Silicon ValleySilicon Valley: la rivincita dei nerds

Series Recap Con l’arrivo della sesta stagione, abbiamo deciso di recuperare Silicon Valley, una divertentissima piccola gemma sulle stranezze della new economy.

8.3

Correva l’anno 2014, quando, prodotto dalla HBO, usciva il pilota di Silicon Valley, una serie comedy di 8 episodi da trenta minuti, scritta – insieme a John Altschuler, Dave Krinsky ed Alec Berg – da Mike Judge, il creatore di Beavis and Butt-Head. Per chi si fosse appena svegliato da una vasca criogenica e si fosse perso la rivoluzione informatica degli ultimi 40 – e più – anni, la Silicon Valley è attualmente il più grande centro di ricerca e sviluppo al mondo, dove ogni anno nascono innumerevoli startup, valutate miliardi di dollari. Basta saper vendere un’idea per diventare milionario e organizzare un lussuoso party tra amici col sottofondo musicale di Kid Rock in persona – che in questa occasione è anche la persona più povera della stanza. Se leggi il codice come Neo di Matrix e sogni di fare i soldi con questo talento, la Silicon Valley è il posto dove devi andare.

Per questo stesso motivo il costo della vita è altissimo – 4.500 dollari al mese per l’affitto di una casa, nonostante la zona, in realtà, faccia schifo. Richard Hendricks, uno sfigato impiegato di Hooli, un impero informatico simil-Google, è costretto a vivere nell’incubator di Erlich Bachman, che a basso costo gli offre vitto e alloggio in cambio di una quota della sua eventuale società. Ma Erlich si è stufato di Richard e gli dà un ultimatum. O inventa qualcosa di vendibile – tipo Nip Alert, un’app che fornisce la posizione delle donne con i capezzoli dritti – o lo sbatte fuori di casa. Richard negli anni ha creato solo Pied Piper, a suo dire il “Google della musica”, un sito che permette di controllare il copyright delle canzoni. Pied Pier, però, non interessa a nessuno dei Bigs della Silicon Valley, fino a quando Gavin Belson, il fondatore di Hooli, scopre che il sito è alimentato da un compressore rivoluzionario. Entro la fine del pilota Richard dovrà scegliere se venderlo per un’esagerata montagna di soldi o diventare imprenditore di se stesso rischiando il fallimento.

Silicon Valley, oltre ad essere una divertentissima serie per nerds, ha il pregio di riuscire a raccontare lo spietato mondo della new economy con sarcasmo, ironia e – addirittura – un alto tasso di realismo. Non è sufficiente essere dei geni e saper vendere un’idea, bisogna poi farla fruttare e servono grinta, determinazione, arroganza e astuzia machiavellica. Tutte caratteristiche assenti in Richard, che, invece, dovrà imparare – e molto velocemente. Se The Big Bang Theory si prendeva gioco dell’incapacità dei nerds di avere sane e “normali” relazioni intime e personali, Silicon Valley si chiede se i “secchioni” possano riuscire nei giochi di potere dell’alta finanza.

Nella Silicon Valley le persone più qualificate per avere successo sono le meno capaci a gestirlo

Non è una questione da poco, perché – sempre se non ve ne siete accorti – il vostro social network preferito o l’app senza la quale non riuscite a vivere è stata sviluppata da persone molto simili agli strambi personaggi che popolano questa serie. Gli showrunners, infatti, non fanno mistero di usare le stranezze e il carattere di persone reali come ispirazione. Ma l’ossessione per il realismo non si ferma qui. Questa comedy nel corso degli anni è diventata di culto non solo nei circoli di programmatori, ma addirittura tra i CEO delle più importanti compagnie informatiche, che suggeriscono agli scrittori archi narrativi e rivelano loro in anteprima le nuove frontiere dell’industria.

Come ogni comedy di successo la sua fortuna risiede nei personaggi secondari. Erlich Bachman, interpretato da T. J. Miller, è l’incontrollabile proprietario dell’incubator di Richard e, solo per questo, in joint venture per Pied Piper. Erlich è un imprenditore che ha avuto fortuna vendendo la sua app, Aviato, e ora passa le giornate a fumare erba e cazzeggiare sperando di poter guadagnare sul lavoro degli altri. Dinesh, di origine pakistana, è il compagno timido, acido e invidioso. Il personaggio di Dinesh ha avuto il merito di farci scoprire il talento di Kumail Nanjiani, l’attore che lo interpreta, che nel 2018 ha ricevuto la nomination agli Academy Awards per la sceneggiatura originale di The Big Sick.

