The Leftovers2×06 Lens

L’innegabile capacità di emozionare lo spettatore attraverso una profonda immersione nella psicologia dei personaggi è da sempre la forza di The Leftovers, ed è anche ciò che fa innalzare la serie ben al di sopra di quasi tutte le altre serie televisive odierne. Il sesto episodio di questa sorprendente seconda stagione, Lens, non fa che […]

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L’innegabile capacità di emozionare lo spettatore attraverso una profonda immersione nella psicologia dei personaggi è da sempre la forza di The Leftovers, ed è anche ciò che fa innalzare la serie ben al di sopra di quasi tutte le altre serie televisive odierne. Il sesto episodio di questa sorprendente seconda stagione, Lens, non fa che confermare questa capacità, e anzi porta ad un livello più profondo l’aspetto psicologico del personaggio forse migliore della serie, Nora Durst, introducendo una nuova teoria sulla dipartita capace di minare le fondamenta di quella apparente sicurezza che Nora si è costruita attraverso mille difficoltà.

La nuova teoria è quella delle lenti, e bussa letteralmente alla porta di Nora sconvolgendo la tranquillità dei due nuclei familiari più movimentati di Jarden. Secondo la sopracitata teoria Nora sarebbe la responsabile della scomparsa di Evie e delle sue due amiche; certe persone infatti fungerebbero da lente d’ingrandimento irradiando onde ultraviolette (o non si sa bene cosa) verso le persone con cui sono a contatto, causandone la dipartita. La reazione iniziale è rabbiosa, Nora scaccia a suon di urla il malcapitato Dr. Cuarto, che non è proprio il massimo in fatto di “human touch”.

The leftovers 2x06 Lens

Qualcosa però inizia a muoversi nella sua coscienza, il sentirsi responsabile per la dipartita delle persone che la circondano non l’aveva mai abbandonata a partire dalla scomparsa dei suoi due figli e di suo marito. Ecco quindi che la seconda reazione è di interessata curiosità, Nora vuole saperne di più, per togliersi definitivamente il peso della responsabilità che adesso sembra essere riaffiorato. La telefonata che riceve da una collega del dott. Cuarto però fuga ogni dubbio: non c’è nessuna base scientifica, nulla a cui Nora possa veramente credere, dietro la teoria degli “scienziati” che le hanno fatto visita. Secondo questi ultimi, infatti, le persone che fungono da lente sarebbero il veicolo del demone Azrael, che si sarebbe impossessato dei loro corpi. La terza reazione è di sollievo, di divertita tranquillità, si tratta delle assurdità di qualche fanatico religioso e nient’altro, in uno strano connubio tra metodo sperimentale e Vaticano. Di fede Nora ne ha poca, a differenza del fratello Matt, e il demone Azrael non la spaventa. Lo spettatore però rimane tra l’inquietato e il divertito, a seconda del suo “schieramento spirituale”: l’atmosfera mistico-religiosa che accompagna la dipartita dall’inizio della serie potrebbe comunque far pensare che non si tratti solo di assurdità. Azrael è l’angelo della morte, e sebbene sia dipinto in maniera diversa a seconda del credo di riferimento, è sempre colui che è responsabile della separazione dell’anima dal corpo.

L’episodio sarebbe in realtà distribuito tra Nora ed Erika Murphy. Anche lei, come Nora dalle responsabiità, scappa da qualcosa: non apre al funzionario della DSD (Department of Sudden Departure), forse per paura, non volendo accettare che sua figlia sia scomparsa definitivamente. Questo la porta ad allontanarsi anche dalle madri delle altre due ragazze, e l’unica persona con cui non la vediamo incazzata è il marito John, che però è a sua volta incazzato col mondo. Dopo essersi lanciata all’inseguimento di un ragazzino – magnifica la scena, scandita dai battiti del suo stesso cuore – scopre che il mittente delle torte di mele è Virgil, allontanato dalla famiglia, e che forse John ha cercato di uccidere in passato. Erika non risparmia anche suo figlio Michael, e non riesce a stare tranquilla neanche alla raccolta fondi per la ricerca delle ragazze, perseguitata dalla scomparsa della figlia. Tutta la sua rabbia e la sua frustrazione esplodono all’arrivo di Jerry e della sua capra rituale. La rassegnazione prende il posto della determinazione, riconosce che sua figlia è dipartita e che non c’è soluzione, né nei riti, né nelle preghiere. Anche in questo caso uno sconforto profondo è emerso in superficie dopo essere stato trattenuto troppo a lungo.

