Vikings5×15 Hell

Le forze di Harald sono ormai alle porte e Alfred chiede aiuto a Ubbe per tendergli una trappola. Heahmund vive un momento di crisi interiore e giunge a una consapevolezza che promette di riscattare la sua esistenza, mentre Judith ricorre a ogni metodo per proteggere la vita del suo re.

6.8

Che la piega presa da molte storyline e dal comportamento della maggior parte dei personaggi nella seconda metà della quinta stagione di Vikings non ci convinca affatto lo abbiamo ormai ribadito più volte, eppure ci troviamo ancora in quella delicatissima fase in cui non si può buttare via tutto; la serie, infatti, si mantiene in un equilibrio assai precario tra il sempre più pesante calo qualitativo e alcuni saldi punti di forza che, per fortuna, ancora permettono il raggiungimento di risultati notevoli.

Uno degli assi nella manica di Michael Hirst, forse quello che più di tutti ha contribuito al successo della serie presso il grande pubblico, è senz’altro quell’epicità che si respira durante le scene di battaglia. È proprio questo elemento a farci apprezzare nel suo complesso Hell, che nella seconda metà ci presenta lo scontro tra le forze di Re Harald e l’esercito di Re Alfred, con un significativo aiuto da parte dei suoi ospiti vichinghi. La preparazione alla battaglia, introdotta già nelle puntate precedenti, ci viene mostrata attraverso degli interessanti focus sui personaggi coinvolti: Alfred è determinato a scendere in campo in prima persona per ispirare il proprio esercito ma, conscio della propria inesperienza, chiede aiuto a Ubbe per elaborare una strategia e velocizzare il suo addestramento militare. Il vichingo non si tira indietro e, recandosi da Harald con la scusa di voler discutere delle trattative, dà il tempo all’esercito inglese di schierarsi e accerchiare i nemici.

La sequenza sul campo di battaglia è intensa e tecnicamente ben costruita, con una regia che alterna scene di combattimento a primi piani sul volto insanguinato e provato di Alfred che, ottenuta a caro prezzo la vittoria in seguito alla ritirata delle forze di Harald, tiene un discorso d’ispirazione davanti all’esercito, in onore dei soldati caduti e della volontà divina. Le parole del re accompagnano le immagini e il risultato è un affascinante e quasi poetica didascalia che contribuirà a dare alla rappresentazione della battaglia la giusta dose di pathos.

Un’attenzione particolare, sia durante la preparazione che durante lo svolgimento della battaglia, è riservata al vescovo Heahmund che, sicuro di aver ricevuto in sogno una visione dell’Inferno – una scena che pare presa in prestito dall’ultima stagione di American Horror Story – a causa della sua lussuria, si allontana da Lagertha e vede nell’imminente scontro la propria occasione di riscatto agli occhi del Signore.

Quello che aveva il potenziale per essere un protagonista di primo ordine è stato quindi ridotto a una comparsa stagionale dalla caratterizzazione incoerente e poco approfondita

Peccato che lo stesso non accade agli occhi dello spettatore, in quanto Heahmund, dopo una serie di valorose azioni durante la battaglia, trova la morte, mentre continua a invocare il nome dell’amata vichinga, che assiste alla scena impotente; la drammaticità del momento è resa con superficialità e con un’interpretazione decisamente troppo forzata che vuole dare risalto all’amore tra i due, ma non riesce a restituire la giusta dignità al personaggio di Jonathan Rhys-Myers o allo stesso talento dell’attore. Quello che aveva il potenziale per essere un protagonista di primo ordine in Vikings, con un interprete d’eccezione, è stato quindi ridotto a una comparsa stagionale dalla caratterizzazione incoerente e poco approfondita, utile solo a dare qualche gioia momentanea a Lagertha, che tra l’altro al termine della battaglia sembra essere misteriosamente scomparsa nel nulla.

Mentre i riflettori sono puntati sulla battaglia, gli intrighi di corte giungono a un punto di svolta attraverso le azioni di Judith che, da brava padrona del palazzo e madre dell’attuale sovrano, si mette a torturare un uomo per ottenere informazioni sul gruppo di congiurati che nello scorso episodio aveva attentato alla vita di Alfred. Con la rivelazione allo stesso Alfred del ruolo di primo piano assunto da Aethelred in queste cospirazioni alle sue spalle (nonostante questi sia poi accorso a salvarlo durante la battaglia), l’interesse verso i futuri sviluppi degli intrighi politici in Wessex e il rapporto tra i due fratelli rimane alto.

Lo stesso non si può dire per altre storyline. A Kattegat ci si chiede chi sia responsabile della morte dell’Indovino e Ivar, sempre sottolineando la propria divinità, promette di scoprire la verità e fare giustizia mentre un sospettoso Hvitserk lo tiene d’occhio: come se non bastassero l’insensatezza dei discorsi del Senz’ossa e, soprattutto, la passività di un popolo che acclama il primo invasato che passa a reclamare ascendenze divine, la staticità di questa trama continua ad appesantire il minutaggio e rischia, sul lungo termine, di diventare un inutile e noioso riempitivo senza un obiettivo ben preciso, proprio come le scene di Floki (dalle quali per fortuna l’episodio ci permette di prenderci una pausa).

  • 6.5/10
    Storia - 6.5/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 6.5/10
    Emozione - 6.5/10
6.8/10

Summary

Una resa tecnica molto intensa dello scontro tra vichinghi e inglesi, insieme a una buona gestione dei preparativi e delle trama parallele alla battaglia, permette di non lasciarsi rovinare troppo la visione dal pessimo trattamento riservato al vescovo Heahmund o alla storyline ambientata a Kattegat.

Porcamiseria

6.8

Una resa tecnica molto intensa dello scontro tra vichinghi e inglesi, insieme a una buona gestione dei preparativi e delle trama parallele alla battaglia, permette di non lasciarsi rovinare troppo la visione dal pessimo trattamento riservato al vescovo Heahmund o alla storyline ambientata a Kattegat.

Storia 6.5 Tecnica 7.5 Emozione 6.5
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