L’Amica Geniale1×01 Le Bambole – 1×02 I Soldi

Series Premiere L'Amica Geniale, l'attesissima coproduzione Rai/HBO, prende finalmente vita, portando sullo schermo le piccole Elena e Lila tanto amate dai lettori di tutto il mondo. Il risultato, in questi primi due episodi, è un dramma sociale, un racconto di formazione e di amicizia forte e profondo in un'Italia ancora scossa dalla guerra e in procinto di risollevarsi.

8.7

Mi sono sentita molto arrabbiata. Vediamo chi la spunta questa volta, mi sono detta. Ho acceso il computer e ho cominciato a scrivere ogni dettaglio della nostra storia.

Sono queste le parole di Elena Greco, narratrice della storia, a sancire l’inizio della serie televisiva tratta da uno dei successi letterari degli ultimi anni: la quadrilogia de L’Amica Geniale, nata dalla penna della misteriosa scrittrice Elena Ferrante, divenuta un vero e proprio fenomeno anche in America e nel resto del mondo. La serie, co-prodotta da HBO e Rai Fiction, diventa voce e immagine di una trasposizione che ha già tutti gli elementi per diventare un classico nella serialità televisiva.

La regia, affidata a Saverio Costanzo, rimane fedele al testo originale nelle atmosfere e nel senso profondo del racconto, quello dell’amicizia tra Elena, detta Lenù e Raffaella, detta Lila, unite da un legame indissolubile e cresciute in un rione popolare di Napoli sulla fine degli anni ’50, in un meridione profondamente segnato dal dopoguerra.

I numeri di questa produzione sono giganti, più di 1000 comparse, 9000 bambine provinate, 100 giorni di lavoro per costruire l’intero rione che, assieme alle vicende delle due protagoniste, ricopre un ruolo vitale nella narrazione della storia. È proprio quest’ultimo a far esplodere su schermo tutta la violenza e gli aspetti più cupi e disperati delle persone e della fitta rete di relazioni che si crea tra gli abitanti del quartiere. È una storia nella storia, è racconto di formazione e di amicizia, ma anche di un Paese che cambia e che spera di risollevarsi grazie all’educazione di quei figli nati da genitori ignoranti, e grazie alla capacità di una maestra scrupolosa, la Oliviero, che cerca di convincere le famiglie delle due bambine a permetterle di continuare a studiare.

Le bambole

Elena e Lila sono due bambine profondamente diverse che frequentano la stessa classe alle elementari del rione. Il loro rapporto si sviluppa grazie alla condivisione di un’emozione ancestrale e cruciale per la loro età: la paura. È proprio il riconoscimento di aver vissuto un’esperienza speciale, testimoniata da una mano che stringe l’altra nel fondo di uno scantinato buio, a far avvicinare due bambine dai caratteri così lontani. Lila è la figlia di un ciabattino, piccola, magra ma dal carattere e dagli occhi selvaggi e ribelli; Elena è più posata, apparentemente più docile e subisce presto il carisma della sua amica quando scopre che dietro quella apparente cattiveria si cela una bambina bravissima a scuola in tutte le materie, subendone il fascino. Il loro rapporto si compensa, diventa di profonda attrazione per Lenù, che spronata dai successi dell’amica cerca in qualche modo di seguire i suoi passi e la sua andatura sicura, che al contrario di quella claudicante della madre, le permette di non perderla mai di vista.

Lila è il fuoco della creatività, di quella genialità che ritroviamo nel titolo. Lenù ha la curiosità di guardare oltre, verso una libertà che forse può essere raggiunta solo con lo studio e l’impegno.

I personaggi in questo primo episodio sono tanti, e tutti legati da relazioni inevitabili in un rione popolare: da Don Achille, lo strozzino borsanerista, alla vedova pazza Melina, ai due maestri delle elementari, alle famiglie – con le loro differenze sociali – del poeta e del ciabattino. La serie ce li presenta quasi in modo impercettibile, posato, non togliendo mai tempo e scena alle due protagoniste che, anzi, diventano il tramite migliore per mostrarceli e per riflettere le emozioni sui volti delle due giovani attrici con una performance attoriale davvero molto convincente. Ogni giornata è vissuta da entrambe con un’intensità assoluta e ogni evento nel rione diventa cruciale questione di vita o di morte.

