I MediciI Medici Season 3 Parte 2: il tramonto di Lorenzo il Magnifico

Series Finale La serie sulle vicende dei Medici si conclude con gli ultimi anni di Lorenzo il Magnifico, ormai un uomo molto diverso dal ragazzo che ci era stato presentato, che dovrà salvare sé stesso e il nome della famiglia da scandali politici e religiosi: ma a quale prezzo?

8.0

Dopo una prima parte discreta ma non all’altezza del potenziale della serie, I Medici – Nel nome della famiglia propone quattro episodi conclusivi che, pur con i loro difetti, concludono alla perfezione non solo la stagione ma anche la serie, con trame intriganti e gestite con intelligenza e un climax molto ben costruito che, soprattutto negli ultimi due episodi, riscuote risultati notevoli.

Le due coppie di episodi sono nettamente divisibili, in quanto vanno a incentrarsi su dinamiche ben diverse: il quinto e il sesto, La Santa Sede e Un uomo senza importanza, sono ancora dominati dalle battaglie e dagli intrighi politici di Lorenzo, mentre nei successivi spicca l’ottimo lavoro svolto sulla caratterizzazione di alcuni personaggi. Nella lotta per mettere le mani sul soglio pontificio favorendo l’elezione del proprio candidato, Giovanni Battista Cybo (futuro Innocenzo VIII, interpretato dall’adeguatissimo Neri Marcorè), Lorenzo deve ancora una volta scontrarsi con Girolamo Riario, che continua a tormentarci anche dopo la pace di Bagnolo caldeggiando l’elezione di un suo cugino. Fortunatamente, però, l’opposizione tra i due signori è stavolta mediata dalle donne di casa e se Clarice non fa che confermare il nostro giudizio positivo sul suo utilizzo e la sua scrittura, è Caterina Sforza-Riario (Rose Williams) a riservarci una graditissima sorpresa.

– Ti avrei fatto diventare una regina!
– Ma sarei stata la tua regina.

La signora di Imola è una donna intelligente e machiavellica che, data in moglie giovanissima, ha negli anni imparato quale fosse il proprio ruolo in quanto donna ed è stata costretta dalle circostanze a prendere provvedimenti per proteggere sé stessa, raccogliendo un bagaglio di informazioni da usare come arma. Quell’arma adesso la dona a Clarice dopo un momento di condivisione e riflessione circa la condizione femminile che arriva piuttosto inaspettatamente durante l’apparente rapimento di madonna Medici, la quale diventa invece per la Sforza l’occasione per ribellarsi al marito e tradirlo.

Nonostante il pesante lavoro di modernizzazione e rivisitazione di questo celebre personaggio storico, il risultato è la presentazione di una figura sì poco realistica, ma indubbiamente intrigante, che brilla di luce propria nel quinto episodio, offuscando tutto il resto e rivelandosi fondamentale nella vittoria di Lorenzo e Clarice.

Anche nel sesto episodio una particolare attenzione è riservata ai personaggi secondari. La Banca rischia di essere coinvolta in uno scandalo a causa di un catasto che potrebbe portare alla luce alcuni affari illeciti e Lorenzo deve trovare una soluzione: ad aiutarlo sarà Bernardi (Johnny Harris), suo nuovo segretario nonché protagonista di un approfondimento piuttosto consistente nel corso dell’episodio. Questo nuovo personaggio, rimasto finora piuttosto enigmatico nonostante fosse già chiara una certa propensione all’agire oltre la morale e la legge pur di aiutare Lorenzo e trarne vantaggio, rivela adesso il proprio passato.

Purtroppo l’attenzione attirata da questa figura non è abbastanza per portare a seguire con interesse sia i flashback ambientati nella nativa Sarzana sia il confronto con il fratello, che finiscono dunque per appesantire notevolmente la visione. Più coinvolgenti sono invece le scene in cui I Medici si concentra su Tommaso Peruzzi, un altro nuovo acquisto che già nella prima parte prometteva piuttosto bene e che si conferma in questo all’altezza delle nostre aspettative: nonostante sia palese la sua funzionalità alla trama degli ultimi due episodi, non possiamo negare di aver assistito con interesse alla sua graduale opposizione all’amico Lorenzo, fino al tragico – e piuttosto scontato – epilogo.

Proprio la morte di Tommaso per mano di Bernardi e per ordine di un riluttante Lorenzo sarà il motore degli eventi dei due episodi conclusivi della serie. Difatti, il sospetto che dietro ad essa ci sia lo zampino del Magnifico serpeggia nella popolazione ed è assecondato da Girolamo Savonarola, che trova un’ottima arma per screditare quello che secondo lui costituisce l’incarnazione e la fonte della corruzione che sta portando Firenze alla rovina.

