Il CacciatoreIl Cacciatore Season 1: è aperta la caccia alla Mafia

Season Recap Ispirata al libro del magistrato Alfonso Sabella, Il Cacciatore è una serie sulla Mafia diversa dalle solite a cui siamo abituati.

7.8

Il Cacciatore è una serie targata Rai Fiction uscita nella primavera 2018 sul secondo canale nazionale – e no, non ha niente in comune con l’omonimo film di Michael Cimino. Tratta dal libro autobiografico “Il cacciatore di mafiosi” – che forse sarebbe stato un titolo migliore – la serie si ispira alle vere indagini di Alfonso Sabella, lo scrittore e magistrato del pool antimafia di Palermo negli anni ‘90. A seguito delle bombe tra il ‘92 e ‘93, lo Stato Italiano era in guerra aperta con la Mafia e stava perdendo.Durante gli anni più terribili e disperati della nostra storia recente, dopo la morte di Falcone e Borsellino, il popolo italiano scoprì tutta la fragilità della sua giustizia. In questo periodo un gruppo di magistrati non cercò di riportare l’ordine pubblico, ma mise a rischio la propria vita per ottenere vendetta. Questa non è solo la sinossi della serie. Questo è quello che è successo veramente.

Di fiction sulla Mafia ne sono state fatte centinaia – forse di più – a partire da La Piovra negli anni ‘80. È un argomento televisivo ormai saturo e, al tempo stesso, di cui non si parla abbastanza – specie della Mafia attuale, più furba e invisibile, rispetto a quella, appunto, del periodo stragista. Ma Il Cacciatore non è l’agiografia di un magistrato che ha rischiato tutto per un ideale di giustizia. Il Cacciatore è, invece, una serie crime period al passo con i ritmi e l’estetica della serialità contemporanea internazionale.

Il Cacciatore non è l’agiografia di un magistrato

Rai Fiction, al tempo in cui uscì questa serie, non aveva ancora abituato i suoi telespettatori a questo livello di qualità – L’Amica Geniale uscì più di 9 mesi dopo – e sorprende che Il Cacciatore non sia una coproduzione internazionale né una serie evento, cosa che suggerisce la volontà della Rete Nazionale di uscire dalla comfort zone dei melodrammi anche in quei prodotti, principalmente, per il mercato italiano.

Saverio Barone, alter ego di Alfonso Sabella, è un giovane magistrato, senza vocazione per la lotta alla Mafia, che viene trasferito nel pool che darà la caccia ai più pericolosi criminali in circolazione. L’antimafia non è solo una bella promozione, ma anche una condanna a morte. Nel 1993 è probabilmente il lavoro d’ufficio più pericoloso in Italia, come gli ricorda Giulia, la sua fidanzata, che ha un lavoro sicuro (in tutti i sensi) a Roma. Se Saverio e gli altri membri del Pool hanno scelto questa vita, le loro famiglie e compagne sono costrette ad accettarla. Questa condizione li accomuna alle stesse persone a cui danno la caccia. Anche lo spietato Leoluca Bagarella ci viene subito introdotto con la difficoltà di far convivere la sua vita da ricercato e criminale con quella di amorevole marito. Una grossa spinta narrativa della serie sono, infatti, le relazioni personali e sentimentali di tutti i personaggi, compresi i latitanti.

Il pregio più grande de Il Cacciatore è aver cercato di rendere Saverio un antieroe, caratteristica tentata, in misura minore, anche con gli altri membri del pool antimafia. Saverio è un uomo ambizioso e spietato che si fa notare per aver denunciato il suo capo non perché era un corrotto, ma perché Saverio voleva il suo posto. Saverio mette la carriera davanti a tutto, persino alla sua compagna. Il suo carattere gli creerà non pochi problemi con i colleghi a Palermo, perché anche il pool antimafia è un luogo di lavoro come tutti gli altri, dove le rivalità, le gelosie e la diffidenza sono all’ordine del giorno. Marcello Izzo e Silvia Ebreul, i creatori de Il Cacciatore, hanno deciso già in fase di concept di non usare il nome e la vita di Sabella come spunto narrativo e hanno così creato Saverio Barone, il loro protagonista. È una scelta coraggiosa e spregiudicata che raramente si è vista in questo tipo di racconti. Il paradosso è, infatti, questo: non usare i veri nomi dei magistrati del Pool ha permesso loro la libertà creativa necessaria a raccontarci verosimilmente l’umanità di quelle persone.

