status/707322642416721924
Andando poi più sul nostalgico…
"He's good. But he's no Will Gardner" due anni di lutto e ancora piango. Diane non mi fare queste cose mai. #TheGoodWife #7×16
— gatorade me, bitch. (@_madetobebroken) March 8, 2016
E infine un occhio alla moda…
https://twitter.com/clairebizarre/status/707557015552446464
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