É difficile da credere, ma la separazione di Joe e Juliana è avvenuta rapidamente, con i nostri protagonisti tornati alle loro rispettive città. Le loro vite però non sono più la stesse, e le loro azioni, condizionate dal misterioso The Man in the High Castle, hanno gravato enormemente sull’esistenza della loro cerchia di amici e parenti, e con ogni probabilità le cose andranno sempre più complicandosi: vediamo insieme cosa è successo.
Three Monkeys
V-Day: il giorno in cui i nazisti celebrano la conquista degli Stati Uniti d’America. Solo i nazisti pero: i giapponesi, pur alleati e partecipi nella vittoria, educatamente se ne fregano, ignorando l’evento. La festa nazista mette dunque in evidenza quanto siano intense le tensioni tra Giappone e Germania, le cui relazioni sono state freddamente aggravate dall’attentato al Principe imperiale. L’episodio è diviso sempre in due parti, con l’intreccio parallelo degli intrighi spionistici.
Juliana ha ottenuto il lavoro negli uffici amministrativi, non senza un po’ di incredulità. Tagomi-san ha bisogno di una “faccia bianca” per servire il cha e rendere più gradevoli gli incontri di lavoro – non dimentichiamoci che è pur sempre il Ministro del Commercio. Juliana è apparentemente remissiva, ma tiene bene alzate le antenne per carpire informazioni sul misterioso film. Decide inoltre di non dire né alla madre – forte antagonista dei giaps – né a Frank del suo nuovo lavoro, e questo non fa che inasprire il precario rapporto tra i due, dopo il ritorno a casa.
We are only as happy as they allow us to be
Con questa frase Juliana cerca di spiegare il suo continuo appellarsi all’importanza della rivoluzione, e al suo bisogno di cercare risposte sulla morte di Trudy e sul misterioso film. Frank non è per niente d’accordo, anche perché la Kempeitai gli sta col fiato sul collo. Juliana, dal viso docile e dall’espressione sempre un po’ malinconica, è in realtà determinata – per non dire egoista e impulsiva -, e Frank è veramente in pericolo: l’ispettore Kido è sulle tracce dei bossoli, e arriva al negozio di antiquariato di Robert, che si inventa una balla abbastanza sospetta. Kido ispeziona poi anche la fabbrica di armi dove lavora Frank, che fugge dalla porta sul retro: l’ispettore lo vede, ma lo lascia andare.
Le discussioni tra Frank e Juliana si fanno sempre più accese e drammatiche, e capiamo subito quanto lui sia insicuro quando lei rivela di aver commesso un omicidio nel suo viaggio nella zona neutrale, con l’aiuto di un uomo: Frank infatti è più innervosito a causa della gelosia nei confronti di Joe, che per il fatto stesso che la fidanzata abbia scaraventato un tizio giù da una diga. Lasciando l’appartamento, Frank si dirige dall’uomo incontrato al funerale della sorella, che scopriamo essere ebreo praticante: durante la preghiera, in un momento molto mistico e surreale, Frank scoppia a piangere, emozionato al pensiero della sorella e dei due nipoti uccisi dalla Kempeitai. La scena è veramente toccante: applausi.
Nel frattempo Joe si presenta a casa Smith, dove l’Obergruppenführer manifesta il suo lato più americano e patriottico: di nuovo abbiamo la moglie Helen vestita impeccabilmente, le due bimbe educate e il figlio modello, di cui Smith va più che fiero. C’è però un ospite inatteso: Rudolph Wegener che, arrivato da San Francisco, ha perso l’aereo per tornare sano e salvo in Germania; Wegener è un vecchio amico dell’Obergruppenfürer: arrivati insieme a Joe in aeroporto, questi lo riconosce e lo obbliga convince a partecipare alle partecipazioni del V-day. Wegener e Smith discutono sui disgustosi mezzi usati dai nazisti durante la guerra, e sulla atrocità commesse uccidendo milioni di esseri umani: siamo sicuri di vivere in un mondo migliore?
l’Obergruppenführer conosce già tutti i retroscena del piano spionistico di Wegener – la consegna dei piani per creare la bomba atomica al Ministro della Scienza giapponese – e chiede un parere circa il comportamento da adottare a Joe, che gli consiglia di farlo arrestare. A proposito di fiducia, Joe predica bene ma razzola male: curioso come una scimmia, cerca di impossessarsi del file sul film The Grasshopper che l’Obergruppenfürer ha portato nel suo ufficio. Il tutto si rivela una trappola: il file contiene solo fogli bianchi, e Joe è colto con le mani nel sacco. La tensione cresce, e temiamo per la vita del nostro protagonista, visto che i nazisti ci mettono veramente poco a ficcarti una pallottola nel cranio.
Juliana scopre nel frattempo che il nome scritto sul biglietto da visita non è quello di una persona, grazie all’aiuto della neo collega Catherine (Amy Okuda, la Catherine Hapstall di How to Get Away with Murder): trattasi piuttosto del nome di una delle stanze all’interno dell’edificio dove lavora.
