The X-Files10×03 Mulder & Scully Meet the Were-Monster

Questa nuova mini-stagione di The X-Files è una sorpresa. Abbandona la pretesa di ricalcare il passato (ma sappiamo benissimo che di easter eggs ce ne sono parecchi), tocca e rimaneggia il concetto cardine “la verità è là fuori”, non ignora, anzi serve a complemento della trama e dei nuovi casi l’avanzamento tecnologico e la caduta del […]

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Questa nuova mini-stagione di The X-Files è una sorpresa. Abbandona la pretesa di ricalcare il passato (ma sappiamo benissimo che di easter eggs ce ne sono parecchi), tocca e rimaneggia il concetto cardine “la verità è là fuori”, non ignora, anzi serve a complemento della trama e dei nuovi casi l’avanzamento tecnologico e la caduta del velo di malizia data dall’utilizzo di massa di Internet. Gli agenti Mulder e Scully si contaminano a vicenda come e più di prima, in questo “nuovo mondo” in cui sembra sempre più comodo essere scettici, lasciandosi alle spalle alieni e creature disumane varie ed eventuali.

Trasformazioni Narrative

Gran parte dei vecchi spettatori, soprattutto quelli che hanno vissuto gli anni di gloria di X-Files quando erano ragazzini o poco più, vivranno 45 minuti accompagnati dalla strana sensazione di non stare assistendo a un episodio come gli altri, e  da un sentore, forse minimamente paragonabile al sommovimento metamorfico dell’uomo-rettile Guy – no, non è un rettile, non dobbiamo essere razzisti – che manchi qualcosa di caratteristico.

In questo episodio infatti non c’è il brivido, non ci sono né la tensione né l’inquietudine, c’è anzi quasi una traccia di parodia di ogni suo aspetto, dalla scrittura alla regia. Diverse interazioni rimarcano ed evidenziano un approccio decisamente ironico alla mostruosità, tra battute sarcastiche e monologhi di Mulder a cui Scully può rispondere solo con espressioni facciali da screenshot immediato.

X-Files 1003 - Recensione SerialFreaks - 4

Il cambio di tonalità, a valle di un episodio che scivola via senza alcun intoppo, è senza ombra di dubbio efficace, riesce a catturare e intrattenere lo spettatore al pari delle più celebri atmosfere inquietanti dei tempi passati. L’accento è proprio su quel più celebri, poiché chi associa automaticamente X-Files a situazioni e fotografia da brivido non ha ovviamente torto, ma può aver dimenticato o non aver del tutto captato l’ironia di fondo di diversi episodi delle vecchie stagioni.

Il Monster of the Week stesso è indubbiamente ridimensionato in termini di capacità di incutere timore, seguendo il nuovo corso della serie volto a minimizzare la pericolosità di ogni potenziale creatura non umana, mentre Mulder viene nuovamente a patti con la realtà: interi fascicoli sono stati declassati da X-Files a goliardate tra matricole, e la strada per il superamento dell’incredulità è in parte in salita, tra testimoni sotto effetto di sostanze psicotrope che non aiutano a fare chiarezza – per i fan di RuPaul’s Drag Race: sì, è Shangela!

Il soggiorno al motel incrina gli scetticismi, mentre il sospetto che non siano solamente i deliri di un albergatore voyeur inizia ad insinuarsi nella mente di Mulder. Gli agenti lavorano bene anche separati, ma si nota puntualmente come senza l’apporto razionale di Scully le elucubrazioni di Mulder siano in caduta libera.

Were-Human

Di primo acchito potrebbe trattarsi del solito caso di mutante che terrorizza e ammazza la gente nei boschi. Si viene portati a crederlo, almeno fino a metà dell’episodio, e quando la storia di Guy viene lentamente raccontata si è talmente assuefatti al cliché della creatura mannara che la possibilità di una mutazione al contrario sia quantomeno poco plausibile.

X-Files 1003 - Recensione SerialFreaks - 2

Il racconto di Guy di per sé è esilarante, ma il sottotesto assolutamente non velato è quella scintilla che lo rende qualcosa di più di una semplice storia. Si passa dall’impulsiva ricerca di un lavoro alla apparente contraddizione dell’odio verso di esso, una volta arrivati al porto sicuro. Si attraversa ironicamente la debolezza umana e le bugie sotto le quali seppelliamo parti del nostro vissuto, anche quelle di natura sessuale – la sequenza porno-parodistica nel negozio di Guy è oro puro e l’amore per Gillian Anderson raggiunge vette finora inesplorate.

L’abbondanza di dettagli così facilmente correlabili al carattere umano e la versione esasperata della condizione vissuta dalla creatura danno una nuova chiave di lettura alla parola “mostro”. Alla fine chi o cosa è il mostro? È l’umano? È la creatura? Forse, molto più semplicemente, o lo sono entrambi, o non lo è nessuno dei due, e vi è solo un sottile punto di contatto tra le due realtà, da ricercare nell’ultima, semplice stretta di mano tra Mulder e Guy.

La dualità del concetto di mostro rappresenta per questo motivo il punto focale dell’episodio – a ben vedere, la risoluzione del caso non apporta riflessioni che non erano già state fatte – specialmente confrontando il punto di vista dell’albergatore e quello di Guy: per il primo il mostro è la creatura, e l’unica mutazione concepibile è quella da umano a “rettile”; per il secondo è la condizione umana ad essere mostruosa, incoerente e insopportabile.

“Mulder & Scully Meet the Were-Monster” è un episodio dai toni smorzati e autoironici, ma in grado di intrattenere, divertire e dare nuova linfa vitale a concetti e tematiche già abbondantemente esplorate. Gli scettici dell’ultima ora, e soprattutto i più critici durante la première, magari saranno finalmente convinti del ritorno di M&S, e del fatto che non tutti i comeback vengano per nuocere. Anche in questo senso, la verità è là fuori, basterà solo aspettare un paio di settimane.

5

Easter Eggs

Tra i tanti rimandi al passato, vogliamo evidenziarne alcuni particolarmente significativi:

  • Il riferimento all’immortalità di Scully riprende l’episodio 3×04 “Clyde Bruckman’s Final Repose”, in cui il personaggio in grado di predire il futuro delle persone sosterrà questa tesi nei riguardi dell’agente. La battuta di Scully già di per sé fa sorridere chi non ha visto le vecchie stagioni, ma dà qualcosa in più a chi ricorda questo episodio.
  • Le lapidi nel cimitero riportano i nomi di Kim Manners, regista di parecchi episodi delle stagioni passate, e di Jack Hardy, assistente alla regia del secondo film di X-Files: I Want to Believe.
  • Gli Speedo rossi che indossa Mulder nel motel sono un riferimento all’episodio 2×05 “Duane Barry”, in cui si vede uscire l’agente dalla vasca della piscina con lo stesso modello di costume. Questi messaggi subliminali!

 

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