SKAM ItaliaSKAM Italia Season 2: Buon Viaggio

Season Recap La seconda stagione di SKAM Italia segue il percorso di formazione di Martino, durante il quale il ragazzo acquisirà maggiore consapevolezza di sé e imparerà importanti lezioni su amore e amicizia, nonché su tematiche delicate che vengono affrontate con la giusta dose di coraggio e serietà.

8.7

Se la prima stagione è stata quella del debutto in sordina, dei primi ma già promettenti passi nel panorama delle serie televisive italiane di migliore qualità, con la seconda stagione SKAM Italia alza la voce e allarga il proprio pubblico, dimostrando di settimana in settimana – o meglio, di giorno in giorno – non solo di aver trovato il linguaggio per parlare in modo realistico dei giovani a spettatori di tutte le età, ma anche di saper affrontare temi importanti e poco rappresentati in Italia con una trattazione seria e tutt’altro che retorica o forzata.

Dopo aver avuto un assaggio delle ottime premesse di questa stagione nella première, nel corso degli episodi il quadro si allarga: il viaggio di Martino, difatti, non riguarderà solo la scoperta e l’accettazione della propria sessualità (una tematica, trattata con la consueta dose di delicatezza e realismo, che mantiene comunque un ruolo di primo piano per più di metà stagione), ma la più generale ricerca di un equilibrio tra tutti gli aspetti della sua vita – dall’amicizia all’amore, passando per un interessante approfondimento del suo difficile rapporto con i genitori – e del suo carattere, attraverso una crescita personale che infine gli permetterà di diventare padrone della propria vita, superando la propria insicurezza e partecipando attivamente alla risoluzione di alcune difficoltà.

Prima era tutto finto. Dicevo un sacco di cazzate. Magari mi isolavo, stavo tutto il pomeriggio a giocare a FIFA. Invece adesso, che ne so, magari a scuola mi prendono in giro o se esco mi rischio le botte, però almeno sono io.

Questo viaggio, naturalmente, è tutto in salita e Martino, spaventato da pregiudizi che ha in larga parte anche interiorizzato e fatto propri, si presenta come un personaggio imperfetto e fragile, proprio come potrebbe esserlo un suo coetaneo al di là dello schermo. In questa caratterizzazione complessa e estremamente realistica risiedono le basi per un character development credibile ed efficace, del tutto evidente al termine di un percorso di maturazione che lo ha condotto attraverso momenti di grande sconforto e disorientamento dai quali è riuscito a uscire fortificato grazie anche al supporto delle persone che lo circondano.

Martino si presenta come un personaggio imperfetto e fragile, proprio come potrebbe esserlo un suo coetaneo al di là dello schermo

Noi spettatori, dal canto nostro, ci lasciamo trascinare da una riuscitissima immedesimazione con il suo punto di vista che ci farà vivere al suo fianco ogni tappa di questo percorso e che renderà alcune scene, come il discorso di Filippo Sava (Pietro Turano) sul Pride o quello dello psicologo della scuola a proposito dei disturbi mentali, anche dei pretesti da parte del regista per rendere esplicito il proprio impegno sociale e passare messaggi utili al pubblico. Inoltre, essenziale per la costruzione di questa identità di sguardi tra protagonista e spettatore è l’eccezionale lavoro sul personaggio fatto da Federico Cesari, il quale, oltre a rendere con grande credibilità le emozioni e le sfumature caratteriali di Martino, ci regala delle interpretazioni sublimi nelle scene più drammatiche e ricche di pathos.

Nonostante quello di Martino sia appunto un viaggio a tutto tondo, non si può negare che il motore che lo spingerà – volente o nolente – a intraprendere questo percorso siano i suoi sentimenti per Niccolò. L’approfondimento del rapporto tra i due rimarrà centrale nel corso dell’intera stagione, che offre la genuina rappresentazione di una storia d’amore fra due ragazzi fatta di alti e bassi che non viene mai edulcorata o resa inutilmente drammatica, in cui si alternano momenti dal sapore quasi “fiabesco”, nei quali prevalgono serenità e spensieratezza, e altri carichi di tensione, in cui l’idillio si rompe bruscamente e il rapporto tra i due rischia di essere compromesso.

La stagione offre la genuina rappresentazione di una storia d’amore fra due ragazzi fatta di alti e bassi

In questo turbinio di emozioni, quindi, abbiamo modo di conoscere più a fondo anche Niccolò, scoprendo le debolezze e le sfide personali di un personaggio che era stato introdotto quasi come un alieno rispetto al resto dei comprimari, caratterizzato com’era da un misto di fascino e mistero. Questo approfondimento, per quanto secondario e limitato dallo sguardo parziale e non sempre obiettivo di Martino, attraverso il quale vengono filtrate le informazioni che arrivano al pubblico, ci permette anche di apprezzare di più la recitazione di Rocco Fasano, un attore che, nonostante in un primo momento non ci avesse convinti particolarmente, dimostra una buona chimica con il collega e porta sullo schermo una convincente interpretazione del suo personaggio, il cui background diventa negli ultimi episodi anche l’occasione per introdurre e affrontare in SKAM Italia il tema della salute mentale.

