Vikings5×14 The Lost Moment

Con l'esercito di Harald diretto verso il Wessex, Alfred chiede ai vichinghi di ripagare la sua ospitalità combattendo per lui ma Bjorn è titubante. Mentre a Kattegat continua il regno del terrore di Ivar, in Islanda Floki prende finalmente una decisione.

6.0

Recensire i nuovi episodi di Vikings senza ripetersi e insistere sugli stessi difetti di settimana in settimana sta diventando sempre più difficile, in una stagione diluita che tanto si allontana dal ritmo incalzante che ha caratterizzato le prime stagioni e che, anche se a volte ci disorientava per la velocità con cui si susseguivano gli eventi, ha per anni fatto sì che l’attenzione del pubblico restasse sempre molto alta.

Adesso, infatti, gli episodi scorrono lentamente e, per quanto con The Lost Moment qualcosa cominci a muoversi, non riusciamo ancora a individuare la direzione verso cui la trama intende muoversi e anzi, spesso è difficile non avere l’impressione che gli autori stiano solo prendendo tempo, aggiungendo scene poco utili solo per portarsi dietro storyline che sarebbe meglio concludere il prima possibile.

Ci riferiamo, naturalmente, soprattutto alla vicenda di Floki, probabilmente quello tra i personaggi storici della serie che sta ricevendo il trattamento peggiore. Ormai totalmente decentrate rispetto alla narrazione centrale, le sue scene si ripetono sempre uguali da ormai fin troppe puntate, mostrandoci nient’altro che il suo ascetismo e la diffidenza e gli scatti d’ira degli altri abitanti; stavolta, invece, finalmente l’uomo esce dal suo isolamento e si impone su chi lo contraddice con una decisione volta a ristabilire l’equilibrio tra le famiglie e una certa atmosfera di pace nell’insediamento. Il problema, tuttavia, è ben lontano dall’essere risolto in quanto si tratta di un cambiamento ancora troppo debole per far sì che lo spettatore torni a interessarsi alla storyline di Floki, che rischia di tornare già dal prossimo episodio alla monotonia che ha dimostrato finora.

A Kattegat la situazione è altrettanto statica. Ivar sembra sempre più dominato dalla follia e dal suo ego spropositato e, convinto dalla moglie Freydis della propria ascendenza divina, non fa altro che esagerare i suoi già numerosi comportamenti da ragazzino invasato, urlando frasi sui suoi presunti banchetti con gli dei e mettendo a tacere chi osa contraddirlo, che sia un suo suddito o l’Indovino stesso. Per descrivere la sensazione di disagio che caratterizza questi momenti basta menzionare la scena di apertura dell’episodio, in cui il Senz’ossa tenta di convincere il popolo di star sacrificando Lagertha, quando in realtà sta mandando a morire un’anonima vichinga bionda che la sfortuna ha condotto tra le sue grinfie: insomma, ben venga la rappresentazione di sovrani folli ma – come Game of Thrones ci ha insegnato – questo non significa andare ad abbattere la credibilità di un personaggio rendendolo la caricatura di se stesso.

L’unico barlume di speranza in questa storyline arriva inaspettatamente da Hvitserk: il suo percorso sembra essere segnato dalle profezie e, sebbene sia ancora tutto molto fumoso, non possiamo negare che l’idea di un maggiore approfondimento del figlio di Ragnar che finora è stato più ignorato susciti un certo interesse.

Le uniche consolazioni di questa seconda parte della quinta stagione di Vikings continuano ad arrivare dall’Inghilterra, dove le trame acquisiscono maggiore organicità e chiarezza e alcuni personaggi si impongono per carisma, strategie e carattere. La spedizione di Harald è diretta verso il Wessex e Re Alfred si prepara all’imminente assalto esigendo che i vichinghi rispettino la loro parte dell’accordo, prestando al regno le loro armi e le loro abilità belliche in cambio dell’ospitalità ricevuta. Bjorn, disilluso e sempre più vicino al finto fratellastro Magnus e alla sua sete di vendetta, è riluttante, mentre Ubbe mostra maggiore accortezza e non solo ubbidisce all’ultimatum di Alfred, ma accetta anche di addestrare il sovrano nell’arte del combattimento. Lagertha, nel frattempo, è più che altro impegnata a vivere la sua storia d’amore clandestina con Heahmund, ad eccezione della scena dell’incontro con Magnus, in cui sia lei che Ubbe diffidano della sua discendenza da Ragnar e delle sue aspirazioni di congiura.

Se da un lato la facilità con cui Bjorn continua a lasciarsi manipolare dalle parole di Magnus non ci convince del tutto, questo allontanamento dagli altri membri della sua famiglia e la prospettiva di un suo possibile coinvolgimento nelle congiure ordite alle spalle di Alfred rendono la storyline del personaggio tutt’altro che banale; promettente è anche il sodalizio tra Alfred e Ubbe, che per ora ha il merito di ricordarci gli albori dell’amicizia tra Ragnar e Athelstan o il particolare legame tra il leggendario vichingo e Re Ecbert.

In Inghilterra le trame acquisiscono maggiore organicità e chiarezza e alcuni personaggi si impongono per carisma, strategie e carattere

Tuttavia, Magnus e Bjorn non sono gli unici a non nutrire simpatia nei confronti di Alfred e in The Lost Moment trova spazio anche la pianificazione della congiura da parte del clero e di quei sudditi che ritengono il giovane incapace di governare nel modo migliore: tuttavia, il tentativo fallirà – come sottolineato dal titolo stesso dell’episodio – a causa dell’improvvisa esitazione di Aethelred nel dare il segnale che avrebbe portato all’uccisione del fratello.

Difficile, insomma, prevedere che cosa ci riserveranno gli inglesi e i vichinghi nelle prossime puntate e, se da una parte alcune storyline penalizzano sempre di più la qualità dello show, dall’altra la nostra attenzione è puntata sul Wessex, luogo di intrighi politici, alleanze instabili e rese dei conti imminenti – primo fra tutti un possibile faccia a faccia tra Harald e Lagertha – che potrebbero farci riassaporare i tempi d’oro di Vikings, in un momento in cui dei vecchi fasti sembra rimasto ben poco.

  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 6.5/10
    Tecnica - 6.5/10
  • 5.5/10
    Emozione - 5.5/10
6/10

Summary

Questa settimana Vikings guadagna la sufficienza con un episodio che rappresenta alla perfezione la condizione attuale di una serie che ancora potrebbe avere qualcosa da dire, ma che in alcuni momenti soccombe alla scrittura pigra e superficiale di alcune storyline.

Porcamiseria

6

Questa settimana Vikings guadagna la sufficienza con un episodio che rappresenta alla perfezione la condizione attuale di una serie che ancora potrebbe avere qualcosa da dire, ma che in alcuni momenti soccombe alla scrittura pigra e superficiale di alcune storyline.

Storia 6 Tecnica 6.5 Emozione 5.5
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