Vis a VisVis a Vis: Tarantino incontra Almodovar

Season Recap Chi pensava si trattasse di una copia spagnola di Orange Is The New Black è rimasto stupito: Vis a Vis è una delle sorprese seriali più d'impatto degli ultimi anni, tanto da conquistarsi uno spin-off già in produzione.

8.5

La discesa negli inferi della sopravvivenza di Breaking Bad, lo stile registico e la crudezza sardonica di Tarantino, e infine l’alma latina tra il dark di Alex de la Iglesia e l’istrionismo di Almodovar. Shakerate insieme ed ecco Vis a Vis – Il prezzo del riscatto, un’altra serie di culto dalla Spagna.

Una racconto seriale potente, un pugno dritto allo stomaco tra ritmo, adrenalina pulp, ironia sboccata e politically uncorrect, manciate di introspezione e delicate pennellate di attenzione progressista alle dinamiche lgbt, alla dipendenza dalle droghe, alla condizione delle carceri e alla loro privatizzazione che le trasforma (nel caso specifico) in lucrosi business, e persino al complesso tema dell’eutanasia.

Il tutto condito da qualche trascurabile (e perdonato) eccesso di “telenovelismo” ispanico

La serie, che porta la firma di Álex Pina già mente e showrunner de La Casa de Papel ha attraversato diverse vicissitudini produttive prima di approdare quest’anno su Netflix. Le prime due stagioni sono state stata trasmesse in Spagna tra il 2015 e il 2017 da Antena 3. A luglio del 2017, la Fox España ne acquisisce i diritti per una terza e una quarta stagione. In Italia nel 2017 i 6 episodi iniziali del prima arco narrativo sono stati trasmessi in chiaro su Nove  mentre le restanti 5 puntate sono state pubblicate su Dplay, la piattaforma on demand di Discovery Channel.

Il 31 maggio 2019, Netflix pubblica la prima stagione nella sua interezza, ma con un ridoppiaggio a Milano rispetto a quello precedente fatto a Roma. A distanza di pochi mesi nel 2019 vengono pubblicate le prime tre stagioni della serie, fino alla quarta in streaming sulla piattaforma USA dal 25 settembre di quest’anno.

Chi scrive ha recuperato per SerialFreaks e con un appassionato binge watching di poche settimane i 40 episodi dell’intera serie. Scriviamo queste righe di recensione a Vis a Vis di getto e sulle note musicali del brano di Cecilia Krull & Mala Rodríguez in chiusura dell’ultima puntata della quarta stagione.

D’impulso – e senza spoilerare nulla senza i giusti “alert” – possiamo dire che se la serie avesse terminato il suo racconto tre minuti prima dell’apologo conclusivo avrebbe avuto un più degno e meritorio finale. La quarta stagione, anche con l’epilogo finale, è di fatto conclusiva della storia delle prigioniere in giallo. Ma evidentemente, visto il successo mondiale della serie cresciuto pian piano grazie a Netflix e al passaparola, serviva il gancho per il sequel, una serie spin-off appena annunciata che raccontiamo in breve in coda.

Vis a Vis è una serie che all’inizio in tanti, letta la trama, avevano velocemente accantonato, “aggiunto alla lista” e poi dimenticata, perché dal plot appariva come la copia spagnola di Orange Is The New Black, la serie cult USA che ambienta le sue storie dentro un carcere femminile.

Lo spunto di Vis a Vis è identico, con una giovane donna della media borghesia che si trova catapultata per un errore giudiziario dentro l’inferno di un carcere, Cruz del Sur e Cruz del Norte nel caso spagnolo, con le sue “regole”, le sue dinamiche e relazioni, le violenze, i compromessi, le violazioni.

Bastano i primi minuti del pilot per capire che ci troviamo di fronte a qualcosa di totalmente differente rispetto alle colleghe Usa in tuta arancione. E non si tratta solo del colore della divisa carceraria che nella penisola iberica è gialla. Se negli States OITNB era un comedy-drama, Vis a Vis è un adrenalinico e sanguinolento pulp thriller sin dalle prime battute con un violento omicidio già nella prima notte in carcere della bionda Macarena, protagonista indiscussa di (quasi) tutte e quattro le stagioni. Una Maca prima indifeso agnellino che si trasforma via via sempre più in una Uma Thurman versione Kill Bill.

Una serie fatta di storie con buoni che diventano cattivi per sopravvivenza, di vendette, di ricatti, riscatti, di evasioni e di intrecci macchinosi tra dentro e fuori il carcere con tanto di colpi di scena e cliffhanger a ogni fine puntata che ti “obbligano” al binge watching.

Un microcosmo quello del carcere con le sue relazioni anche intime. Oltre alla novellina “Maca” interpretata da Maggie Civantos, c’è la bellissima “riccia” Kabila (l’attrice e modella Berta Vazquez) che se ne innamora subito tra baci saffici,  contesa dalla focosa “zingara” Saraya, con il suo sfaccettato personaggio interpretato da una intensa Alba Flores, già Nairobi ne La Casa di Carta.

