Vikings3×03 Warrior’s Fate

La terza puntata di Vikings continua praticamente da dove l’avevamo lasciata, come fosse un cambio sequenza. Siamo infatti a Kattegat, dove Helga accoglie lo straniero dalle mani insanguinate e lo porta al cospetto di Aslaug e Siggy, che subito lo riconoscono come il protagonista dei sogni che tormentano tutte e tre le dame. Aslaug accoglie nella sua casa […]

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La terza puntata di Vikings continua praticamente da dove l’avevamo lasciata, come fosse un cambio sequenza. Siamo infatti a Kattegat, dove Helga accoglie lo straniero dalle mani insanguinate e lo porta al cospetto di Aslaug e Siggy, che subito lo riconoscono come il protagonista dei sogni che tormentano tutte e tre le dame. Aslaug accoglie nella sua casa l’uomo, offre cure per le ferite e chiede come se le sia inferte: lui resta sul vago, “forse dormendo”, se lallero. Comunque lo straniero dice di essere una specie bardo vagabondo, e in cambio di ospitalità canta e racconta storie e avventure di genti lontane… e affascina con la sua recitazione Helga, mentre Siggy rimane diffidente. Aslaug che è ben più pratica è grata e ben soddisfatta di come lo straniero riesca a far smettere di piangere e strillare suo figlio.

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Re Ecbert è indispettito dal comportamento dei suoi vassalli che confabulano contrariati: perché i vichinghi, pur apprendendo i rudimenti tecnici inglesi per coltivare la terra, non condividono la loro maestria nel costruire navi veloci, e perché non si convertano all’unico vero Dio (sempre lì andiamo a finire eh)? Il Re la prende sul personale e fa capire chiaro e tondo che è lui che comanda e che non gli devono rompere i coglioni è tutto sotto controllo perché Ragnar sta aiutando il Wessex a riconquistare la ricca regione di Mercia, quindi è un alleato e la sua strategia politica non si discute. Nello stesso momento succede più o meno la stessa cosa nell’accampamento vichingo, dove Floki domanda a Ragnar per quale motivo debbano morire combattendo per dei cristiani (bleah!), ed è infatti convinto che le due religioni, così diverse e distanti, entreranno prima o poi in conflitto. La risposta di Ragnar è meno autoritaria di quella di Re Ecbert ma comunque secca: stiamo combattendo per il futuro dei nostri figli, se non ti va tornatene a casa. Le truppe norrene si preparano quindi a sferrare un altro attacco a sorpresa contro Burgred, fratello di Kwenthrith, che chiede a Ragnar di risparmiarlo. Sì certo, come no. Il vichingo Torstein, che si era fatto tagliare il braccio incancrenito la scorsa puntata,  convince Rollo a consegnagli ascia e scudo per seguire i suoi compagni in battaglia: un po’ patetico come tentativo, ma forse preferisce morire con un arma in mano che abbandonato al campo e mangiato dai lupi, quindi come scena ci sta: è infatti proprio il sacrificio di Torstein, che avanza da solo nella nebbia distraendo gli arcieri, ha effetto: morirà pregando Odino, e permettendo ai vichinghi di cogliere di sorpresa le forze nemiche. La battaglia è molto cruenta, rapida, la musica incalzante: vengono feriti la bella Porunn e persino Ragnar, sfiorato da un giavellotto. Mentre Burgred si prepara a difendersi con il suo battaglione dal centro di un’avvallamento, Aethelwulf attacca a sorpresa con i suoi arcieri dall’alto, decimando gli inglesi di Mercia e generando il panico. Burgred non può che arrendersi alzando le mani, avendo salva la vita sua e dei suoi uomini.

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Re Ecbert intanto arriva con i suoi nobili alla colonia di Lagertha, e trasportando il dono della tecnica di cui discutevano durante il viaggio, cioè un aratro all’avanguardia, che trasforma il Re in Giorgio Mastrota durante una televendita della Mondial Casa, mentre illustra le caratteristiche dell’attrezzo: la casalinga dentro Lagertha viene completamente rapita dalla descrizione ed è contentissima del regalo, anche se la bicicletta col cambio Shimano non era ancora stata inventata. Lagertha, che nel frattempo sta imparando la lingua del Wessex, accetta un altro invito di Re Ecbert. Per farla breve, loro due insieme al monaco Athelstan e a Judith si ritroveranno presto nudi e ubriachi  dentro la vasca da bagno (che è una piscina di 10 metri per 10), parlando degli antichi romani e di Parigi: la città romantica fa effetto e fra il Re e Lagertha scappa un limone duro, mentre Judith fugge alle avance di Athelstan.

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I vichinghi contano i propri caduti, e Floki non ha peli sulla lingua mentre accusa Ragnar di ogni morte in nome di una causa che non appartiene al loro popolo. Ragnar ribatte che non ha ordinato a nessuno di seguirlo, ma è stata una libera scelta di tutti. Bjorn è al capezzale di Porunn, sfigurata e ferita, e Ragnar apprende dallo stesso Bjorn che la ragazza è anche incinta e si incazza parecchio col figlio, accusandolo di “avere la forza di un uomo, ma la volontà di una ragazzina”. Ragnar è visibilmente scosso e arrabbiato: secondo me, nonostante le parole dette a Floki, sente comunque il peso del costo di questa guerra pagato dai suoi uomini (e dalle sue donne, non dimentichiamoci che anche le donne c’hanno la mano pesante), e quando Burgred gli chiede perdono per tutta risposta gli tira una testata in faccia, lasciandolo alle amorevoli cure della sorella Kwenthrith. La buona novella raggiunge Re Ecbert che la comunica a Lagertha, e invita gli inglesi a restare per il primo raccolto e per il sacrificio a Frey. Il truculento rito pagano in cui un toro viene decapitato è mal visto dagli uomini del Re, soprattutto quando Lagertha, che ha celebrato il rito come alta sacerdotessa, viene coperta di sangue; una mossa sbagliatissima, che inasprisce sul livello religioso i rapporti tra le due popolazioni.

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A Kattegat intanto qualcosa di sconvolgente e misterioso accade: vengono recuperati da un pescatore i cadaveri di tre bambini, avvolti in reti da pesca, nella totale disperazione delle madri che riconoscono subito sulla riva i corpicini ormai inerti. Siggy e Helga guardano malissimo lo straniero che osserva a poca distanza la scena. Siggy si reca dallo sciamano senza occhi per chiedere se lo straniero sia pericoloso o correlato alle morti: la risposta che riceve come al solito non fa capire un tubo.

Puntata assolutamente continua a quella precedente, a livello di regia paragonabile a un film, ha solo due piccole pecche secondo me: innanzitutto ho un po’ da ridire sulla battaglia: per quanto inizi bene con il coraggioso sacrificio di Torstein, c’è comunque qualcosa che mi lascia insoddisfatto sulle inquadrature, specialmente nella seconda parte, quando gli uomini di Burgred sono presi alla sprovvista dagli arcieri di Aethelwulf; inoltre non si è dato spazio nemmeno per un secondino a quello che sta combinando Kalf a Hedeby… per questo Quattro PorcaMiseria su Cinque!

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