Normal PeopleNormal People: l’estetica fluida dell’amore

Season Recap Le storie d'amore hanno ancora molto da dire, anche quando le premesse sembrano scontate: a volte si può viverle, a volte guardarle a distanza di sicurezza (e in questo Normal People è perfetta).

8.7

Approdato sui piccoli schermi inglesi lo scorso 26 aprile, Normal People è una serie TV irlandese distribuita dai BBC Studios e da Hulu, che ne ha curato la distribuzione negli Stati Uniti. La storia è un adattamento del fortunato e omonimo libro di Sally Rooney, autrice irlandese che proprio grazie a questo romanzo ha conosciuto la notorietà; della trasposizione televisiva, invece, se n’è occupata Alice Birch, nota ai più per il suo adattamento di Lady Macbeth e talmente acclamata per il suo lavoro col romanzo di Rooney da essersi già aggiudicata i diritti dell’altro libro dell’autrice, Conversations with Friends.

Alla regia dei dodici episodi che compongono questa stagione di Normal People (scritti nella seconda parte quasi esclusivamente dalla Birch, mentre nella prima parte c’è anche la firma della Rooney) c’è un’equilibrata alternanza tra due ottimi registi: le prime sei puntate sono dirette da Lenny Abrahamson, nominato agli Oscar 2015 per il suo Room, mentre la parte finale della stagione è orchestrata da Hettie Macdonald, che potrebbe non dire molto ai più ma che invece i fan di Doctor Who conoscono bene in quanto regista di Blink, uno degli episodi migliori della serie.

Un tale preambolo di nomi è necessario per capire le forze messe in campo per produrre questo show, capace di catturare silenziosamente l’attenzione degli spettatori e guadagnarsi in fretta una nicchia di fiducia che col passaparola l’ha portata alla ribalta anche nell’Europa continentale. Cos’ha di tanto speciale Normal People? Dalle premesse non si direbbe nulla di originale: Marianne Connell sono due studenti irlandesi dell’ultimo anno di scuola secondaria.

Marianne, ragazza dall’intelligenza sopra la media e apparentemente spavalda, è incurante del riconoscimento sociale da parte dei suoi compagni, il che spesso la porta ad essere brutalmente sincera e, dunque, a farsi molti nemici e diventare vittima di bullismo psicologico. Connell dal canto suo è un atleta promettente e un brillante studente, il quale, nonostante un carattere introverso che lo porta più ad ascoltare che a intervenire, è perfettamente inserito all’interno del gruppo di pari.

La serie racconta la nascita della storia d’amore tra i due sui banchi del liceo, per poi seguirne le alterne vicissitudini fino a quasi le soglie della laurea. Lo fa però – e in questo sta uno dei pregi dello show – con una maturità e una sensibilità inediti, mostrandoci i personaggi nudi non solo letteralmente, ma esponendo allo spettatore le plausibili e conosciute insicurezze che ogni relazione porta con sé. Quelli che vediamo sullo schermo sono due personaggi che crescono davanti a noi e che mostrano, a ogni nuova fase della vita, problemi ricorrenti ma prospettive diverse.

Connell e Marianne non potrebbero essere più diversi sulla carta, tragicamente fuori sincrono, parallelamente inversi in ogni momento in cui la loro passione esplode: al liceo Marianne è sola e Connell pieno di amici ma all’università le cose si capovolgono; la ragazza è benestante per buona parte della serie mentre lui annaspa per rimanere a galla nel pressante mondo dei college irlandesi, fino a quando le cose non si invertono nuovamente. Eppure, sul fragile terreno delle insicurezze di entrambi, i due gettano i semi per una storia d’amore terribilmente concreta, dolorosa e piena di corporeità: ci sono tanti silenzi in Normal People e quando i protagonisti dialogano tra di loro ogni parola è soppesata, l’ambiguità al minimo, i sentimenti completamente esposti.

Ci sono tanti silenzi in Normal People, e quando i protagonisti dialogano tra di loro ogni parola è soppesata, l’ambiguità al minimo, i sentimenti completamente esposti.

Marianne è un’anima complessa, tormentata da una famiglia in cui non trova amore e che trasforma il suo desiderio di amare ed essere amata in una sottomissione psicologica manifesta in tutte le altre insalubri relazioni che non siano Connell.

Non va meglio a lui, psicologicamente intrappolato nella cittadina di Sligo, tanto impegnato da ragazzo a guadagnarsi l’approvazione sociale da aver perso per la prima volta Marianne, eppure così drammaticamente solo da adulto una volta aver scoperto che solo la scrittura e il suo amore riescono a dare pace al suo tormento (che assume i pericolosi connotati della depressione).

Rotti, eppure capaci di farsi del bene e ripararsi, fino allo straziante – eppure catartico – epilogo finale, in cui avviene la definitiva sincronizzazione.

È facile intuire come buona parte del successo di Normal People sia dovuta ai personaggi – perfettamente caratterizzati nella scrittura quanto superbamente interpretati da Daisy Edgar-Jones Paul Mescal – e ai loro intrecci, mai banali e coinvolgenti episodio dopo episodio; eppure, a contribuire a questo senso di bellezza che la serie lascia una volta finita ci pensa l’affascinante estetica messa in piedi dai due registi, dalla musica e dalla fotografia, capace di regalare il calore di un’assolata estate in una villa di campagna italiana o il freddo di un bar sperduto in Svezia. La protagonista sullo sfondo, però, nonostante le succitate deviazioni, resta l’Irlanda, coi suoi paesaggi unici a riflettere il tumultuoso vissuto dei personaggi.

Un vissuto che però ha nell’acqua il suo principale elemento rappresentativo, tanto da guadagnarsi ampio spazio nell’estetica della serie, presente frequentemente sulla scena nelle forme più diverse.

Un vissuto che però ha nell’acqua il suo principale elemento rappresentativo, tanto da guadagnarsi ampio spazio nell’estetica della serie, presente frequentemente sulla scena nelle forme più diverse. L’acqua tranquilla di una piscina, che ne intrappola la vigorosa potenza sperando di poterla controllare; l’acqua turbolenta ma libera dell’oceano, pronta a infrangersi testardamente sulla riva per dimostrare la sua perseveranza e rivelando al contempo la sua debolezza e bellezza; l’acqua torbida dello scarico, trascinata in un turbinio da forze apparentemente più grandi di lei ma pronta a riunirsi a sé; l’acqua che scava, lenta e paziente, dentro le rocce più dure, creando gli scogli più belli.

  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8.7/10

Summary

Non è facile raccontare in modo inedito una storia d’amore, tanto meno rappresentarla: Normal People riesce egregiamente nel suo scopo, affrescando due protagonisti maturi e concreti, ritraendoli con la corporeità michelangiolesca e tratteggiando sullo sfondo i paesaggi tormentati del Romanticismo. Una sorpresa straziante capace di risollevare il cuore.

Porcamiseria

8.7

Non è facile raccontare in modo inedito una storia d'amore, tanto meno rappresentarla: Normal People riesce egregiamente nel suo scopo, affrescando due protagonisti maturi e concreti, ritraendoli con la corporeità michelangiolesca e tratteggiando sullo sfondo i paesaggi tormentati del Romanticismo. Una sorpresa straziante capace di risollevare il cuore.

Storia 8 Tecnica 9 Emozione 9
Scopri di più sui Porcamiseria

Ti è piaciuta questa stagione?

like
0
Mi è piaciuto
love
0
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
0
Porcamiseria!
sad
0
Meh...
angry
0
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a Normal People