Il personaggio di Savonarola, rimasto in secondo piano per il resto della stagione, si distingue ora per una caratterizzazione molto riuscita nella sua ambiguità: conoscendo la figura storica di questo fanatico predicatore e la sua avversione ai Medici, ci aspettavamo un villain fatto e finito e invece, per almeno la metà del tempo, Savonarola risulta un esempio di integrità morale rispetto al Magnifico, pronto a tutto pur di screditare le voci e distruggere questo nuovo nemico. Lo scontro tra i due personaggi, simili per carisma quanto opposti per ideologie e mezzi, ci coinvolge sin da subito e mantiene alta la tensione nel corso di entrambi gli episodi.

Se Savonarola rappresenta una piacevole sorpresa, Clarice e Lorenzo sono una conferma. Il merito di rendere tanto intensi i capitoli finali della serie è sicuramente da attribuire a loro: sono i risultati di una scrittura brillante che, purtroppo, non si è percepita con costanza anche in altri aspetti della stagione. Nel settimo episodio, Anime perdute, i coniugi sono più affiatati che mai e si supportano a vicenda mentre fanno i conti ciascuno con il proprio indebolimento fisico (in particolare Lorenzo, abbattuto dalla gotta prima di quanto si aspettasse) e con la paura di vivere senza l’altro. Tanto romanticismo, ma nessun lieto fine: subito dopo un ultimo litigio a causa della scelta di Lorenzo di vendere la figlia per ottenere un risarcimento dal Papa, ecco che Clarice muore nel momento stesso in cui scopre che le mani del marito sono realmente macchiate del sangue di Peruzzi, nella scena più potente di questo doppio series finale, in cui il montaggio strategico va a rafforzare la già alta partecipazione emotiva dello spettatore.

La morte di Clarice, che segna il passaggio all’ottavo episodio, è il definitivo colpo alla moralità di Lorenzo, il quale non esita a rinnegare il pentimento sul letto di morte della moglie continuando a supportare attentati alla vita di Savonarola, avendo anche uno scontro molto forte con il figlio Piero, alleatosi con il prete dopo aver intuito il coinvolgimento del padre nella morte dell’adorato Tommaso. Il Lorenzo che vediamo ora è un uomo totalmente diverso da quello che abbiamo conosciuto nella scorsa stagione; non più l’eroe che prometteva di salvare Firenze ma un antieroe che di magnifico ha ben poco, e Il destino della città rappresenta bene questo passaggio nella sua caratterizzazione. Ovviamente, però, non è questo l’ultimo ricordo che la serie vuole lasciare del suo protagonista: in piena coerenza con il climax su cui è costruito il series finale, Lorenzo si pente all’ultimo e salva Savonarola dall’attentato che lui stesso ha favorito, e muore poco dopo per la malattia, in pace con Dio e circondato dalla propria famiglia, davanti agli occhi lucidi o lacrimanti di molti spettatori.

Separare l’arte da Dio è una menzogna, perché il cuore dell’uomo desidera la bellezza quanto desidera Dio. Ciò che è successo a Firenze non credo potrà mai essere cancellato.

Il percorso di Lorenzo si chiude quindi a cerchio, mentre la serie si concede ancora qualche istante per ricordare e celebrare Firenze e l’eredità del Magnifico, attraverso una sequenza che mostra alcune delle opere più celebri del nostro Medioevo e primo Rinascimento. È un’ultima inquadratura della cupola autoportante del Brunelleschi a congedarci da I Medici, dopo una stagione partita con alcuni passi falsi ai quali la seconda metà ha rimediato in modo convincente e che si aggiunge ad altre due in cui la scrittura ha alternato grossi inciampi a momenti di inaspettata illuminazione.

La qualità tecnica si mantiene costante e apprezzabile; se da un lato il doppiaggio continua a dare problemi (di cui ci accorgiamo solo noi italiani, per fortuna), la recitazione, nella maggior parte dei casi senza infamia e senza lode, riserva talvolta delle graditissime sorprese, come ben dimostrano Daniel SharmanSynnøve Karlsen, che calandosi pienamente nei panni di Lorenzo il Magnifico e Clarice Orsini rendono efficacemente la complessità dei due personaggi.

I Medici prometteva di esportare la serialità italiana – almeno in parte – all’estero, dimostrando il potenziale dei nostri prodotti; il risultato poteva, e forse doveva, essere migliore, ma di certo possiamo apprezzare il tentativo di adempiere questo impegno nel corso di questi tre anni, oltre a quello di proporre in patria, sul primo canale nazionale, un intrattenimento diverso rispetto alle classiche fiction cui le nostre emittenti ci hanno abituati.

  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8/10

Summary

La serie evento della RAI si conclude senza deludere: non tutto è perfetto negli ultimi quattro episodi, ma tra personaggi secondari di grande fascino, una massiccia dose di emozioni e un utilizzo magistrale del potenziale dei protagonisti le nostre aspettative possono ritenersi più che soddisfatte.

Porcamiseria

8

La serie evento della RAI si conclude senza deludere: non tutto è perfetto negli ultimi quattro episodi, ma tra personaggi secondari di grande fascino, una massiccia dose di emozioni e un utilizzo magistrale del potenziale dei protagonisti le nostre aspettative possono ritenersi più che soddisfatte.

Storia 7.5 Tecnica 7.5 Emozione 9
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