Non meno importante nel percorso di Martino sarà la presenza costante – se escludiamo la breve parentesi dell’allontanamento – dei suoi amici: la rappresentazione dell’affiatamento e della complicità tra questi quattro diciassettenni è un altro bersaglio centrato da SKAM Italia, che porta in scena un’amicizia tra giovani uomini spontanea e fraterna, non contaminata da alcuna ostentazione di virilità. Ciascuno dei ragazzi gode di una buona caratterizzazione e, mentre Elia (Francesco Centorame) e Luca Luchino (Nicholas Zerbini) sono personaggi relativamente nuovi per il pubblico, Giovanni (Ludovico Tersigni) sfrutta il cambio di prospettiva tra la prima e la seconda stagione per presentarci lati del suo carattere (quali la sua maturità e il suo forte senso dell’amicizia) che finora, a causa dei dubbi di Eva (Ludovica Martino), avevamo solo potuto intravedere.

Le loro scene si rivelano inoltre un graditissimo comic relief grazie alle realistiche battute e frecciatine con cui da un lato dimostrano l’affetto reciproco e dall’altro allentano la tensione anche nei momenti di maggiore serietà. Questa leggerezza si declina anche in un approccio poco consapevole e a tratti ignorante alle tematiche affrontate dalla stagione, cosicché – un po’ come accadeva con Silvia (Greta Ragusa) – anche le uscite infelici ma verosimili spesso attribuite a Luchino diventino l’occasione per educare tanto i personaggi quanto gli spettatori.

Ormai lo abbiamo ribadito più volte, ma scrivendo del successo di SKAM Italia non si può prescindere dal soffermarsi sull’eccellente qualità tecnica, che confeziona alla perfezione il pacchetto rendendo la serie un prodotto il più completo possibile. A maggior ragione perché in questa stagione è evidente un ulteriore salto di qualità, quasi uno slancio d’ispirazione che rende alcune sequenze una vera e propria poesia d’immagini.

Non ci riferiamo solo a scene più esplicitamente cariche di significati metaforici, come quella in cui Martino getta via la maschera di Halloween mentre va in bicicletta con Niccolò davanti al Vaticano illuminato, ma anche a momenti più semplici e di transizione in cui Ludovico Bessegato, attraverso una regia intimista e attenta a ogni dettaglio, incanta lo spettatore con un’inquadratura poco scontata, con un chiaroscuro ad effetto o con uno studiato abbinamento cromatico; soprattutto colpiscono le scelte musicali, sempre molto azzeccate e coerenti – esemplare è l’utilizzo di “Buon Viaggio” di Cremonini o della versione di Enya di “Adeste Fidelis“, che accompagnano alla perfezione le immagini e lo stato d’animo dei personaggi coinvolti.

Con una clip finale che da un lato sancisce il raggiungimento di un importante traguardo da parte di Martino e dall’altro spalanca le porte – letteralmente – alla terza stagione, con il ritorno di Eleonora dall’Inghilterra e i discorsi delle ragazze che trovano di nuovo il loro spazio nel minutaggio, ci lasciamo alle spalle una stagione praticamente impeccabile, che ci ha regalato emozioni intense e riflessioni di cui il panorama seriale nostrano aveva bisogno; non ci resta che farne tesoro, mentre inganniamo l’attesa di approfondire il personaggio di Benedetta Gargari e, più in generale, le storie di questi ragazzi che ormai sentiamo così reali e vicini a noi.

  • 8.5/10
    Storia - 8.5/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
8.7/10

Summary

Con la seconda stagione SKAM Italia conferma di aver trovato il linguaggio per parlare in modo realistico e genuino dei giovani e di saper affrontare tematiche importanti senza risultare mai forzata o didascalica, attraverso lo sguardo di un protagonista che ha molto da raccontare e, soprattutto, da imparare.

Porcamiseria

8.7

Con la seconda stagione SKAM Italia conferma di aver trovato il linguaggio per parlare in modo realistico e genuino dei giovani e di saper affrontare tematiche importanti senza risultare mai forzata o didascalica, attraverso lo sguardo di un protagonista che ha molto da raccontare e, soprattutto, da imparare.

Storia 8.5 Tecnica 9 Emozione 8.5
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