Doctor Who11×08 The Witchfinders

Non è facile essere il primo Dottore donna in tredici rigenerazioni, specie se ti trovi nel bel mezzo di una caccia alle streghe nell'Inghilterra del XVII secolo!

7.3

Una caccia alle streghe si trasforma in qualcosa di più in questo episodio di Doctor Who che si prende una pausa dagli strillati messaggi delle puntate precedenti, lasciando che la narrazione stavolta sussurri da sé il proprio fine.

ATTENZIONE! Spoiler satanici oltre questo punto.

Dopo la critica/non critica al sistema della scorsa puntata, il Team Tardis torna sulla Terra, sperando di intercettare l’incoronazione di Elisabetta I, ma la cabina blu non è d’accordo e fionda tutti nel Lancashire del 1612, in piena caccia alle streghe. Fautrice di questa carneficina è Becka Savage, donna timorata più del diavolo che di Dio, la quale trova appoggio nella crociata inaugurata da re Giacomo I, personalmente coinvolto negli affari del piccolo villaggio.

Le paranoiche ossessioni del sovrano, inscenato con un balletto tra la macchietta e il dramma da un buon Alan Cumming, sono il riflesso e la conseguenza di una psiche turbata fin dall’infanzia, segnata da omicidi, abbandoni e un costante senso di sfiducia negli altri, che ha trovato nella libera interpretazione della religione un fertile terreno per far germogliare una robusta intolleranza (nonostante le tendenze bisessuali, maldestramente messe in scena). Il ritratto di Giacomo affonda le sue radici su esperienze reali della biografia del re, mutuando da queste una personalità tormentata, divisa tra il desiderio di conoscenza (che l’accomuna al Dottore) e la diffidenza totale (all’estremo opposto della nostra Time Lady).

Becka è in questo molto più facile da odiare e rendere bersaglio delle antipatie degli spettatori, rientrando nel novero dei villain spietatamente umani su cui questa stagione sta puntando spesso, preferendoli alla consueta minaccia aliena. Certo, i Morax non sono pacifici e anche loro vogliono distruggere il pianeta, ma ciò non toglie che Madame Savage fosse spregevole anche prima di essere “posseduta” dalla regina aliena – ed in questo forse gli extraterrestri rappresentano un surplus nell’episodio, un espediente che giustifica la parte sci-fi  ma che viene risolto in fretta nella parte finale dell’episodio.

These are hard times for women! If we’re not being drowned, we’re being patronised to death!

La caccia alle streghe è il pretesto per mettere ancora più in evidenza quanto il nuovo aspetto del Dottore condizioni pesantemente le sue avventure: i rischi nell’affrontare la Storia (umana soprattutto) nei panni di una donna sono stati per ora più alti rispetto alle meno pericolose (non più sicure) fattezza da uomo. Non sembra quindi un caso, come ben suggerisce Gabriele, che questo episodio sia stato trasmesso nella Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne.

We’re all the same. We want certainty. Security. To believe that people are evil or heroic. But that’s not how people are. You want to know the secrets of existence? Start with the mysteries of the heart.

Con queste parole, in un sentito monologo che conferma ancora una volta l’ottima scelta della Whittaker come Dottore, la morale della puntata cerca di confinare quel mix di bigottismo religioso e misoginia che appesantisce l’atmosfera, perfettamente incorniciata da una fredda e nebulosa fotografia, fiore all’occhiello di questa stagione. La citazione finale di Arthur C. Clarke, colonna mondiale della fantascienza (2001: Odissea nello spazio e sto), impreziosisce ancora di più il significato dell’episodio, che invita a non demonizzare l’ignoto, tanto esterno quanto interno all’uomo.

Nonostante le buone prestazioni, faticano ancora i companion a trovare una dimensione individuale, funzionando bene come gruppo ma solo superficialmente scalfiti come singoli personaggi (un rapido accenno al bullismo di cui è stata vittima Laz e un altrettanto veloce riferimento ai genitori di Ryan). Non si sente, in questo caso, l’assenza di una trama orizzontale, ma sicuramente un episodio del genere sarebbe risaltato di più in un contesto in cui la verticalità non è la norma.

 

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
7.3/10

Summary

Il pretesto della caccia alle streghe permette di affrontare al contempo il problema dell’intolleranza religiosa e la misoginia che spesso la accompagna. Un Dottore in gran spolvero con una guest star piacevole e un buon gruppo di supporto, che però fatica a rivelare le potenzialità individuali.

Porcamiseria

7.3

Il pretesto della caccia alle streghe permette di affrontare al contempo il problema dell'intolleranza religiosa e la misoginia che spesso la accompagna. Un Dottore in gran spolvero con una guest star piacevole e un buon gruppo di supporto, che però fatica a rivelare le potenzialità individuali.

Storia 7 Tecnica 8 Emozione 7
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