Dopo settimane a mostrarci, bene o male, rielaborazioni dello stesso concetto (arrivo in un’epoca, rintraccio Vandal Savage, fallisco, riparto), Legends of Tomorrow si trova in una posizione invidiabile: ha una serie di personaggi ormai collaudati e rodati nelle loro dinamiche e una trama che ha finalmente dato un netto scossone agli eventi separando i protagonisti in diverse epoche e situazioni. La serie ha così la possibilità di prendere una direzione originale e creare un reticolo narrativo interessante e dinamico. Ma gli autori saranno riusciti in questo piccolo miracolo? Spoiler: no.
Let’s move on
Dopo essere stati abbandonati nel 1958, Ray, Kendra e Sarah non possono far altro che prendere atto della nuova situazione e andare avanti con le proprie vite. I primi due, dopo che la speranza iniziale definitivamente svanisce, decidono di darsi una possibilità e ambientarsi nella nuova epoca: Ray diventa professore universitario, Kendra bibliotecaria, e i due iniziano così la loro nuova vita di coppia. Destino diverso per White Canary che, disillusa e senza speranza, torna nell’unico posto che può ancora chiamare casa: Nanda Parbat.
Il nuovo equilibrio dei nostri protagonisti lost in time dura la bellezza di due anni, che per noi però letteralmente volano: il ritorno della Waverider con a bordo Rip, Stein e Jax ribalta il nuovo status quo, ridando speranza a Kendra e lasciando invece Ray con l’amaro in bocca.
Discorso diverso per Sarah, decisamente più difficile da recuperare: tornata ad essere uno dei migliori assassini di Ra’s Al Ghul (che piacere rivederlo), la ragazza affronterà l’ex-amica Kendra in un trial by combat tanto famigliare agli spettatori di Arrow. Alla fine, però, per concessione dello stesso Ra’s, White Canary tornerà insieme alle Leggende e ripartirà alla volta di una nuova epoca.
No, tranquilli, non ci siamo dimenticati di Snart. Il nostro amato Capitan Ghiacciolo infatti è stato catturato dall’onnipresente Chronos, del quale finalmente scopriamo l’identità: si tratta di un redivivo Mick Rory, che dopo essere stato risparmiato da Snart giusto due episodi fa è stato reclutato dai Time Masters grazie alla solita incomprensibile serie di paradossi temporali e mandato tra le pieghe dello spazio-tempo alla ricerca delle Leggende.
So many things to do, so little time
Gli autori di Legends avevano finalmente in mano la chiave di volta di tutto quanto. Una parte del team sperduta nello spazio-tempo, un’altra ormai dedicatasi a una vita senza viaggi nel tempo e superpoteri in un’epoca passata, il ritorno della Lega degli Assassini e di Ra’s Al Ghul e un vecchio compagno di squadra divenuto villain. Tutti gli ingredienti per fare il botto. Purtroppo, però, la fretta ha fatto da padrona: eventi che avrebbero meritato un arco narrativo di almeno 3 o 4 episodi sono qui stati condensati in uno solo, riducendo di molto l’impatto di ogni singola storyline.
I due anni trascorsi da Ray e Kendra negli anni Cinquanta passano in un soffio, senza nemmeno darci il tempo di abituarci alla loro nuova vita. Questa parte della trama (che ricorda parecchio la quinta stagione di Lost) risulta strappata via, e il risultato è che i successivi diverbi interni alla coppia non fanno presa sullo spettatore, che vi assiste impassibile. Un episodio di assestamento in questo caso avrebbe sicuramente giovato, dandoci il tempo di metabolizzare la situazione e, di conseguenza, di empatizzare con Ray quando Kendra decide di riunirsi alla vecchia compagine senza nemmeno un briciolo di dubbio.
Lo stesso episodio intermedio sarebbe servito per approfondire la storyline di Sarah e del suo ritorno a Nanda Parbat: possiamo solo immaginare i conflitti interiori della Lance, sia al momento della decisione di tornare nella Lega sia, successivamente, all’arrivo dei suoi vecchi compagni di squadra decisi a riaverla tra le loro fila. Possiamo solo immaginarli, appunto: non ci vengono mai mostrati, tutto è troppo veloce, accumulato in poco tempo e frettolosamente accennato. La stessa riapparizione di Ra’s Al Ghul è stata liquidata in poco tempo, ed è un peccato considerando che si tratta di un (ex) protagonista fondamentale della serie madre e uno dei più grandi cattivi di sempre della DC Comics.
L’occasione per ovviare ai problemi ormai consolidati della serie è così sfumata. I problemi di Legends of Tomorrow restano sempre gli stessi: uno scarso approfondimento dei personaggi – stavolta, perlomeno, hanno mantenuto una certa coerenza rispetto agli sviluppi dei precedenti episodi – e un’eccessiva fretta di far succedere cose a discapito della chiarezza e del rispetto per i personaggi stessi. Ed è un vero peccato, perché le parti più strettamente action continuano invece a funzionare: lo scontro tra Chronos/Rory e le Leggende a Nanda Parbat è esaltante e ben realizzato, con un uso della CGI mai eccessivo.
Le idee non mancano in casa CW/DC: quello che manca è proprio la volontà di metterle a frutto come si deve, privilegiando l’azione e l’entertainment fine a se stesso senza nemmeno tentare di andare un filo più a fondo. Legends of Tomorrow porta così a casa la sufficienza dei tre porcamiseria, per aver svolto il compitino settimanale: ma se ci dovessimo basare sulle potenzialità mostrate ma sprecate, il voto scenderebbe inesorabilmente a uno.
Note
- Vediamo finalmente l’altra figlia di Ra’s Al Ghul, ovvero Talia. I profani l’hanno vista al cinema in The Dark Knight Returns interpretata da Marion Cotillard, mentre i più avvezzi al fumetto sanno che Talia è anche la madre del figlio di Batman, Damian, attuale Robin.
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Meglio non farsi troppe domande…
Potremmo interrogarci sugli infiniti paradossi temporali di #LegendsOfTomorrow, ma la serie invita evidentemente al #chissene #SerialUpdate
— Simone Faré (@Cym0n_) April 5, 2016
Ci sono voluti solo nove episodi!
Kendra si è resa utile per una volta in vita sua #LegendsOfTomorrow
— ǝʞɹɐllǝq ☀️ (@xdemislaughx) April 2, 2016
Ce lo siamo chiesti un po’ tutti in sala…
Scusate ma i soldi dove li hanno trovati?#SerialUpdate #TelefilmAddicted #LegendsOfTomorrow
— LaVolpeConGliOcchiali 🦊 (@VolpeWOcchiali) April 1, 2016
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