The Leftovers2×09 Ten Thirteen

La tranquilla cittadina di Jarden, nonostante gli ultimi eventi fuori dall’ordinario, si è ritagliata un posto nel mondo che definire unico è riduttivo: nessuna dipartita, il parco tematico Miracle, la fama di città santa, ma soprattutto l’assenza di culti post-Departure e di Guilty Remnants. La sensazione di stare in un paradiso senza sofferenze è venuta […]

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La tranquilla cittadina di Jarden, nonostante gli ultimi eventi fuori dall’ordinario, si è ritagliata un posto nel mondo che definire unico è riduttivo: nessuna dipartita, il parco tematico Miracle, la fama di città santa, ma soprattutto l’assenza di culti post-Departure e di Guilty Remnants. La sensazione di stare in un paradiso senza sofferenze è venuta gradualmente meno, dall’arrivo della famiglia Garvey nella loro nuova casa, ma mai avremmo potuto immaginare un plot twist così inaspettato e così fuori dai consueti schemi della serie, abituata ai suoi ritmi e ben rodata nel comparto emozionale. Faceva tutto parte del gioco della dipartita e delle incertezze che essa ha alimentato, anche in un luogo sacro come Jarden. Esatto, faceva, perché la mente dietro al grande mistero di questa seconda stagione non è altri che Megan Abbott.

The Leftovers - Recensione - SerialFreaks - 209 - 1

13 Ottobre 2011

Sappiamo ancora poco di Meg, ma iniziamo a capire che la sua discesa/ascesa verso la leadership inizia quando ancora non si sarebbe potuta immaginare la scomparsa nel nulla del 2% della popolazione mondiale. Per l’esattezza siamo ad un giorno prima della Sudden Departure. Il dialogo interrotto con la madre traccia la personale questione irrisolta di Meg e motiva il suo viaggio a Jarden nei mesi successivi: non c’è infatti nessun privilegio a saper dove un tuo caro sia finito, specialmente in quel giorno, poiché di lì a 24 ore la tua tristezza non conterà nulla, di fronte a un’apocalisse in piccola scala.

L’incontro con Isaac è una riflessione sulla fatalità degli eventi e sull’amara ironia di una morte improvvisa, senza frasi poetiche a chiudere in bellezza un’esistenza. Di fronte allo scetticismo di Meg, Isaac dimostra inspiegabilmente di conoscere diversi dettagli relativi alla madre e alle dinamiche di quella giornata di sofferenza, ma sembra inizialmente fermarsi di fronte alla richiesta della donna di sapere cosa la madre le volesse dire prima del tragico evento: saperlo non aiuterà in alcun modo a far sparire il dolore, e non apporterà nulla all’elaborazione della perdita da parte di una donna che, pur non essendo stata coinvolta da vicino dalla Dipartita, è stata brutalmente privata del lutto per la scomparsa di colei che l’ha messa al mondo.

Probabilmente non sapremo mai se Isaac, alla fine, ha riferito a Meg le parole della madre (così come non avremo mai una conferma definitiva delle sue capacità divinatorie), ma la donna è profondamente delusa da Jarden; giunta con la speranza di colmare un vuoto apparentemente insostenibile, si scontra infatti contro la cruda realtà: l’aria non è diversa da altrove, nonostante il tour guidato e le peculiarità del posto, tra la donna in vestito da sposa e pezzi di asfalto crepato e messo in una teca di vetro. Il viaggio, però, le dà occasione di conoscere Evie:

The Leftovers - Recensione - SerialFreaks - 209 - 3

Meg: Knock, knock.
Evie: Who’s there?
Meg: Broken pencil.
Evie: Broken pencil who?
Meg: Never mind, it’s pointless.

Il gioco di parole che Meg insegna a Evie è già stato citato nel primo episodio della stagione, ed è uno di quei dettagli che, col senno di poi, svela i sottili contatti tra i personaggi, un filo invisibile che si riesce ad afferrare solo dopo l’episodio, in preda alle domande sul come e sul perché le tre ragazze siano diventate poi Guilty Remnants. Ciò che è forse più chiaro, invece, è che il suono del grillo simbolo universale di silenzio e metafora del modus operandi dei Guilty Remnants – che tanto fece impazzire John nella premiere di questa stagione, non era altro che il suono del cellulare (o uno dei cellulari) che Evie utilizzava per mettersi in contatto con Meg, e questo è il motivo per cui nello stesso episodio il suono del “grillo” ha cessato proprio la notte dell’uscita di casa della ragazza.

Arrivati a questo punto, qualcosa di perverso inizia a muoversi in Meg appena prima di lasciare la città: il suo sputare a terra ha l’aria di un insulto a un luogo troppo mediocre per non essere intaccato dalla sofferenza e dallo smarrimento che infestano tutto il resto del pianeta.

Guilty Remnants Revisited

Il culto più diffuso nell’era post-Departure sta andando incontro a rinnovamenti e scissioni preoccupanti, dopo la scalata al potere di Meg. I metodi silenziosamente invasivi delle origini peccano di inefficacia sul lungo periodo, tanto da portare una fetta dei living reminders a compiere azioni perfettamente paragonabili ad atti di terrorismo. La granata – forse finta, forse inesplosa – gettata sull’autobus ci porta bruscamente a questa realtà e ci lascia a bocca aperta, come curiosa risulta la rottura del voto di silenzio, orgogliosamente rivendicata da Meg.