C’è poi il  cattivissimo e luciferino personaggio di Zulema Zahir interpretato da una ispirata Najwa Nimri, o la materna Soledad (María Isabel Díaz Lago ) che sarà la struggente protagonista della vicenda di chiusura dell’intera serie, e c’è infine la fragile Tere (Marta Aledo ) alle prese con la sua dipendenza dalle droghe e la sua quotidiana lotta per una rinascita fuori dal tunnel.

Ci sono poi secondini col cuore tenero, quelli gratuitamente violenti e gli utili idioti, le dirigenti manipolate, una lunga serie di doppiogiochisti, un villain viscido come il medico del carcere Sandoval interpretato da un mefistotelico Ramiro Blas, la subdola e inquietante Anabel (Inma Cuevas), e una serie di personaggi esterni al carcere come la famiglia della bionda Macarena Ferreiro coinvolta in una spietata “caccia al malloppo” e, infine, un perspicace, empatico e bofonchiante ispettore Castillo (Jesús Castejón).

Dopo una convincente prima stagione e una seconda più superficiale con alcune soluzioni di sceneggiatura a tratti inverosimili, la terza e la quarta stagione (in mano Fox) rinvigoriscono la serie con il trasferimento di tutto il gruppo di prigioniere in un carcere di massima sicurezza, tra violenti gang cinesi, teste mozzate, pallottole vaganti, castrazioni, rocamboleschi tentativi di fuga, rivolte, falò umani, impiccagioni, tremende violenze sessuali, avvelenamenti, suicidi, centrifughe umane, torture degne di Guantanamo e Abu Ghraib, e poi secondine vendicatrici che diventano prigioniere come la furiosa mexicana Altagracia (Adriana Paz), resurrezioni che citano, ancora una volta, Kill Bill.

Storie e personaggi molto ben scritti dalla pregevole squadra di sceneggiatori che affianca Álex Pina (Iván Escobar, Esther Martínez Lobato e Daniel Écija). In più un equipo tecnica di prim’ordine con la splendida fotografia coordinata dal bravo Migue Amoedo (anche quest’ultimo ne La Casa di Carta)il montaggio veloce e accurato di Raúl Mora e Manuela Díaz, e un quintetto di ottimi registi (Jesús Colmenar, Jesús Rodrigo, Sandra Gallego, David Molina, Álex Rodrigo).

La narrazione della quarta stagione è conclusiva di per se, ma, quando scriviamo, è stata appena annunciata una serie di puntate spin-off  dal titolo Vis a Vis: El Oasis che riprende la trama della serie originale, partendo proprio dalla sua conclusione che qui non spoileriamo a beneficio di chi non ha ancora visto le quattro stagioni principali. Molti dei volti di Vis a Vis torneranno in questo sequel, come ha annunciato la casa di produzione Globomedia presentando il cast completo che sta già girando da ottobre 2019 e che debutterà in anteprima su Fox nel 2020 prima di raggiungere anch’essa il resto del mondo in streaming su Netflix

Vis a Vis: El Oasis è pensata per concludersi in una sola stagione, con un finale chiuso, che dia al pubblico una risposta sul futuro delle protagoniste della serie fuori dal carcere

Accanto a Najwa Nimri (Zulema) e Maggie Civantos (Maca) apparirà Itziar Castro (la detenuta Goya nella terza e quarta stagione), che diventa presenza fissa del cast, così come  Ramiro Blas (il Sandoval, prima medico del carcere e poi direttore) e Daniel Ortiz (interprete di Román, il fratello di Macarena). Lo spin-off sarà composto da otto episodi, scritti dallo showrunner Iván Escobar insieme agli sceneggiatori Lucía Carballal e JM Ruiz Córdoba, confermando la squadra della serie originale.

Attenzione: serie ad alto rischio binge watching!

Ascolta Indieland, il programma radiofonico condotto da Simone Mercurio e dedicato alla musica e alla cultura indipendente, in streaming sul sito indielandradio.com e in FM.

  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8.5/10

Summary

Un abile mix del pulp caro a Tarantino e dell’istrionismo tipico di Almodovar: Vis a Vis stupisce per la capacità di trasformazione che le sue quattro stagioni riescono a regalare allo spettatore, incastonando una trama interessante in una struttura tecnica di livello e appassionante.

Porcamiseria

8.5

Un abile mix del pulp caro a Tarantino e dell'istrionismo tipico di Almodovar: Vis a Vis stupisce per la capacità di trasformazione che le sue quattro stagioni riescono a regalare allo spettatore, incastonando una trama interessante in una struttura tecnica di livello e appassionante.

Storia 7.5 Tecnica 9 Emozione 9
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