Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D.4×13 Boom – 4×14 The Man Behind The Shield

Ivanov inizia a disporre i propri pezzi sulla scacchiera per colpire Phil Coulson e l'intero S.H.I.E.L.D., sacrificando anche i propri compagni e attirando Phil in una trappola che lo riporterà a ripercorrere le tappe di una missione in Russia a fianco di May.

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Col quindicesimo episodio di Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D., in onda la settimana prossima, appare quasi certa la chiusura del secondo arco narrativo di questa quarta stagione, dedicato ai cosiddetti Life Model Decoy, ed è quindi tempo di tirare le somme, soffermandosi sui personaggi chiave di questa seconda tranche di stagione e premendo infine l’acceleratore con un cliffhanger del tutto inaspettato, che lascia attoniti e trepidanti d’attesa per quel che succederà nel rush finale.

Boom

Una caratteristica distintiva di Agents of S.H.I.E.L.D. è sicuramente la sua auto-referenzialità e la sua capillare connessione con l’intero Marvel Cinematic Universe e questo Boom ne è perfetta sintesi.

Marvel's Agents of Shield 4x13 Boom - 4x14 The Man Behind The Shield recensione

Lo scorso episodio ha ampiamente riportato in auge il tema Inumani, indicati come obiettivo primario dei Watchdog capeggiati dal temibile Ivanov, intento a sbarazzarsi delle presunte minacce aliene una volta per tutte ed eliminare il deus ex-machina dietro questa presunta contaminazione, Phil Coulson, elemento chiave di tutti gli eventi catastrofici che hanno scosso il Pianeta – esteso chiaramente all’MCU nella sua interezza.

La Inumanofobia arriva al punto da sacrificare anche un importante pezzo della scacchiera come la senatrice Nadeer, sospettata di essere geneticamente predisposta a diventare un’Inumana. Ciò permette a tutti i noi di rivedere i cari e vecchi cristalli terrigeni e la nascita di un nuovo Inumano, un uomo-bomba apparentemente indistruttibile; Inumano che non ha le fattezze della senatrice quanto piuttosto quelle di Shockley, fido braccio destro di Ivanov, pronto a ripudiare ciò che suo malgrado è diventato, pur di perseguire la sua missione. Lo S.H.I.E.L.D si troverà quindi a dover serrare le fila per affrontare la minaccia congiunta di Shockley e dei Watchdogs: se le gesta di Daisy e dei Fitz-Simmons sono tutto sommato ordinaria amministrazione, ben più rilevante è il ruolo assunto da Jeffrey Mace, assolutamente apprezzabile in questo episodio. Mace incarna l’uomo che vuol far la differenza nonostante non sia particolarmente brillante, nonostante la sua ordinarietà: il suo scendere in campo è simbolo di estremo sacrificio, perché consapevole che il siero che lo rende simil-Inumano quasi per certo lo ucciderà. Mace non sarà mai Capitan America, è certo, eppure non è meno eroe di Steve Rogers: gli ideali che lo muovono sono quelli del capitano, non un cedimento, non un’ambiguità, a dispetto delle impressioni iniziali. The Patriot fino alla fine.

Parallelamente alle vicende Inumane di antica memoria, Phil e Mack sono sulle tracce di Agnes, grande amore di Radcliffe e dalle cui fattezze è stata modellata Aida, così da convincerla a fare da esca e attrarre lo scienziato in una trappola. Un plot certo non originalissimo, ma doveroso per comprendere appieno la figura di Radcliffe e gli eventi che hanno portato alla creazione dei LMD. Dietro le intenzioni del folle scienziato, la più classica delle motivazioni, la terrena debolezza, il non arrendersi all’ineluttabilità della morte, il non accettare la perdita del suo grande amore a causa di un maledetto tumore. I suoi esperimenti, i LMD, il Framework, nascono tutti dalla presunzione di poter ingannare la morte, una presunzione che diventa sfacciataggine ora che può accedere ai segreti del Darkhold. Caricando l’identità di Agnes nel Framework, potrà garantirle vita eterna, anche dopo il cedimento del suo corpo terreno. Un concetto senz’altro romantico e struggente per certi versi, non fosse che perde l’inevitabile scontro con quella San Junipero targata Black Mirror che ci ha fatto versare ben più amare lacrime.