La bravura degli sceneggiatori non si ferma a questa intuizione. Ne Il Cacciatore si trovano tutti gli elementi necessari per tenere viva l’attenzione dello spettatore, con una scrittura matura che ci immerge nella storia senza lasciarci spaesati. L’ombra del rapimento del figlio di un pentito è un costante richiamo del fatto che la posta in gioco non è solo la giustizia per le morti avvenute, ma la fine di un’epoca del terrore ancora in corso. Il brutale sequestro del povero Di Matteo, che dovrebbe essere tristemente noto ai più, è raccontato per la prima volta nel piccolo schermo, senza tabù e sottigliezze. Nonostante la sua messa in scena sia un vero colpo al cuore, è da notare e apprezzare, in queste scene, la totale assenza di patetismo perché ci viene raccontato dal punto di vista, cinico e spietato, dei mafiosi, che addirittura si lamentano tra di loro perché nessuno vuole tenersi questa patata bollente.

Se la scrittura è eccezionale per il panorama italiano, lo stesso non si può dire della recitazione – che vede alcuni dei volti comuni alle fiction italiane. Non tutti gli altri attori sono al livello di Francesco Montanari, il Libanese di Romanzo Criminale – La Serie, che interpreta il carismatico Saverio Barone. Gli regge il passo solo il bravissimo Edoardo Pesce, perfetto nel ripugnante e ignorante Giovanni Brusca. Ottimi anche Francesco Foti, che interpreta il collega e rivale magistrato Carlo Mazza, e David Coco, che riesce a umanizzare la doppia vita di Leoluca Bagarella.

Il Cacciatore è riuscito a svecchiare, più di altri prodotti, la proposta seriale della Rai

Il comparto tecnico-artistico composto da regia, fotografia, scenografie e montaggio si distingue per l’accattivante gusto pop con cui ha condito la narrazione, anche se non ci convince fino in fondo. Nonostante abbia il pregio di alleggerire i toni cupi, i colori accesi della fotografia e i freeze-frame à la Tarantino sui volti dei mafiosi annullano l’apparenza che questa sia una storia vera. Va notato, però, che tale scelta di stile è rara nella tv italiana e, anche per questo, Il Cacciatore è un ottimo prodotto nazionale che è riuscito a svecchiare, più di altri, la proposta seriale della Rai.

  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
7.8/10

Summary

Il Cacciatore è una serie crime period al passo con i ritmi e l’estetica della serialità contemporanea internazionale. Una scrittura matura in cui si trovano tutti gli elementi necessari per tenere viva l’attenzione dello spettatore. Francesco Montanari interpreta il protagonista in maniera eccezionale. Il comparto tecnico-artistico, nonostante uno stile pop discutibile, è ottimo.

Porcamiseria

7.8

Il Cacciatore è una serie crime period al passo con i ritmi e l’estetica della serialità contemporanea internazionale. Una scrittura matura in cui si trovano tutti gli elementi necessari per tenere viva l’attenzione dello spettatore. Francesco Montanari interpreta il protagonista in maniera eccezionale. Il comparto tecnico-artistico, nonostante uno stile pop discutibile, è ottimo.

Storia 8 Tecnica 7.5 Emozione 8
Scopri di più sui Porcamiseria

Ti è piaciuta questa stagione?

like
0
Mi è piaciuto
love
0
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
0
Porcamiseria!
sad
0
Meh...
angry
0
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a Il Cacciatore