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I soldi

Per realizzare un sogno, una persona deve superare tante prove.

Sono le parole di Louisa May Alcott, autrice del celebre Piccole Donne. È proprio questo libro, così famoso e amato da generazioni, ad essere il fulcro centrale del secondo episodio, scelto tra tanti dalla Ferrante e dalle due bambine che lo acquistano con i soldi, segretamente custoditi, di Don Achille, reo di aver rubato le loro preziose bambole. La storia delle sorelle March diventa quasi ossessione per Elena e Lila, che consumano quelle pagine e che decidono di scrivere un libro per diventare ricche e regalare così un futuro anche alle proprie famiglie.

Che donne vogliono diventare Lenù e Lila? Lila è fuoco della creatività, di quella genialità che ritroviamo nel titolo: è lei che dal “secchio” della sua testa tira fuori le parole per scrivere un libro, La fata azzurra, e col quale riesce a descrivere ad Elena perfino un brutale assassinio. Lenù ha la curiosità di guardare oltre quello stradone per raggiungere il mare, simbolo di libertà che ancora una volta viene negata, e che forse può essere raggiunta solo con lo studio e l’impegno che, inevitabilmente, la condurrà un giorno fuori dai confini del rione.

L’istruzione, la cultura, diventano significato di un’ascesa sociale che può passare solo dall’educazione, quella negata a Lila da un padre ancora troppo ignorante e da una madre remissiva e schiacciata da una società maschilista.

Come in un melodramma napoletano, la regia di Costanzo, la sceneggiatura sempre posata e ariosa e i bei dialoghi in un dialetto parlato allestiscono un teatro di personaggi vividi, mostrandoceli in un crescendo di avvenimenti disturbanti e spiazzanti, a volte violenti, da fiaba nera a storia drammatica, che ha reso il racconto della Ferrante universalmente apprezzato da tutti.

La fotografia raffinata ci mostra sempre i segni del tempo sulle superfici, dai muri scrostati dei palazzi, sulle ginocchia sporche e sbucciate dei bambini che giocano per strada, allo sguardo stanco e disperato delle persone, ai volti dolci o feroci a dare profondità a questo dramma sociale. Un plauso particolare va alle due giovanissime attrici, Elisa Del Genio e Ludovica Nasti, che con le loro espressioni, la loro dolcezza antica, mettono in scena due perfette Lila e Lenù.

Questa versione televisiva de L’Amica Geniale ha il pregio di non soffocare e strozzare il libro in un susseguirsi di scene “tratte da”, ma lo rende nuovo e vivo, riuscendo in qualche modo a colmare e a far esplodere le pagine direttamente dalla carta allo schermo.

  • 9/10
    Storia - 9/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8.7/10

In breve

La regia di Costanzo, la sceneggiatura posata e ariosa, i bei dialoghi in un dialetto parlato e le ottime performance del cast allestiscono un teatro di personaggi vividi, mostrandoceli in un crescendo di avvenimenti disturbanti e spiazzanti, a volte violenti, da fiaba nera a storia drammatica, che ha reso L’Amica Geniale un racconto universalmente apprezzato da tutti.

Porcamiseria

8.7

La regia di Costanzo, la sceneggiatura posata e ariosa, i bei dialoghi in un dialetto parlato e le ottime performance del cast allestiscono un teatro di personaggi vividi, mostrandoceli in un crescendo di avvenimenti disturbanti e spiazzanti, a volte violenti, da fiaba nera a storia drammatica, che ha reso L'Amica Geniale un racconto universalmente apprezzato da tutti.

Storia 9 Tecnica 8 Emozione 9
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