Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D.2×13 One of Us – 2×14 Love in the Time of Hydra

Sì, lo so, è imperdonabile che io sia in ritardo proprio con questa serie, ma del resto sono umano anch’io. C’è molto da dire su queste due puntate di Agents of S.H.I.E.L.D. e io ho cazzeggiato fino a ieri sera ho dovuto prendermi il mio tempo per elaborare. Mea culpa. Due episodi che non potrebbero […]

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Sì, lo so, è imperdonabile che io sia in ritardo proprio con questa serie, ma del resto sono umano anch’io. C’è molto da dire su queste due puntate di Agents of S.H.I.E.L.D. e io ho cazzeggiato fino a ieri sera ho dovuto prendermi il mio tempo per elaborare. Mea culpa.

Due episodi che non potrebbero essere più diversi, ognuno dei quali porta avanti una delle colonne portanti della trama di questa stagione: il primo prosegue sulla strada degli Inumani, il secondo si dedica a questioni a noi più familiari – spionaggio e controspionaggio – ma con pedine in campo decisamente diverse dal solito.

One of Us

Partiamo con il primo dei due episodi, che come accennato prosegue il filone gente stramba e/o inquietante con superpoteri: il nostro amato Cal, aka il padre di Skye, sta finalmente mettendo in atto la sua vendetta contro Coulson, e quale modo migliore per farlo se non quello di radunare tre o quattro pazzi sadici e pericolosi dotati oltretutto di capacità fuori dal comune?

Quando mi riferisco al nostro amato Cal, parlo sul serio: Kyle MacLachlan ci regala in questo episodio un’interpretazione fenomenale. Schizzato, folle, sopra le righe, un perfetto villain da fumetto di cui, in questa serie, sentivamo un po’ la mancanza. Un peccato che la stessa caratterizzazione non sia stata data anche agli altri membri del suo team: ci saremmo infatti aspettati di più da una guest star del calibro di Drea De Matteo, ridotta a un ruolo abbastanza piatto e poco caratterizzato. Non escludo di certo la possibilità di rivederla in futuro, ma per ora è stata un’occasione decisamente male sfruttata.

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Mentre Cal pianifica la sua vendetta, la sua adorata figlia non se la sta di certo passando bene. Dopo essersi autorinchiusa nella cella di contenimento sul Pulmino, Skye sta cercando come meglio può di controllare i suoi poteri, ma non è l’unico problema con cui deve fare i conti.

Prima di tutto, le tensioni all’interno del team. Fitz e Simmons non sono mai stati così distanti, complice ovviamente la condizione di Skye che li pone su fronti diametralmente opposti: Fitz che vorrebbe aiutarla, capirla, sorreggerla, Simmons che vorrebbe guarirla. Due lati della stessa medaglia questi, che solo in apparenza sono simili ma che in realtà nascondono significati profondamente diversi (Si veda tra le Note per Nerd a fine recensione). Ma Fitz e Simmons non sono gli unici a creare tensioni.

Coulson e May sono combattuti sull’atteggiamento e le procedure da tenere nei confronti di Skye: far prevalere i sentimenti e l’amicizia, o essere inflessibili e fare ciò che le regole impongono (che equivarrebbe a rinchiuderla e/o cacciarla dallo S.H.I.E.L.D.)? Per deciderlo, chiedono aiuto all’ex-marito di May, reclutato per dare una sua – inutilissima, a parer mio – valutazione su Skye e per mostrarci un lato di Melinda May che ancora non avevamo esplorato.

E poi, resta la (sotto)trama portata avanti dalle new entry del team, Bobbi, Mack e Hunter: dopo il mega cliffhanger dell’episodio precedente, Mack tiene Hunter ammanettato in attesa di capire cosa fare di lui, barcamenandosi insieme a Bobbi per giustificare la sua assenza con Coulson. Cosa tramino, in questo momento, non ci è dato saperlo… almeno fino al gran finale, dove finalmente Hunter viene portato a fare la conoscenza dei veri capi di Bobbi e Mack: un’organizzazione che si fa chiamare il vero S.H.I.E.L.D..

Mentre avviene tutto ciò, Skye ha finalmente la possibilità di usare davvero i suoi poteri per salvare Coulson da Cal e il suo team di supercattivi, e ci riesce solo in parte. Cal viene portato via dallo stesso misterioso uomo senz’occhi che si sta prendendo cura di Raina – il quale gli dà anche una brutta notizia: Cal non è speciale, non è Inumano come la figlia, per quanto possa crederci – mentre Skye scopre sulla sua pelle che non sta affatto riuscendo a controllare i suoi poteri, ma li sta semplicemente sfogando al suo interno. In poche parole, invece di esplodere, implode. Punto e a capo.

