How to Get Away with Murder5×15 Please Say No One Else Is Dead

Season Finale Dei vecchi nemici tornano a bussare alla porta di Annalise e la verità sull'omicidio di Lahey Senior viene finalmente a galla, ma non prima di averci confuso le idee un rimaneggiamento dopo l'altro.

6.5

Mezze verità, manipolazioni, ricatti, minacce e rivelazioni: gli ingredienti essenziali per ogni season finale di How to Get Away with Murder che si rispetti sono presenti nell’ultimo atto di questa quinta e controversa stagione, che ha alternato momenti in cui brancolava nel buio ad altri in cui la trama sembrava aver intrapreso finalmente la strada giusta. Tutti, tranne uno. Difatti, se da un lato Please Say No One Else Is Dead porta a termine – anche se nemmeno è sicuro – la trama orizzontale principale, dall’altro la debole presenza di quel crescendo di tensione che soprattutto nei primi anni ha caratterizzato questo genere di occasioni rende l’episodio non molto diverso da quelli che l’hanno preceduto, ad eccezione degli ultimi dieci minuti che, come al solito, sono un concentrato di cliffhanger che vogliono fare da premesse per la prossima e ancora incerta stagione.

L’attenzione è ovviamente puntata sulla morte di Nate Lahey Sr. e sul possibile – e sperato – coinvolgimento di Miller. Come più volte abbiamo ribadito, la storyline di Bonnie e Nate in questa seconda parte di stagione è stata una piacevole sorpresa: il dramma psicologico vissuto dalla donna per aver dato il colpo di grazia all’uomo che amava e i tentativi dell’ex poliziotto di pulirsi la coscienza non solo sono stati molto efficaci per tenere vivi l’interesse e il coinvolgimento del pubblico, approfondendo due personaggi finora rimasti secondari (e riscuotendo un risultato certamente migliore con la prima), ma hanno anche aiutato la trama a muoversi verso una destinazione ben precisa.

Tuttavia, se la meta era chiara, la strada per arrivarci è stata bruscamente cambiata in più di un’occasione e questo continuo giocare con lo spettatore confermando e smentendo la colpevolezza di Miller è finito per rivelarsi un’arma a doppio taglio che, anche in questo season finale, rende difficile stare dietro alla narrazione e arrivare alla verità, rimaneggiata più volte nel corso dell’episodio. Conoscendo How to Get Away with Murder non ci sorprende affatto che si tratti di una verità amara, che porta ancora una volta Annalise a intervenire per proteggere “i suoi figli” dai loro stessi demoni, anche se possiamo star certi che questa bugia avrà vita breve.

Ma quindi, se Miller è innocente, di chi è la colpa per la morte del padre di Nate? Dei Castillo, naturalmente. Come già detto a proposito del finale dello scorso episodio, il loro ritorno è ciò di cui la serie sentiva meno il bisogno in questo momento: se già lo schema narrativo in cui si muovono trame e personaggi dimostra segni di debolezza a causa della sua staticità, riproporre per la terza volta gli stessi antagonisti non è certamente la scelta più furba.

I put your father in jail so that we wouldn’t have to deal with your family anymore, Laurel!

A maggior ragione se si considerano il fatto che non vi era alcun motivo di riaprire una storyline che aveva trovato nell’arresto di Jorge Castillo una degna chiusura e la debolezza della giustificazione suggerita da Nowalk, in cui il rancore di Xavier nei confronti di Annalise e l’interesse della famiglia a manovrare le azioni del procuratore di turno sono un poco fantasioso adattamento del cliché che vuole il nuovo villain impegnarsi nel vendicare la disfatta del suo predecessore e nel seguire le sue orme, finendo per risultarne – come sottolinea la stessa Annalise – la copia sbiadita. Che l’alleanza con la Governatrice darà più senso a tutta questa storia? La possibilità c’è, come c’è il rischio che il coinvolgimento dei Castillo vada a penalizzare l’interessante conflitto tra Annalise e la Birkhead.

