Catch-22Catch-22 Season 1: una guerra alla ragione

Season Recap Come sopravvivere a un conflitto in cui il costo di una bomba vale più della vita di un uomo? Abbracciare l'assurdità di una morte senza senso o vivere una vita all'insegna della follia? Catch-22 ci sbatte in faccia l'assurdità della guerra e degli uomini che ci stanno dietro.

8.0

Posto di fronte alla realtà ineludibile della follia, della casualità e della futilità dell’esistenza umana, uno su otto di essi cede, riducendosi a un bruto vaneggiante! Come biasimarlo? In un mondo psicotico come questo… ogni altra reazione sarebbe una follia!

Con queste parole il Joker di The Killing Joke, una delle storie più impressionanti di Batman, cerca di portare argomenti alla sua scelta (?) di abbracciare in toto la pazzia. Questa stagione di Catch-22 si spinge sullo stesso piano, mostrando l’inevitabile destino che aspetta il bombardiere John Yossarian alla fine di questi sei episodi.

Già nella recensione del pilot avevamo sottolineato il tono della serie, che cerca di recuperare le atmosfere dell’opera originale di Joseph Heller da cui è tratta: un libro che, nella migliore tradizione satirica, estremizza il reale portandolo all’assurdo per mostrarci quanto irrilevante sia la distanza che separa questi due mondi. Lo show televisivo riesce con abilità a tenere questa rotta e quello che nel pilot era uno sbilanciamento verso la parte comica, si attenua pian piano, assumendo i contorni della tragedia, mai pienamente archiviata e sempre sullo sfondo, anche nei momenti più divertenti, pronta a manifestarsi improvvisamente.

L’assurdità passa anche da questo, dalla normalizzazione del drammatico nelle nostre vite, e così le perdite di Yossarian , episodio dopo episodio (altro che Game of Thrones), cementificano nel ragazzo la convinzione dell‘insensatezza del conflitto, che, come un buco nero, assorbe ogni sanità mentale che vi entri in contatto. Il timore del giovane assume così consistenza e dettagli: non si tratta di una generica, per quanto motivata, paura della morte o del nemico, bensì della mancanza di senso che giace dietro ad essi. Non è forse la più grande paura dell’uomo morire senza aver dato un senso alla propria vita (o morte)? E come trovare senso all’interno di un conflitto in cui le formalità burocratiche e il costo delle bombe hanno maggiore peso della vita di un uomo?

Il conflitto allora si trasforma da alleati vs tedeschi a ragione vs irrazionalità, con una dirompente ed efficace inversione tra comicità e tragedia, dove uno scherzo tra amici precipita in una drammatica fatalità o è una delicatissima linea di spago a condannare a morte. Quando Yossarian rinuncia alla fuga, cercando di giocare (più o meno) secondo le regole dell’assurdo contesto che gli sta costando la squadra, quel sistema gli si ritorce contro, perché il bombardiere non ha ancora abbandonato la razionalità: non puoi uscire dal loop di un’alienante quotidianità se non ti abbandoni completamente ad essa. L’arresto al posto di Aarfy è in questo esemplificativo del capovolgimento dei piani.

Non ce la fanno i commilitoni di Yossarian, condannati a cadere uno dopo l’altro a meno di conformarsi: Aarfy, come detto, diventa un violento criminale; il maggiore Maggiore Maggiore è perfetto nei suoi nuovi panni di ufficiale impegnato nel modellismo, così come Milo Minderbinder, il quale, per ovviare all’assurdità della guerra e spezzare il loop dell’insensatezza, introduce l’altro grande elemento di pazzia del nostro mondo: il mercato, spostando ancora più in là l’asticella dell’irrazionale, andandosene in giro per il mondo e stipulando accordi commerciali tra paesi in guerra tra di loro.

A farne le spese, in questo teatro dell’assurdo, gli innocenti, come evidenziato dal montaggio alternato dello stupro e del cane picchiato nella quinta puntata (la migliore, dal punto di vista tecnico). A margine, ma non per importanza, viene sottolineata la complicità dell’incomunicabilità (evidente in lingua originale), qui ripresa in una didascalica diversità di lingue, ma evidente nel suo riferimento più generale a un’umanità le cui incomprensioni sono all’origine del conflitto.

Catch-22 riesce quindi nell’impresa di snocciolare un tema ampiamente dibattuto nel pilot, senza annoiare e perdendo man mano quell’aspetto didascalico che aveva condizionato il primo episodio; la caratterizzazione dei personaggi, così assurdi eppure così reali, unita alle ottime capacità attoriali avvicina i protagonisti all’empatia dello spettatore, allietato comunque da una buona fotografia e una scelta musicale adatta, che pecca però nell’insistenza di certi stereotipi (come tutta la rappresentazione della cultura italiana). La snellezza della stagione sicuramente aiuta il ritmo della narrazione, regalandoci una vera e propria sorpresa di questo periodo seriale.

 

  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
8/10

Summary

Non è facile imbastire una stagione su un tema già ampiamente affrontato nel pilotCatch-22 riesce in sei episodi a mostrare tutti i punti di vista dietro l’assurdità della guerra, ben approfondendo il percorso del protagonista nei meandri della sanità mentale, incorniciandolo in quadro tecnicamente apprezzabile.

Porcamiseria

8

Non è facile imbastire una stagione su un tema già ampiamente affrontato nel pilotCatch-22 riesce in sei episodi a mostrare tutti i punti di vista dietro l'assurdità della guerra, ben approfondendo il percorso del protagonista nei meandri della sanità mentale, incorniciandolo in quadro tecnicamente apprezzabile.

Storia 8 Tecnica 8 Emozione 8
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