We Are The Wave1×01: Do You Know That Feeling?

Season Premiere L’arrivo di un misterioso compagno di scuola inizia a sconvolgere le vite di quattro adolescenti, spingendoli a dar voce alla voglia di reagire racchiusa dentro se stessi.

6.8

Nel panorama di rivisitazioni televisive, We Are The Wave si presenta come un teen drama piacevole da guardare, con spunti interessanti di riflessione. Liberamente ispirato al romanzo L’onda di Morton Rhue, come l’omonimo film del 2008, peraltro anch’esso di origine tedesca, il nuovo prodotto Netflix sceglie di cavalcare l’onda ribelle di adolescenti che, per vari motivi, vivono una vita ai margini e non danno voce a quello che sentono nel profondo. Il tema dell’affermazione del sé, particolarmente sentito nella comunità adolescenziale, viene dipinto assieme a tratti di critica sociale e politica, sfociando in un quadro che più di ogni altra cosa vuole comunicare libertà.

Le vite di Lea e alcuni compagni di scuola seguono ogni giorno lo stesso percorso: dalle abitudini sportive e dalle persone con cui si interagisce agli scherni e agli attacchi violenti dei compagni. La ripetitività non viene mai spezzata ed è, anzi, agevolata dal silenzio e dalla repressione. Il pattern, tuttavia, comincia a interrompersi con l’arrivo in classe del misterioso Tristan Broch, che inizia ad attirare l’attenzione per il suo modo di schierarsi e parlare apertamente, senza paura.

È proprio questo coraggio e la sua attitudine a prendere le difese di chi vive la propria vita cercando di nascondere se stesso, a far scaturire reazioni inaspettate. Lea, ad esempio, è circondata di  ricchezze e comodità, ma non si è mai soffermata ad ascoltare o a riflettere. Né tantomeno a concentrarsi su quello che vuole realmente e che non rientra nelle convenzioni sociali.

Tristan Broch è la scintilla che cambia le cose, la fonte di un cambiamento che può solo andar avanti. Per Lea può significare liberarsi dai brand e non rispettare qualche regola, per il compagno di banco isolato e vessato da una difficile situazione familiare la voglia di ribellarsi a gran voce alle multinazionali responsabili del suo passato, per la ragazza solitaria e stramba la necessità di combattere i soprusi delle ragazze più “forti” di lei.

Ma Tristan Broch è molto più di questo. Poche scene bastano a far capire che la sua attitudine alla reazione si avvicina alla criminalità, e che il suo piano va oltre quello di aiutare qualche adolescente a farsi valere. C’è da chiedersi come reagiranno i suoi nuovi “compagni di intenti” dopo l’introduzione in quello che è sicuramente più grande di loro, e si prefigura come un vero e proprio attacco politico.

Saranno i 5 episodi successivi della mini serie quelli che daranno risposte e saranno in grado di confermare (o meno) We Are The Wave come un valido prodotto televisivo.

Un punto bonus per la scelta della colonna sonora è più che meritato!

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 6.5/10
    Emozione - 6.5/10
6.8/10

Summary

We Are The Wave riesce a non ricalcare troppi cliché e il pilot si fa guardare piacevolmente, grazie anche a un’accattivante colonna sonora.

Porcamiseria

6.8

We Are The Wave riesce a non ricalcare troppi cliché e il pilot si fa guardare piacevolmente, grazie anche a un’accattivante colonna sonora.

Storia 7 Tecnica 7 Emozione 6.5
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