The Flash2×18 Versus Zoom

Finalmente The Flash fa centro e ci regala un episodio come si deve, ricco di azione ed emozioni, con uno sguardo al passato di Zoom e finalmente uno scontro a viso aperto. Non un episodio perfetto, certo, ma che ci fa ben sperare per la chiusura di questa seconda stagione.

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Sì, lo so cosa state pensando. Non ci credevo nemmeno io inizialmente, eppure tocca essere obiettivi e fare i conti con la verità: The Flash ha sfornato una puntata bella e godibile. Tranquilli, non è perfetta né ineccepibile, ma riesce comunque nell’intento di divertire, coinvolgere ed emozionare come non accadeva, probabilmente, dai fasti della prima stagione. Come ci sono riusciti? Andiamo a vederlo insieme.

Zoom Origins

Il monologo iniziale di Barry, che ripercorre la sua infanzia dal fatidico momento dell’assassinio della madre fino all’accoglienza in casa West, fa già capire dove l’episodio voglia andare a parare: il parallelo con le origini di Zoom è inevitabile, sostenendo la tesi che non si nasce buoni o cattivi, ma che sono le esperienze che viviamo a renderci tali. Zoom, al secolo Hunter Zolomon, ha assistito proprio come Barry alla morte della madre: laddove però il padre di Flash è stato ingiustamente accusato, il padre di Hunter era effettivamente il vero responsabile: un padre violento e autoritario, che con il gesto estremo dell’omicidio della moglie davanti al figlioletto ha condannato per sempre il piccolo Hunter a crescere in maniera deviata, mosso da una psiche a dir poco turbata.

The Flash 2x18 Versus Zoom recensione

Quello che ne esce è un villain diabolico, un serial killer che, come scopriremo più avanti, si diverte a compiere il male: non ha esitato a interpretare la parte di Flash/Jay Garrick per anni, solo per il gusto di regalare – e successivamente togliere – false speranze al popolo di Terra-2, così come non ha esitato a sfruttare il rapporto con Caitlin solo per poter restare in contatto con Barry e tutta la cricca degli Star Labs. Anche se è proprio su quest’ultimo rapporto, più che quello con la sua famiglia, che lo vediamo per la prima volta vacillare, indeciso, per poi ripiegare verso un finale forse un po’ telefonato ma senza dubbio ad effetto.

Il ritratto che viene dato di Zoom, ora che ne sappiamo la vera identità, riesce a colpire nel segno. Non mancano di sicuro le lacune – l’intera parte sulla morte inscenata è un po’ forzata e poco chiara – ma ora il supercattivo acquista tutta una serie di sfumature diverse, anche grazie a un Teddy Sears finalmente in stato di grazia e inquietante quanto basta nel ruolo.

Famiglie allargate

Tra uno scontro tra velocisti e l’altro, in questo episodio è sicuramente centrale il tema della famiglia. Il già citato flashback sull’infanzia di Barry e su quella di Zoom pone infatti l’accento su quanto sia proprio la famiglia ad essere fondamentale, ma non solo: anche Wally – finalmente un po’ meno fastidioso del solito – ne capisce il valore quando un disinteressato Joe gli chiede di venire a vivere in casa West, per poi farne subito le spese quando Zoom minaccerà la famiglia “estesa” di Barry. Il rapporto tra i due West pare iniziare ad evolversi, finalmente, e dopo intere puntate in preda alle crisi da adolescente ribelle di Wally non possiamo che esserne felici.

The Flash 2x18 Versus Zoom recensione

La famiglia, in questo episodio, è centrale anche per Harrison Wells: non solo per l’incessante ricerca della figlia, ma anche e soprattutto per il timido istinto paterno che Wells sta sviluppando nei confronti di Barry. Istinto che lo porta in prima battuta a cercare di ostacolarlo quando cerca di riaprire i varchi per Terra-2, ma poi anche a chiedere l’aiuto di Joe e, infine, a supportare Barry nelle sue scelte. Già nelle precedenti recensioni abbiamo elogiato il personaggio di Wells come una delle poche cose realmente funzionanti di questa seconda stagione, e con questo episodio il personaggio compie un ulteriore passo in quella direzione, confermandosi fondamentale nell’economia della serie (e confermando Tom Cavenaugh, qualora ce ne fosse bisogno, come un mostro di bravura).

Bene ma non benissimo

Lo dicevamo in apertura: The Flash ha finalmente fatto centro – gli ci sono voluti solo diciotto episodi, in fondo, che sarà mai – con una puntata brillante e coinvolgente, che tuttavia pecca di eccessiva carne al fuoco e di alcuni dei vecchi difetti che ci hanno fatto sgradita compagnia nelle scorse settimane.

Davvero c’era bisogno di rivedere Cisco alle prese con i timori di diventare un supervillain come il suo doppleganger? Era già successo nei confronti di Caitlin al ritorno da Terra-2, e già all’epoca lasciava il tempo che trovava, figuriamoci la reiterazione dello stesso “dramma”.

The Flash 2x18 Versus Zoom recensione

Permane anche una discreta stupidità dei protagonisti: non è infatti ben chiaro come avrebbe dovuto funzionare il piano per la cattura di Zoom, né come mai nessuno abbia provato ad approfittare della momentanea distrazione di Zolomon e della sua brama di potere e velocità. Sviluppi di trama un po’ forzati, quindi, ma che hanno contribuito alla buona riuscita dell’episodio e che, quindi, si guadagnano il nostro momentaneo perdono.

Quattro porcamiseria, quindi, per Versus Zoom: quando le cose funzionano, è giusto premiarle. Riuscirà The Flash a mantenere questo livello fino all’imminente finale di stagione o dovremo tornare ad assistere alle solite trame trite e ritrite e ai soliti personaggi senza evoluzione né approfondimento? La speranza è l’ultima a morire, sempre che non sia un’illusione creata ad arte da Zoom.

4

 

Note

  • Un piccolissimo riferimento a inizio episodio ci spiega come Barry sia finito a trovare Supergirl nello storico crossover. Ci aspettavamo un riferimento un po’ più articolato, ma tant’è, tocca accontentarsi.
  • Diversi fan su Internet hanno espresso il loro disappunto sulla storyline di Zoom: stando alle sue spiegazioni, Jay Garrick come Flash non è mai esistito se non come “invenzione” dello stesso Zolomon, facendo così infuriare i fan di vecchia data del fumetto. Il commento, anche un po’ divertito, di Greg Berlanti è stato un semplice “Keep watching“. Cosa che noi, ovviamente, faremo.
  • Rimane il grande mistero: chi è l’uomo nella maschera di ferro?

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