Stranger Things3×01 Suzie, Do you Copy?

Season Premiere Si torna a Hawkins dopo un anno dalla apparente sconfitta del Mindflayer. Stranger Things fa crescere i protagonisti e ci racconta la loro evoluzione, ma una nuova, oscura minaccia non tarda ad arrivare.

8.2

A un anno e mezzo dalla chiusura della seconda stagione, Stranger Things ci ha lasciati con l’effimera sensazione di chiusura del capitolo Mindflayer, di portali oscuri e di dimensioni parallele. Ovviamente non c’è nulla di più lontano dal vero, e in questa première i fratelli Duffer ci catapultano di nuovo a Hawkins bilanciando saggiamente la minaccia sovrannaturale e i turbamenti adolescenziali dei protagonisti.

C’è spazio per un filone di trama appena accennato negli episodi passati, riguardante gli esperimenti fatti dai russi sull’Upside Down, in competizione con gli americani. La pseudo cold opening pensa proprio a questo, in un segmento iniziale che mette subito a fuoco il problema – ripreso poi nel finale grazie a Cerebro, l’ultima creazione di Dustin.

Il grosso della narrazione è concentrato nel riprendere le vite del gruppo di Hawkins un anno dopo il nostro ultimo contatto con loro. Stranger Things fa proprio di questo salto temporale l’ingrediente vincente: si vede come il cast sia cresciuto, e come questa trasformazione sia una delle sfaccettature del coming of age dei protagonisti.

Lo si racconta con leggerezza, ma si avverte una punta di amarezza di fondo: il walkie talkie è stato dimenticato, sbocciano le prime, improbabili relazioni, l’amicizia non trova più terreno fertile come in passato – non dubitiamo che questo avrà conseguenze negli episodi futuri – e si fanno strada nuovi contrasti con gli adulti, Hopper fra tutti. Mentre i più piccoli crescono a vista d’occhio, i più grandi faticano e combattono il sessismo, nel caso di Nancy, o le difficoltà a gestire la propria attività, come Joyce.

Infatti, al di fuori dello sviluppo dei personaggi, accurato e coinvolgente, Stranger Things si prende anche tempo per raccontare il mutamento del tessuto urbano nelle piccole città americane. L’esplosione del fenomeno del centro commerciale porta alla desertificazione dei quartieri, in maniera probabilmente non casuale per lo sviluppo della stagione, e contribuisce a ribadire quanto questa nuova storia non sia un semplice rimescolamento di temi già visti, quanto una loro evoluzione su più fronti.

Stranger Things, col passare degli episodi, è diventato più di un ritrito omaggio agli anni ’80

Globalmente, Stranger Things parte col piede giusto, senza rivoluzionare la propria narrazione ma portando sul piatto qualcosa di nuovo e sicuramente interessante. La serie è polarizzante e continuerà a esserlo, in termini di gradimento e opinioni, ma non ci sentiamo affatto di dire che abbia perso lo smalto iniziale. Sotto certi punti di vista essa è anzi diventata più di un ritrito omaggio agli anni ’80, e col passare degli episodi è riuscita a raccontare quel periodo storico spogliandosi dei pesanti cliché che la ancoravano nella mediocrità.

  • 8.5/10
    Storia - 8.5/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
8.2/10

Summary

Stranger Things torna con una première interessante e coinvolgente, che riesce a presentare un nuovo corso per la cittadina di Hawkins e i suoi protagonisti. Fortunatamente, non è un semplice rimescolamento di idee, quanto più una loro naturale evoluzione.

Porcamiseria

8.2

Stranger Things torna con una première interessante e coinvolgente, che riesce a presentare un nuovo corso per la cittadina di Hawkins e i suoi protagonisti. Fortunatamente, non è un semplice rimescolamento di idee, quanto più una loro naturale evoluzione.

Storia 8.5 Tecnica 8 Emozione 8
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