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Love in the Time of Hydra

Ma quindi, che cos’è questo vero S.H.I.E.L.D. per il quale Bobbi e Mack stanno facendo il doppio gioco con Coulson? È il quesito al quale il secondo episodio, Love in the Time of HYDRA, cerca di rispondere in uno dei tre filoni narrativi in cui è idealmente diviso.

Questa fantomatica organizzazione non è altro che una branca dello S.H.I.E.L.D. stesso, nata dopo gli eventi di Captain America: The Winter Soldier e la – presunta – morte di Nick Fury. Mentre da una parte Coulson tentava di ricostruire e portare avanti l’operato dello S.H.I.E.L.D. contro l’HYDRA, da qualche parte nel mondo, qualcuno – nella persona di Robert Gonzales e svariati altri agenti – ricostruiva uno S.H.I.E.L.D. diverso, più trasparente, privo di quei segreti che Fury teneva e che, a loro dire, Coulson sta continuando a mantenere.

Al momento, tutta la questione del “vero S.H.I.E.L.D.” non convince. La domanda che sorge spontanea è: ce n’era davvero bisogno? Tra Inumani e HYDRA, mi pareva fossimo già a posto. Il sospetto che mi sorge è che si stia preparando il terreno al ritorno dai morti di Nick Fury – sarà infatti presente in Avengers: Age of Ultron – ma per ora, appunto, non ci siamo. Per fortuna Coulson e May sanno che Mack sta facendo il doppio gioco, quindi mi aspetto grossi sviluppi a breve.

Tre filoni narrativi, si diceva, e se il primo è rappresentato da questo nuovo mistero, il secondo è quello rappresentato da due graditi ritorni: Grant Ward, accompagnato dalla rediviva Agente 33, che scopriamo chiamarsi Kara.

Inaspettatamente, è lei la vera protagonista dell’episodio. La vediamo fragile, insicura, mentre cerca di ricostruirsi un’identità che le è stata psicologicamente e fisicamente portata via. In quest’opera di ricostruzione della propria vita, era inevitabile che si legasse a colui che le è stato vicino nei momenti difficili, ovvero lo stesso Ward, del quale è in qualche modo invaghita.

È una svolta notevole per l’Agente 33, che da affascinante e letale arma nelle mani dell’HYDRA si è trasformata in un personaggio complesso, pieno di grigi e non più solo di bianco e nero. E non possiamo che apprezzarlo.

Alla coppia di – comunque vada – fetentoni è affidata la parte più action dell’episodio, occupati come sono a infiltrarsi nella base del generale Nathan Petrelli Talbot, far fuori Sunir Bakshi e rientrare tempo zero nel radar di Coulson e dello S.H.I.E.L.D.

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Ultimo dei tre filoni, quello decisamente meno succoso, è lo sviluppo della trama legata a Skye: in buona sostanza, non succede assolutamente nulla. Coulson e May prendono di comune accordo la decisione di portare Skye in un rifugio sicuro – l’ennesima safehouse di Fury, che ricorda un po’ il cottage di Rumple in Once Upon a Time – dove possa allenarsi a controllare i propri poteri. È l’occasione, per noi e per loro, di esplorare il lato paterno di Coulson, che ha sempre avuto un occhio di riguardo per Skye e che non smetterà di averlo ora che è semplicemente diversa.

In chiusura, due puntate molto altalenanti, dopo le due pressoché perfette che le hanno precedute. Non posso che assegnare 3 porcamiseria a entrambe.

One of Us viene mantenuta in piedi da un’interpretazione di MacLachlan decisamente stellare, ma il resto del team di supercattivi è veramente male delineato, e per certi versi non riesce nemmeno a risultare minaccioso.

Love in the Time of HYDRA è chiaramente un episodio di transizione, volto a presentarci il nuovo S.H.I.E.L.D. e a muovere i pezzi in attesa di quello che sarà, presumibilmente, il crossover con The Avengers tra un mese. Purtroppo però, nonostante alcuni spunti molto interessanti – su tutti il nuovo punto di vista sull’Agente 33 – la puntata si pone a un livello decisamente inferiore rispetto alle precedenti.

Note per nerd

  • Tutto il discorso relativo alla diversità di Skye ora che ha i superpoteri – paragonata a quella di Fitz dovuta al suo danno cerebrale – non è altro che l’idea alla base della mitologia degli X-Men. Per chi non fosse avvezzo a questioni di diritti cinematografici, i Marvel Studios non detengono tali diritti per quanto riguarda i mutanti, motivo per il quale si sta dando così tanta importanza alla razza degli Inumani: simili per caratteristiche ma non per origini.
  • Qualora non si fosse capito in questa e nelle passate recensioni, fremo all’idea di cosa potrà accadere tra un mese, nel crossover con Avengers: Age of Ultron. Le possibilità sono infinite, e non mi sentirei di escludere del tutto un’apparizione di Coulson, presumibilmente ancora ritenuto morto da tutti i supereroi, all’interno del film.

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