La prima stagione di Castlevania, riuscendo nell’intento ammirevole di trasporre la celebre serie di videogiochi in formato seriale, ci ha mostrato solo le primissime battute della battaglia contro il re dei demoni. La poca conclusività degli episodi di esordio, fortunatamente, ha fruttato sul medio periodo con la seconda stagione, un racconto più ad ampio respiro non solo dell’imminente guerra tra umani e demoni, ma anche delle sordide trame interne al castello di Dracula.
Sorprendentemente, i nuovi episodi della serie non sono la carneficina che potevamo aspettarci, bensì una silenziosa battaglia a distanza con ampio spazio all’approfondimento dei protagonisti. Ne usciamo arricchiti di insight sulle vite di Alucard, Trevor e Sypha, sul rapporto nebuloso tra genitore e figlio che intercorre tra Alucard e Dracula, e sul conflitto interiore del padre nei confronti della guerra per la Valacchia.
La pazzia di Dracula, puntato alla distruzione per vendetta, non viene accolta di buon grado da alcuni dei suoi diretti sottoposti, che hanno altre mire e puntano alla eliminazione del loro comandante. Camilla e Godbrand offrono un interessante diversivo a una banale lotta tra bene e male ed espongono le debolezze del villain principale, rinfrescando una narrazione altrimenti banale e stantia.
La stagione si perde nelle ultime battute, senza un grosso crescendo che giustifichi il climax del combattimento prima a Braila, poi sopra la libreria dei Belmont. I poteri magici di Sypha sono un provvidenziale deus ex machina per far convergere la narrazione ad un punto comune, rimuovendo la situazione di stallo, ma peccando di faciloneria.
Il finale aperto dona nuova linfa vitale alla storia, concentrandosi su alcuni interessanti comprimari sopravvissuti alla battaglia. La scelta narrativa ci sorprende, soprattutto perché si apre la strada a sviluppi orizzontali di trama indipendenti dall’influenza del villain principale. Tra tutte, quelle di Camilla, Hector e Isaac saranno le storie con maggiore potenziale, visto il carisma dimostrato durante la stagione.
A livello tecnico, non si riscontrano miglioramenti o peggioramenti in disegni e animazioni rispetto alla scorsa stagione, ma le situazioni statiche sono sicuramente da privilegiare, meno affette da approssimazioni. L’amore per il gore permane, anzi è ampiamente sfruttato in questa stagione di Castlevania, e la rappresentazione animata non lesina particolari macabri e sanguinolenti.
Castlevania si conferma una rivisitazione interessante sia per i fan della serie di videogiochi che per chi è ignaro dell’origine della storia, proponendo una trama in grado di andare avanti sulle proprie gambe senza incentrarsi necessariamente su Dracula. Aspettiamo la terza stagione consapevoli che sia Alucard che Belmont e Sypha hanno ancora da raccontare, nella lotta contro le forze demoniache che infestano la Valacchia.
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Storia - 7.2/107.2/10
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Tecnica - 7/107/10
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Emozione - 7.8/107.8/10
Summary
La seconda stagione di Castlevania ci mostra un aspetto interessante di Dracula e di tutti i protagonisti, riducendo all’osso i prevedibili scontri tra bene e male e concentrandosi più sull’approfondimento del loro background. Verso la fine un deus ex machina fastidioso rovina una trama altrimenti eccellente, ma nel complesso la trasposizione della celebre serie di videogiochi è un prodotto che può offrire ancora molto.
Porcamiseria
La seconda stagione di Castlevania ci mostra un aspetto interessante di Dracula e di tutti i protagonisti, riducendo all'osso i prevedibili scontri tra bene e male e concentrandosi più sull'approfondimento del loro background. Verso la fine un deus ex machina fastidioso rovina una trama altrimenti eccellente, ma nel complesso la trasposizione della celebre serie di videogiochi è un prodotto che può offrire ancora molto.
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