Marvel's Agents of Shield 4x13 Boom - 4x14 The Man Behind The Shield recensione

La storyline di Agnes/Aida ci permette di godere inoltre della bellezza, e soprattutto della bravura, di Mallory Jansen, quasi sdoppiatasi per mettere in scena il calore e la solarità di Agnes e la freddezza e l’impassibilità di Aida. Ma noi la conosciamo bene sin dai tempi di Galavant. Ah, quanto ci manca.

A dispetto della sua controparte umana destinata ad un sonno eterno, Aida sembra iniziare a provare delle reali sensazioni, rimettendo in moto quel meccanismo di ambiguità, per cui lo spettatore non sa quando finisce la programmazione di Radcliffe e quando inizia la delirante follia di un automa fuori controllo.

In definitiva Boom presenta un ottimo mix di azione e introspezione psicologica sui personaggi minori di questa stagione, che, per quanto ben costruiti, non riescono però a fare una totale presa sullo spettatore.

3.5

 

The Man Behind The Shield

La trappola di Ivanov è pronta a scattare grazie a due esche eccellenti per lo S.H.I.E.L.D.: ossia May e il Direttore Mace, tenuti in ostaggio dalla compagine russa. Phil coinvolgerà dunque l’intera squadra – eccetto YoYo, d’altronde perché portarsi un Inumano in più? – in una missione di recupero dei compagni prigionieri.

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La vendetta di Ivanov è così sottile da portare lo S.H.I.E.L.D. sui luoghi di una delle tante missioni di Phil e May, il cui epilogo è apparentemente il casus belli per la crociata del russo nei confronti dello S.H.I.E.L.D. L’episodio si dipana dunque in un alternarsi di presente e passato, ripercorrendo le fasi salienti di quella missione e la natura del rapporto tra Phil e May, che già allora sembrava destinato ad evolversi in qualcosa che andasse oltre il semplice rapporto tra agenti. L’uso dei flashback in questo caso non è puramente funzionale al comprendere le ragioni dietro la brama di vendetta di Ivanov – non evidentemente legato così tanto agli Inumani – ma serve a creare quella giusta dose di pathos e tensione che motiverà successivamente le scelte di Phil Coulson, e di riflesso dell’intero S.H.I.E.L.D. E certo, anche ad ammiccare ai fan più interessati ai patemi d’amore.

A dispetto del titolo però, The Man Behind The Shield non è un episodio Phil-centrico: viene dato spazio alla folle sete di sangue di Ivanov, alla stoica resistenza di Mace alle torture e alle minacce, all’inquietudine provocata da una sempre più senziente Aida, alla rivalsa di Daisy nella sua personalissima battaglia contro i Watchdogs e infine alle insicurezze di un Leo Fitz sempre più insicuro e abbattuto dal non riuscire a comprendere fino in fondo i segreti del Framework per ritrovare May.

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Come sempre, la dinamiche con cui vengono messe in scena le missioni dello S.H.I.E.L.D. non sono mai banali e riescono a garantire il giusto spazio alle individualità, a dispetto della coralità che apparentemente dovrebbe caratterizzarle. E come sempre, la sua resa di un cliffhanger finale non delude mai: siamo ad un solo episodio dall’epilogo di questo arco dedicato ai LMD e ci ritroviamo ben cinque LMD a bordo del Quinjet con i soli Fitz-Simmons rimasti a poter salvare la situazione. La paura per Fitz e Jemma appare quanto mai giustificata.

4

 

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