The Leftovers sceglie Garvey Sr. per raccontare questo episodio, interamente ambientato in Australia e pieno zeppo di spiritualità e segni del destino. La mitologia della serie viene arricchita particolarmente dal punto di vista del “profeta” della famiglia Garvey, e per lui tutto parte dal suo arrivo tra villaggi e comunità aborigene.
La scelta di utilizzare un personaggio così marginale, perlomeno in termini di tempo a lui dedicato finora nella serie, è sicuramente un rischio, rinunciando a personaggi più famigliari come Nora, Matt o Kevin – soprattutto perché siamo davvero agli sgoccioli -, ma è un rischio che in una certa misura ripaga lo spettatore.
Le connessioni tra la continua serie di sfighe di Garvey Sr. e le avventure ultraterrene passate di Garvey Jr sono ora rese palesi: il collegamento principale è all’episodio cardine “International Assassin”, rimandando specialmente al Va Pensiero di Verdi, colonna sonora sia dell’assurdo viaggio di Kevin che dell’opera a cui assiste Garvey Sr. a teatro.
L’aspetto più interessante di “Crazy Whitefella Thinking”, al di là dei rimandi al passato, è la percezione di quelli che, sotto normali condizioni, sarebbero semplici deliri di un vecchio pazzo, come peraltro dice il titolo. Nel mondo post-Dipartita – o rapture, usando i termini biblici cari a Grace e Matt – il curioso viaggio fatto di “coincidenze” di Garvey Sr. appare persino verosimile: assistiamo inebetiti come l’aborigeno Christopher Sunday al racconto, persuasi persino del fatto che la sua ricerca e registrazione dei riti aborigeni abbia reale fondamento.
Garvey Sr. racconta una storia piena di coincidenze, ma anche tutto l’episodio in sé ne è ricolmo. Tutto è incidentale, specialmente dal momento della fatale morte di Christopher in poi, passando per il morso del serpente, fino al provvidenziale – una parola che vi fa un vistoso l’occhiolino – incontro con Grace, con al centro il patriarca dei Garvey che assolve il ruolo del profeta vagante, in attesa di un segno che forse arriverà solo con l’arrivo di Kevin. Con questo non diciamo che non meriti un suo spazio nel “sequel della Bibbia”, dando credito alle sue lamentele con Matt, ma di certo non è credibile come protagonista e salvatore del mondo, non quanto Kevin.
Incontriamo infine Grace, vista in chiusura di “Don’t Be Ridiculous”, e comprendiamo come sia arrivata all’uccisione dello sfortunato omonimo del giovane Garvey. Il suo comportamento è sintomatico di una disperazione mai domata, una ricerca spasmodica di segnali e risposte che accomuna i protagonisti del dialogo logorante in coda a questo episodio di The Leftovers. La testimonianza di Grace è una delle più devastanti sentite finora, eppure entrambi in questo incontro fortuito trovano forse il segno che stavano cercando.
Nonostante la relativa marginalità Garvey Sr. nella serie, questo episodio di The Leftovers coglie nel segno al pari dei precedenti. A penalizzarlo è forse l’incedere lento della trama, e la sensazione che qualche minuto in meno avrebbe reso l’esperienza di “Crazy Whitefella Thinking” impeccabile come quella degli episodi passati. 4.5 Porcamiseria su 5.
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Alcune Osservazioni
- Non è ancora chiaro cosa colleghi direttamente Matt e Kevin Sr., né come proprio lui sia stato scelto come destinatario della nuova Bibbia. Non resta che aspettare di sentire la prospettiva del reverendo.
- Durante l’ultima, breve telefonata tra i due, Matt appare particolarmente affaticato.
- “We apologized for that!”. Questa frase dell’impiegata con cui parla Kevin Sr. si riferisce alla storica dichiarazione ufficiale del primo ministro australiano Kevin Rudd del 2008, in cui le autorità hanno ufficialmente chiesto scusa per i metodi di segregazione applicati nei confronti degli aborigeni.
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