È lo specchio di una qualunque forma di religione durante la storia: la dottrina e i dogmi possono cambiare ed essere soggetti ad interpretazioni, gli scismi sono parte eventuale ma naturale di ogni culto affermato, come anche gli inquietanti estremismi. In contrapposizione, come fosse una guerra di religione, Tom e i suoi abbracci terapeutici, una minaccia da sventare, a causa della sua capacità di alleviare la sofferenza che il mondo ha il dovere costante di ricordare.

The Leftovers - Recensione - SerialFreaks - 209 - 4

Meg svolge egregiamente la sua missione, instilla il dubbio nel nuovo santone, facendo leva sul vuoto interiore che prova chi dispensa benessere ma non ne riceve più per sé. La rottura di Tom con Laurie porta il ragazzo a conoscere da vicino questa frangia estremista dei Guilty Remnants, Meg gli è entrata in testa dal giorno della sua traumatica violenza, lo ha fecondato con dubbi e perplessità.

Tom: Why did you fuck me?
Meg: […] To get you pregnant.

Ritorno a Jarden

Tutto converge nella città miracolosa, l’unico posto inespugnabile dai Guilty Remnants, risparmiato e privo di sofferenza, o meglio, privo della stessa sofferenza del resto del mondo. Lo scambio di battute con Matt è in realtà una dichiarazione di guerra, l’aria è tesa, e la dote di The Leftovers di immergerci fino alla punta dei capelli nelle emozioni dei personaggi è al suo apice proprio durante questi minuti

Meg: There must be somewhere that the Guilty Remnant wouldn’t work, you know? Because in order to get someone to join them, that person needs to be in pain.
And the people on the other side of that bridge, Matt, they were spared. They’re just not suffering like the rest of us are.

Matt agisce da living reminder per Meg, le riporta alla mente il loro scontro, seguendo la stessa logica del gruppo di cui la donna fa parte, in un affascinante sorta di scambio di ruoli.
La leader dei Guilty Remnants porterà più scompiglio di quanto già non ne avesse portato la famiglia Garvey, con l’aiuto delle tre ragazze scomparse all’inizio della stagione e riapparse negli ultimi secondi, in un colpo di scena insospettabile e imprevedibile. L’obiettivo è dichiarato: distruggere il miracolo di Jarden.

The Leftovers - Recensione - SerialFreaks - 209 - 5

La ricomparsa di Evie e delle sue amiche è un evento di portata paragonabile del viaggio di Kevin in International Assassin, è quel tassello mancante per la chiave di lettura di questa stagione di The Leftovers. In un secondo viene demolita ogni teoria sulla seconda dipartita, ogni paranoia di Nora e il suo terrore di essere una “lente“, ogni metodo scientifico o responso basato sui questionari del DSD, e la memoria va all’orange sticker tolto dalla facciata della casa dei Murphy. L’unico e solo evento inspiegabile, nuovo e sconvolgente è stata la Dipartita (o la mancata dipartita a Jarden), le capacità sensitive e divinatorie di alcuni dei personaggi appartengono e apparterranno sempre a quella parte di mondo totalmente indipendente dal cataclisma del 14 ottobre. Pochi frame sono sufficienti a ricatapultarci a ritroso lungo tutta la stagione, rivisitare le nostre congetture e affrontare nuovamente tutti i sentimenti provati nei confronti dei protagonisti. In un mondo come quello dopo la Sudden Departure, anche il più diabolico dei piani è viziato da sospetti di misticismo, e in questo ci siamo caduti con tutte le scarpe.

Di parole di encomio nei confronti di The Leftovers, – anche e soprattutto di questa stagione – ne sono state spese a iosa. Desidero pertanto non ripetere l’ovvio, perché un’opera televisiva così maestosa ormai parla da sola, ma in un suo meraviglioso linguaggio in codice.

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Plot Twist, Indizi e Sospetti

Diciamocelo, la domanda che ci attanaglia da quando è finito l’episodio è una sola, tra le tante riflessioni: come abbiamo fatto a non capirlo?

The Leftovers - Recensione - SerialFreaks - 209 - 6

Lindelof ce l’ha messa tutta nella costruzione degli episodi per non farci sospettare assolutamente di nulla – consigliamo per i più appassionati la sua illuminante intervista su Variety. Col senno di poi alcuni dettagli diventano improvvisamente fondamentali:

  • La notte della scomparsa, Evie e le sue amiche vanno via in auto salutando tranquille e felici. Momenti dopo, nell’abitacolo, rimangono in assoluto silenzio.
  • Le ragazze intonano i canti dedicati a Miracle in tono seccato, come a sfottere la valenza data dagli altri abitanti alla cittadina.
  • In questo episodio vi è la prova delle inclinazioni di Evie: citando la frase del padre, “There’s no miracle in Miracle”.
  • Evie non prende appositamente i medicinali contro l’epilessia, probabilmente per crearsi una scorta nel periodo di permanenza nei Guilty Remnants; il suo attacco improvviso nel primo episodio ha un’importante valenza nel far credere a tutti la teoria della seconda Dipartita.

Ciò che rimane sono domande e congetture, anche queste basate su alcuni fugaci dettagli: potremo finalmente scoprire il contenuto della scatola verde che Evie ha regalato al padre per il suo compleanno, ma soprattutto c’è il sospetto che la fine che faranno le ragazze sarà brutta, ma volontaria, in pieno spirito Gladys: nel viaggio di Kevin sul ponte di Jarden si vedono tre corde da impiccagione. Sarà solo un caso?

Dite la vostra nei commenti, e seguiteci su Facebook e Twitter. Avete visto altri indizi a posteriori? Cosa pensate che accadrà alle ragazze? Cosa vi ha suscitato questo episodio?


 

Tweet unanimi nel definire questo episodio, senza ombra di dubbio!

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