A proposito di Castillo, un discorso del tutto diverso è quello da riservare a Laurel. Dopo che il suo personaggio è stato bistrattato dalla sceneggiatura fino a diventare insopportabile a gran parte del pubblico, il miglioramento della sua caratterizzazione, portato avanti a piccole dosi nei vari episodi di questa stagione, mostra proprio in questo season finale gli ottimi risultati raggiunti, grazie a un’introspezione inaspettata che dà maggiore rilievo alle sue emozioni, dai sensi di colpa per i problemi che ancora una volta la sua famiglia sta portando al resto del team alla lealtà che la lega a quest’ultimo. Le scene dei confronti con Annalise, con i Keating 5 e con il fratello sono tra le più riuscite dell’episodio e, se il merito va anche a chi ha scritto i dialoghi e agli altri attori coinvolti, di certo a Karla Souza spetta un riconoscimento particolare per aver dato credibilità e forza alle parole e alle emozioni del suo personaggio.

Si potrebbe dire che questo protagonismo già contenga in sé il cliffhanger finale e ciò che esso comporterà: la scoperta che tutte le preoccupazioni che la donna ha manifestato nel corso della stagione senza mai ricevere la giusta attenzione erano fondate apre la strada alla sua improvvisa scomparsa, così come a quella del piccolo Christopher. Nonostante tutti i personaggi sembrino convinti che siano stati rapiti da quegli psicopatici dei suoi parenti, altrettanto probabile è l’ipotesi che la Castillo abbia organizzato la propria fuga, qualcosa che era nell’aria già da qualche settimana.

Ma questo è soltanto l’ultimo di una folta schiera di cliffhanger che, ben più numerosi rispetto all’anno scorso, vanno a colmare quella mancanza di tensione di cui abbiamo parlato all’inizio. Oltre alla scomparsa di Laurel e alla rivelazione del legame tra Castillo e Governatrice, a lasciarci sulle spine è la scoperta da parte di Oliver che il padre biologico di Michaela conosceva Annalise; un plot twist inaspettato, che promette di rimettere la brillante studentessa in primo piano piuttosto che usarla soltanto come anello di congiunzione tra i Keating 5 e Gabriel, il quale continua a rappresentare una minaccia che Michaela sta stupidamente sottovalutando.

Infine l’ultimo grande interrogativo riguarda il destino di Emmett e l’eventuale coinvolgimento di Tegan, suggerito dalla serie stessa, in quello che sembra a tutti gli effetti un avvelenamento: cos’altro avranno da dire questi due personaggi, ormai ben inseriti nella trama di How to Get Away with Murder? Sicuramente, nonostante ci siano numerose matasse da sbrogliare, tutto sarà chiaro con la sesta stagione, ma la sfida più grande sarà ancora una volta quella di dare risposte che non siano soltanto sorprendenti, ma anche e soprattutto plausibili.

  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 6.5/10
    Emozione - 6.5/10
6.5/10

Summary

Un finale sottotono che rimedia al ritmo lento dovuto all’assenza di quella tensione cui siamo abituati aggiungendo tanta, forse troppa, carne al fuoco. Alla confusione con cui si arriva a concludere la trama orizzontale e al poco gradito ritorno di vecchi nemici rimediano l’interessante approfondimento di Laurel e alcuni cliffhanger che per il momento stuzzicano la nostra curiosità.

Porcamiseria

6.5

Un finale sottotono che rimedia al ritmo lento dovuto all'assenza di quella tensione cui siamo abituati aggiungendo tanta, forse troppa, carne al fuoco. Alla confusione con cui si arriva a concludere la trama orizzontale e al poco gradito ritorno di vecchi nemici rimediano l'interessante approfondimento di Laurel e alcuni cliffhanger che per il momento stuzzicano la nostra curiosità.

Storia 6 Tecnica 7 Emozione 6.5
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