Che dire, non ci si poteva aspettare di meglio dal pilot della nuova miniserie dell’HBO, Chernobyl. Già da questa prima puntata le emozioni sono tante – e questo, visto l’argomento trattato, c’era anche da aspettarselo.
Si è deciso di iniziare proprio con l’esplosione stessa, che avviene letteralmente nei primi dieci minuti della puntata: decisione molto efficace di omettere qualsiasi scena superflua e di andare subito al sodo, in modo da riempire questo primo episodio di suspence e momenti di vero e proprio smarrimento, proprio perché in realtà sappiamo tutti come va a finire la storia. Prima della storyline principale, però, la serie apre con una serie di scene ambientate nel 1988 incentrate su un personaggio la cui identità rimarrà sconosciuta al pubblico anche a fine della puntata.
Ancora una volta, la scena ha il potente effetto di incollare lo spettatore allo schermo già dai primi minuti, introducendo uno dei temi che ha importanza maggiore in riferimento a catastrofi causate dall’uomo, ossia la colpa: ‘who is to blame?‘ è infatti la prima domanda che è posta allo spettatore. La risposta segue a ruota ma è subito introdotto anche da un riferimento chiarissimo a come, in realtà, Dyatlov, considerato appunto come il principale responsabile del disastro, sia soltanto uno dei tanti criminals della storia, promettendo allo spettatore la rivelazione di nuove verità e invogliandolo a continuare la serie.
Un’altra scelta molto efficace è il fatto di non aver concentrato la storia – o almeno, non ancora – soltanto su un personaggio. Invece di concedere uno sguardo limitante attraverso gli occhi di un solo individuo, l’intero episodio narra le esperienze di varie categorie di persone sia all’interno che all’esterno della centrale nucleare di Prypjat al momento della tragedia. Giustamente, il focus principale è sulla squadra di operatori che stavano dirigendo l’esperimento che causò l’incidente e su Dyatlov, il direttore, insieme a chi ha dovuto avere a che fare con l’incendio all’interno della centrale. Ma è anche interessante il focus sui civili che decidono di uscire e recarsi su un ponte vicino per osservare meglio il bagliore proveniente dalla centrale, probabilmente per sottolineare come non ci sia stato alcun avvertimento sulla gravità della situazione.
Anche il finale è di grande effetto, e impressiona per la sua cupa e triste realtà: la notte è trascorsa e la quotidianità continua, ma l’uccellino che cade a terra e muore a causa delle radiazioni lascia presagire come la situazione sia, in realtà, ancora critica.
Uniche note negative: chi guarda la serie in inglese troverà un po’ fuori luogo gli accenti british – in fondo siamo nell’Ucraina del 1986! In più, sembra che dopo la 8×03 di Game of Thrones l’HBO si sia innamorata del look total black della fotografia. Assolutamente non fuori luogo per il tema trattato ma portato un po’ all’estremo in Chernobyl – realistico, sì, ma un po’ fastidioso quando nasconde persino le espressioni dei personaggi.
In definitiva, per il solo tema affrontato, l’HBO ha il coltello dalla parte del manico: le emozioni non possono mancare proprio per il fatto che l’argomento trattato è l’incidente di Chernobyl. Ci si augura soltanto che i prossimi episodi continuino sulla stessa linea e non scadano nell’essere troppo romanzati, o americanizzati.
-
Storia - 8.5/108.5/10
-
Tecnica - 8/108/10
-
Emozione - 9/109/10
Summary
Il pilot di Chernobyl, nuova miniserie dell’HBO, non delude, e regala uno sguardo realistico e spaventoso sulla notte del 26 aprile 1986.
Porcamiseria
Il pilot di Chernobyl, nuova miniserie dell'HBO, non delude, e regala uno sguardo realistico e spaventoso sulla notte del 26 aprile 1986.
Storia 8.5 Tecnica 8 Emozione 9Ti è piaciuto l'episodio?