Trovata la stanza, fa una scoperta sconcertante: decine di impiegati ascoltano le conversazioni telefoniche dei cittadini ignari, alla ricerca di potenziali informazioni, in totale stile Grande Fratello. Ma lo shock non finisce qui: Arnold, il padre di Trudy, teoricamente impiegato alle poste, è invece nella stanza dei bottoni di questo dipartimento-spia.
Due colpi di scena che spiazzano. È possibile che Arnold sia implicato nella morte della propria figlia? E inoltre, Joe è stato colto in flagrante, con il sospetto del tradimento, dall’uomo più pericoloso del continente.
Insomma, l’episodio è una grande prova di recitazione per tutto il cast, e i cliffhanger di Three Monkeys ci spingono automaticamente a passare all’episodio successivo.
Truth
Con questo episodio è giunto il momento di dire la verità, the Truth.
Iniziamo da Joe, che se la deve vedere con un John Smith deluso ma determinato a conoscere TUTTO quello che è realmente accaduto a Canon City, e soprattutto il ruolo di Juliana: il ritratto a matita non lascia dubbi sulle gravi omissioni di Joe, che decide di vuotare il sacco, visibilmente impaurito della fine che potrebbe fare. Ammette quindi di provare qualcosa per Juliana – era ora – e di averla protetta, inscenandone la morte. L’Obergruppenfürer decide di usare Juliana come pedina per ottenere il nuovo film, obbligando Joe a ricontattarla.
Un’altra verità è quella di Frank, che confessa a Juliana di aver pianificato l’uccisione del Principe, ma di non essere riuscito a sparare, un po’ perché turbato dallo sguardo innocente di un bambino, un po’ perché, durante i ripensamenti, qualcun altro ha fatto fuoco. Juliana rivela a Frank la scoperta circa il vero lavoro del patrigno: sconcertati, ragionano su come il mondo in cui vivono si mostri come un luogo orribile e senza futuro, dove non ci si può fidare di nessuno.
La difficile elaborazione psicologica della morte della sorella, probabilmente non ancora realmente affrontata causa tutti i casini affrontati fino ad ora, si ripropone a Juliana addirittura attraverso delle allucinazioni, in cui crede di vedere Trudy al mercato. Ma non è così: una volta affrontato il patrigno, che ci dimostra con sentita convinzione quanto sia all’oscuro del reale destino della figlia, Juliana arriva alla conferma della verità, che forse negava a sé stessa, nella speranza di immaginare l’amata sorellina in salvo con il fidanzato nella zona neutrale.
Tagomi-san, che l’ha presa in simpatia, le rivela dove andare a cercarne il corpo. La scoperta è agghiacciante, e siamo con Juliana quando capisce di essere di fronte ad una orribile fossa comune, dove i cadaveri sono stati gettati senza nessuna dignità, senza nemmeno della terra a nasconderli: il tanfo di morte, le mosche, il disgusto che ti fa retrocedere e il bisogno di individuare la sorella, per porre fine al tormento, danno vita ad una delle scene più forti di tutta la serie.
Only with the truth we can move forward
C’è un altro colpo di scena però: Joe ha una famiglia. Al suo ritorno a casa infatti ci sono un bambino che lo abbraccia come fosse un padre – anche se capiamo dai dialoghi che probabilmente non lo è – e una donna: la sorella, la compagna, non si sa. Scopriamo quindi il punto debole di Joe, che fino a pochi minuti prima ci appariva solo al mondo. Obbligato dall’Obergruppenführer, che minaccia velatamente la sicurezza della famiglia appena svelata, Joe si mette in contatto telefonico con Juliana cercando di ottenere informazioni sul misterioso nuovo film di The Man in the High Castle. Juliana si insospettisce, e riaggancia.
Assistiamo in questo episodio al coinvolgimento di Robert, l’antiquario, e dei coniugi Tanaka: la ricca coppia giapponese invita senza un apparente motivo l’antiquario, che è oggettivamente un po’ pirla. Robert è onorato dall’invito, ma pur cercando di essere il più possibile rispettoso, cade in gaffes tremende e addirittura razziste. I Tanaka non ricambiano la cortesia di accettare un nuovo invito, e Robert si vendica dello sgarbo ingaggiando Frank commissionandogli dei pezzi finti da vendere ai detestabili giaps. Non sono sicuro quanto sia utile questo miniplot, ma dò fiducia a The Man in the High Castle, e soprattutto a questo episodio che rivela con eleganza dei dettagli fondamentali, che vanno ad incastrarsi ancora misteriosamente lungo il prosieguo della serie.
Truth, verità che ci lasciano col fiato sospeso, soprattutto nell’ultima scena in cui Joe compare alle spalle di Juliana. Non possiamo che dare un voto di 4 PorcaMiseria e mezzo su 5 a questo episodio: unica ombra, l’intervento di Robert in casa Tanaka, che forse poteva essere ridotto ad una semplice truffa senza tutti questi rancori.
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