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Erika e Nora hanno seguito un percorso differente, ma sono accomunate dallo stesso sentimento e dalla stessa sensazione di responsabilità verso i dipartiti. L’incontro tra le due, nella parte finale dell’episodio, è una delle scene più intense a cui abbiamo assistito fino ad ora. Merito va alla recitazione di Carrie Coon e Regina King, ma anche ad una regia mai invasiva e soprattutto ad una scrittura calibrata e potente, che sa gestire perfettamente le informazioni riguardo la vicenda e le molte sfaccettature delle personalità coinvolte nella scena. Così veniamo a conoscenza del fatto che Erika stava per lasciare John poco prima della scomparsa di sua figlia (ecco spiegati i soldi nella borsa) tramite il questionario che Nora le sta sottoponendo, nella speranza di capire meglio la nuova tecnica adottata dal DSD; la stessa scena raggiunge un’intensità imprevista quando Erika racconta la storia degli uccelli che regolarmente sotterra e dissotterra nel bosco: qui la rivelazione, più che a livello narrativo, è importante per quanto riguarda l’eterno contrasto tra razionalità e fede che la dipartita del 14 Ottobre ha amplificato nella popolazione. La reazione di Nora è quella che ci si aspetta da una mente fredda come la sua: negare la teoria mistico-miracolosa è facile, la parte difficile arriva quando bisogna fare i conti con la propria dimensione personale. In questa occasione Erika, nella sua rassegnata fede, riesce a distruggere le sicurezze di Nora e a vanificare la sua incursione, che sembra più un suo tentativo di trovare sicurezze contro l’idea di un’altra dipartita che una sincera volontà di consolare la vicina. Nora è sopraffatta da Erika e dalla sua inaspettata capacità di mettere a nudo le angosce che pensava superate, e non può che uscire sconfitta da questa battaglia.

La lotta contro il senso di colpa è senza dubbio il punto focale dell’intera puntata, ma vengono comunque lanciati dei piccoli segnali su altri sviluppi di questa stagione: Nora riceve una telefonata da parte di Laurie, che chiede se ci sono notizie di Tommy mentre fuma preoccupata una sigaretta (!!!); ho idea che scopriremo presto cosa è successo guardando la vicenda dall’altro punto di vista. Nei minuti finali, quanto il trambusto emotivo sembra ormai placarsi, arriva la confessione che non ti aspetti: Kevin parla di Patti a Nora. Si tratta di un passo avanti non da poco, considerando la pazzia del padre di Kevin e il rifiuto del poliziotto a lasciarsi andare ad ogni cosa che non sia razionale. In un certo senso la confessione di Kevin è un passo avanti nello sviluppo del personaggio più radicale di quelli che abbiamo visto con Nora ed Erika; mentre le due donne lottano tra grida, pianti ed emozioni soffocate, con i propri sentimenti, senza comunque venirne a capo, Kevin è completamente sopraffatto dalle sue visioni, e non può far altro che tradire il proprio essere razionale, in cerca di un aiuto dall’esterno, riconoscendo la propria pazzia (o presunta tale).

The leftovers 2x06 Lens

The leftovers ci regala l’ennesimo episodio da incorniciare, colmo di emozioni e lotte tra le emozioni e le coscienze dei personaggi principali. Si trova anche il tempo per una risata, quando ci immaginiamo Patti riprendere Kevin sulle sue capacità di rimozione della carta da parati. L’unica cosa che si può rimproverare è una certa fatica ad ingranare con alcuni meccanismi thriller (un esempio, l’impronta sull’auto delle ragazze, dettaglio affrontato forse troppo marginalmente) che gioverebbero secondo noi alla fruibilità degli episodi, sebbene non siano il focus primario degli autori. Mancano solo quattro episodi alla fine della seconda stagione e ci sono ancora molte cose da dire, forse la narrazione potrebbe essere velocizzata un poco, pur mantenendo i punti di forza che la contraddistinguono. 4 Porcamiseria e mezzo per questo episodio, in una serie che si conferma essere a un passo dalla perfezione; le sassate tra Erika e Nora non rompono solo vetri, ma anche i nostri schermi, offrendoci uno spettacolo vivido ed emozionante, senza filtri, come se fosse proprio davanti ai nostri occhi.

4.5

 

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Qualche Curiosità

  • Nora lancia il sasso verso casa di Erika in un possibile tentativo di rivalsa verso il trattamento riservato a Matt e a Mary. Chi non reagirebbe di fronte alla prepotenza di John, soprattutto visto che ci è andata di mezzo una persona del tutto non autosufficiente?
  • La risposta di Erika ha più interpretazioni: rivalsa, avendo scoperto il colpevole del danno alla sua finestra, oppure gesto di sfogo dopo la sfrontatezza con cui Nora ha voluto “usarla” per ottenere rassicurazioni personali. Forse entrambe le ipotesi sono corrette.
  • Durante la donazione, la donna al banco chiede a Nora di versare denaro tramite PayPal. La sua reazione è singolare, forse le ricorda il momento in cui pagò per la prestazione di Holy Wayne, nella scorsa stagione.
  • L’uomo picchiato da John è il “ricercatore” australiano che abbiamo visto raccogliere acqua dal lago nella 2×01, e con lui abbiamo un nuovo riferimento all’Australia.

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