The 100

Sebbene in The Four Horsemen la storia continui a svilupparsi parallelamente su tutti i fronti, l’episodio ha una matrice quasi interamente introspettiva, manifestando sequenza dopo sequenza la gravità sempre più grande della minaccia imminente.

Jaha rivela a Clarke e a gli altri che un ipotetico bunker costruito prima dell’avvento delle radiazioni e non presente sulla mappa ufficiale a loro disposizione potrebbe essere l’ancora di salvezza di tutte le fazioni. L’arrivo di Luna e della sua gente, già parzialmente esposta ad alcuni fenomeni radioattivi, è però un chiaro segno che il pericolo è sempre più dietro l’angolo e il tempo a disposizione di Skaikru è sempre meno. Raven è contraria al nuovo piano di Jaha, fondato in poche parole su strampalate teorie che potrebbero non corrispondere a verità. Mentre Clarke e Bellamy decidono di dare una possibilità alla nuova speranza presentatasi così all’improvviso, Raven rimane dunque ad Arkadia continuando a lavorare per poter salvare i propri amici e coordinare tutto il resto. Fra una discussione con Abby e l’altra circa le risorse che possono essere “sprecate” (ma soprattutto per chi), fa la sua comparsa anche Murphy, rientrato con il semplice scopo di rubare più cibo possibile per la sua fuga d’amore con Emori, ma deciso a rimanere ad aiutare una volta scoperta l’oscura verità che incombe su chiunque.

Nel frattempo, anche fra i grounders iniziano le prime insurrezioni, ma per motivi ben diversi. Mentre ad Arkadia chiunque è ormai al lavoro per salvaguardare il futuro della stessa specie umana, a Polis le fazioni sono ancora legate a quegli schemi gerarchici che continuano a mettere a repentaglio l’ordine ed il futuro dei vari clan. A Roan viene inspiegabilmente sottratta la fiamma, ma il malcontento generale circa la sovranità di Azgeda rende chiunque un possibile sospettato. Octavia e Indra uniscono le forze per identificare il colpevole, ma è proprio la figlia di quest’ultima a celarsi dietro il furto. La situazione si capovolge e Octavia è in qualche modo costretta a mentire a Roan simulando la distruzione della fiamma per proteggere la sua amica.

Ciascuno dei personaggi, a proprio modo, è alla ricerca di una propria redenzione: dalla furia omicida di Octavia che cerca di colmare il vuoto lasciato dalla morte di Lincoln alla prolungata crisi interiore di Bellamy per via del massacro da lui stesso compiuto. L’episodio si rivela però interessante nel momento in cui affianca a tutto ciò la prepotenza con cui l’istinto di sopravvivenza continua a far prevalere la sete di risposte sulla ragione.

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Il personaggio di Raven, in modo particolare, ci fa esplorare questo atipico parallelismo. La donna è colei che viene posta a capo delle provviste ed è propria sua la scelta di non curare la bambina colpita dalle radiazioni. Tutto ciò ci riporta ancora una volta ai concetti della scelta e del sacrificio, temi portanti di The Four Horsemen. Di conseguenza, ha senso dire che il senso di colpa viene elaborato in modo profondamente diverso da ciascun personaggio: se Raven è disposta a rinunciare ai propri valori per procedere con il piano prestabilito, Clarke e Bellamy compiono un ultimo atto di disperazione fidandosi ancora una volta di Jaha, anch’egli in cerca di perdono. Scoprire che il bunker di cui quest’ultimo parlava non sarà immune alle radiazioni costringe Clarke a compilare la lista delle 100 persone che potranno essere salvate. I due sentono di non poter essere su questo importante elenco, per via delle numerose vite che entrambi hanno stroncato, ma alla fine decidono con sofferenza di includersi.

Un elemento di straordinaria importanza all’interno dell’episodio è proprio vedere come Bellamy e Clarke siano ormai una cosa sola, un’unica squadra che agisce in simbiosi. Completandosi a vicenda, entrambi sono alla ricerca di una “tregua fortunata”e continuano ad anteporre le esigenze di Skaikru alle proprie, come due veri leader.

La stagione sembra procedere nella giusta direzione, il drammatico scenario che ci viene presentato ha per forza di cose influito in grande misura nella caratterizzazione dei personaggi, sempre più costretti a ad accettare degli scomodi compromessi. L’episodio lascia molto spazio a importanti spunti di riflessione ed in particolar modo al rapido cambio di rotta di Murphy, colui che più di tutti rimane colpito dalla morte di quelle persone giunte ad Arkadia in cerca di salvezza. L’evoluzione di John è una delle tante conseguenze della trasformazione di The 100, ormai lontana dalle dinamiche teen della prima stagione. In una passata recensione avevamo espresso la nostra perplessità circa la fuga di Murphy ed Emori, sintomo di una storyline che continuava ad accartocciarsi su se stessa, ma il loro ritorno ci ha prontamente smentito e noi non potremmo esserne più felici. Sebbene le continue lotte per il potere dei grounders continuino a tenere vivo anche quel determinato aspetto della serie, sarebbe senza ombra di dubbio più interessante vedere i diversi clan unire nuovamente le forze per fronteggiare la minaccia radioattiva che, senza alcuna distinzione, potrebbe sterminarli tutti.

La sopravvivenza di Luna è ovviamente la grande rilevazione della puntata. Il suo corpo respinge infatti autonomamente le radiazioni e ciò è inevitabilmente dovuto al suo essere Sangue Nero. Questa nuova scoperta condurrà ad un’altra soluzione o saranno davvero solo un centinaio di fortunati a mettersi in salvo? La fine del mondo di The 100 così come lo conosciamo è praticamente alle porte, che il drastico cambio di rotta voglia in qualche modo simboleggiare un nuovo inizio per la serie stessa?