L’intreccio di How to Get Away with Murder, giunto quasi al termine – per cause naturali, a giudicare dalla piega presa dagli eventi – continua a riservarci sorprese, dopo che i membri del gruppo di Annalise hanno ceduto sia alle pressioni minacciose della famiglia Castillo che a quelle dell’FBI.

Gli eventi di The Reckoning, presi al netto della scrittura dell’episodio, sono piuttosto semplici: viene svelato l’assassino di Asher – prima del previsto! – Annalise si trova subito ad affrontare la frattura interna nel suo gruppo, o quello che ne rimane, e Gabriel finalmente può avere una parte più attiva e determinante, rispetto alle solite azioni di disturbo contro i Keating 4.

La parte processuale è particolarmente interessante: Annalise, catturata durante la sua fuga, non è immediatamente processata per la notte del falò e tutti gli eventi collaterali, ma rimane semplicemente agli arresti domiciliari – ironia della sorte visto il periodo di quarantena – a causa dei documenti falsi. Ciò le dà l’occasione per confrontarsi con Ophelia, Tegan, ma soprattutto per iniziare ad agire preventivamente contro il monte di accuse ancora da affrontare.

Si delineano interessanti ipotesi di tradimento, in primis quella di Nate e del famigerato articolo di giornale sulla vecchia casa della famiglia Keating data alle fiamme, e successivamente, pur per un breve istante, il coinvolgimento di Laurel nella morte di Asher. È uno di quegli espedienti narrativi un po’ scialbi fatti per allungare il brodo del singolo episodio, con teorie e contro-teorie costruite e smontate nel giro di 5 minuti che non fanno bene alla sceneggiatura.

L’identità del killer viene infatti svelata senza troppe cerimonie verso la fine della storyline dedicata ai flashback. Commovente il messaggio di addio non consapevole di Asher, come i motivi che lo hanno spinto – ma mai fino in fondo – a collaborare con l’FBI. Molto meno convincente la partecipazione di Gabriel come testimone dell’accaduto: sospendiamo l’incredulità perché in How to Get Away with Murder ogni tanto succede, ma davvero non è pensabile che sia riuscito a vedere a quella distanza l’orecchino dell’agente Pollack.

L’assassina di Asher entra sempre più nella narrazione, dando profondità alla macchina asettica dell’FBI negli episodi a venire. Scopriremo se l’agente che lavora per Xavier Castillo è il caso isolato o se la macchina della corruzione è più profonda di quanto pensassimo, ma anche se Nate ha abbandonato definitivamente la squadra. Invece per Bonnie e Frank, manco a dirlo, la fiducia è assoluta.

Non è purtroppo un episodio ricco, risente del contraccolpo dato da una mid-season premiere molto interessante e carica di avvenimenti, ma è strumentale alle battute finali della serie, definendo in maniera netta schieramenti e alleanze – c’è ancora spazio per i tradimenti? Connor, Michaela e Oliver si pentiranno presto delle loro azioni – e Cicely Tyson è sempre magistrale nell’accompagnare Viola Davis nell’interpretazione di un travagliato rapporto tra madre e figlia.

Abbiamo visto di meglio, ma in una sesta stagione al di sopra delle aspettative una lieve frenata all’apparato frenetico di How to Get Away with Murder è, tutto sommato, in qualche misura perdonabile.

7/10

Storia - 7/10
7/10

Tecnica - 7/10
6.5/10

Emozione - 6.5/10

6.8/10

Summary

Un episodio di How to Get Away with Murder senza infamia e senza lode, che risente di alcuni brutti momenti di sospensione dell’incredulità e di una scrittura inorganica, con teorie e contro-teorie costruite e smontate in troppo poco tempo per essere metabolizzate dallo spettatore.

Porcamiseria

6.8

Un episodio di How to Get Away with Murder senza infamia e senza lode, che risente di alcuni brutti momenti di sospensione dell'incredulità e di una scrittura inorganica, con teorie e contro-teorie costruite e smontate in troppo poco tempo per essere metabolizzate dallo spettatore.

Storia 7 Tecnica 7 Emozione 6.5

Scopri di più sui Porcamiseria