Bertram Gilfoyle, interpretato da Martin Starr, è il sistemista anticonvenzionale, satanista e irriverente, che porta sempre a termine il lavoro – a costo di prendere a mazzate un muro per collegare il computer al server. Dopotutto la distanza più breve tra due punti è una linea retta. Chiedetegli come funziona una criptovaluta e vi fa una lezione accademica in proposito. Ma non chiedetegli di sorridere.

Gavin Belson: I don’t want to live in a world where someone else is making the world a better place better than we are.

Gavin Belson è la nemesi di Richard. È l’ipocrita fondatore della multinazionale e multimilionaria Hooli. Ha creato un’impero, partendo dal garage di casa sua, passando sopra tutto e tutti senza scrupoli. Ha la passione di usare i più rari e strambi animali esotici nelle sue conferenze ed è ossessionato nello schiacciare come una formica Richard, per aver rifiutato la sua offerta. È interpretato in maniera eccezionale da Matt Ross, che tratteggia Gavin come un grottesco cattivo di un cartone animato mostrando con verosimiglianza l’ipocrisia dei potenti.

Silicon Valley con il suo umorismo, irriverente, cinico, sarcastico e grottesco, riesce a veicolare in maniera semplice e divertente le più complicate stranezze tecnologiche – in questo non è diversa da The Big Bang Theory. Riuscire a comprendere, già in partenza, gli argomenti trattati è solo un bonus che premia lo spettatore più esperto, non la condicio sine qua non. Quando Erlich in un discorso motivazionale promette che vinceranno il TechCrunch Disrupt anche a costo di fare una sega a tutti gli spettatori in sala, non c’è bisogno di sapere cosa sia TechCrunch, né bisogna avere una laurea specialistica in matematica per godersi i successivi 4 minuti in cui Dinesh e Gilfoyle analizzano la questione – riuscire a masturbare 800 persone in 10 minuti – con tanto di modelli matematici su lavagna.

Nel corso degli anni ci sono state solo piccole evoluzioni ed alcuni cambiamenti nei personaggi, ma la commedia non è un genere che richiede ai suoi personaggi di cambiare. La commedia, spesso, si diverte a stravolgere il mondo intorno ai suoi personaggi e ride del fatto che loro rimangano uguali, con i loro difetti, le loro debolezze e, anche, le loro qualità. In questo Silicon Valley ha fatto un lavoro eccezionale, che a nostro parere regala un ulteriore messaggio (che è un po’ anche quello dello splendido The Social Network), le persone più qualificate per avere successo sono le meno capaci a gestirlo. La comica tragedia di Richard è una metafora della new economy. Per ottenere subito quello che vuoi devi scendere a patti con il diavolo e snaturare la tua creazione. Oppure puoi proseguire da solo e rischiare di perdere tutto.

Gli showrunners hanno puntato tutto sulle lotte di questo gruppo di sfigati per ottenere l’ambìto successo, mantenendo la propria indipendenza dalle grosse compagnie e cercando di rendere il mondo un posto migliore. Nel corso delle stagioni Richard arrivava sempre più vicino al suo obiettivo ed ogni conquista portava con sé più problemi e responsabilità che guadagni. Questo meccanismo, seppur continuando ad evolversi ed emozionare, era diventato scontato e così il cliffhanger finale della quinta stagione inverte la rotta e promette di portare Silicon Valley sul territorio, finora poco esplorato, del successo. Siamo curiosi di vedere la sesta stagione per scoprire se è stata la scelta giusta. Per chi se la fosse persa, al momento la serie è disponibile in Italia su Sky Atlantic.

  • 8.5/10
    Storia - 8.5/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
8.3/10

Summary

Silicon Valley è caratterizzata da un umorismo cinico, sarcastico e grottesco, che riesce a veicolare in maniera semplice e divertente le più complicate stranezze tecnologiche. Il cast è eccezionale. I dialoghi hanno un ottimo ritmo. Le 5 stagioni, anche se ultimamente un po’ ripetitive e scontate, sono emozionanti e il formato è perfetto per il binge watch.

Porcamiseria

8.3

Silicon Valley è caratterizzata da un umorismo cinico, sarcastico e grottesco, che riesce a veicolare in maniera semplice e divertente le più complicate stranezze tecnologiche. Il cast è eccezionale. I dialoghi hanno un ottimo ritmo. Le 5 stagioni, anche se ultimamente un po’ ripetitive e scontate, sono emozionanti e il formato è perfetto per il binge watch.

Storia 8.5 Tecnica 8 Emozione 8.5
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