The 1003×05 Hakeldama

Guerra sì, guerra no, guerra boh? Al termine di quest’ennesimo, complicato episodio sembra non esserci ancora una strada ben delineata da intraprendere. Nel corso della puntata, i possibili scenari futuri sembrano mutare di volta in volta, non riuscendo mai ad incanalarsi verso una svolta decisiva. Il che non è necessariamente un male perchè lo spettatore […]

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Guerra sì, guerra no, guerra boh? Al termine di quest’ennesimo, complicato episodio sembra non esserci ancora una strada ben delineata da intraprendere. Nel corso della puntata, i possibili scenari futuri sembrano mutare di volta in volta, non riuscendo mai ad incanalarsi verso una svolta decisiva. Il che non è necessariamente un male perchè lo spettatore è vigile, perennemente incuriosito e sempre sull’onda del chi va là.

The 100 3x05 Hakeldama recensione

Le quotazioni di Bellamy stanno drasticamente precipitando nell’indice di gradimento dei personaggi della serie, perché il senso di colpa che lo attanaglia fin nelle viscere a causa dell’esplosione di Mount Weather, pare gli abbia completamente liquefatto il cervello. Pur non essendo in realtà propriamente responsabile, per cercare di scrollarsi di dosso quest’intollerabile fardello, si coalizza con Pike, il nuovo e vendicativo Cancelliere di Arkadia che fa dell’odio e della coercizione verso i terrestri la sua arma vincente per il voto popolare.

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La carneficina disumana che compie nei confronti dei 300 Grounders accorsi in loro aiuto non lascia scampo per giustificazioni di nessun tipo e sbarra quindi nuovamente la strada alla coalizione da poco creatasi tra gli Skaikru e i 12 clan comandati da Lexa. Ecco che il supremo comandante, furioso e sgomento alla scoperta di questo massacro, sembra deciso più che mai a cancellare ogni sorta di benevolenza e buone intenzioni nei confronti del popolo del cielo.

Da quanto abbiamo però appreso finora, Lexa non si è certo dimostrata una dittatrice spietata e chiusa al dialogo e per questo consente a Clarke di penetrare segretamente in Arkadia e cercare spiegazioni tra le menti che hanno partorito queste ignobili azioni nei confronti dei Grounders.

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Giunta ad Arkadia con l’aiuto di Octavia (sempre più lontana dal sentirsi una Skaikru e sempre più versata nel ruolo di Grounder), Clarke incontra Bellamy: la conversazione tra i due ragazzi è molto intensa, con decisi scambi di opinioni a quattr’occhi.

Anche se Bellamy sembra esprimere con rabbia e risentimento l’odio verso i terrestri per tutte le morti provocate sin dal loro sbarco sulla terra, affermando quindi che quanto successo non è altro che la naturale conseguenza di una vendetta maturata da chi ha finora subito nient’altro che soprusi, abbiamo come l’impressione che non sia fermamente convinto dell’operato di Pike.

Lo si percepisce chiaramente dalle domande titubanti rivolte allo stesso Cancelliere e soprattutto dal suo sguardo perso, spaventato, quasi come se gli occhi fossero scollegati dal resto del volto e comunicassero emozioni diametralmente opposte a quelle espresse dalle sue parole che, al contrario, continuano a giustificare le sue azioni e quelle di Pike.

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In cuor suo, sembra proprio che Bellamy sappia di non essere migliore dei terrestri ai quali tanto recrimina la propensione all’essere dei sanguinari guerrafondai e proprio per questo cerca di giustificare il massacro dei Grounders tentando di convincere Octavia, Clarke ma soprattutto se stesso, di agire esclusivamente con il fine ultimo di proteggere e salvaguardare il suo popolo.

Quando Clarke sembra essere riuscita ad instaurare una piccola finestra di dialogo con Bellamy, ecco che il ragazzo disattende le sue aspettative fingendo di stringerle la mano in segno di alleanza e riavvicinamento, con invece il solo scopo di ammanettarla e consegnarla a Pike.

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Fortunatamente, Octavia corre prontamente in suo aiuto e riesce a liberarla dalla morsa di Bellamy, colpendolo in testa. Una volta tornata al cospetto di Lexa, Clarke come suo solito si dimostra pronta a non perdersi d’animo, impiegando tutte le sue energie per trovare una soluzione in grado di placare gli animi di entrambe le fazioni e che sia quindi vantaggiosa per tutti.

Ecco, proprio in questa scena durante il suo colloquio con Lexa, notiamo quanto divario esista tra lo sviluppo del personaggio di Clarke e quello di Bellamy, in poco più di due stagioni: entrambi con un carattere forte e deciso, entrambi con un grosso peso sulla coscienza, ma due modi completamente differenti di reagire.

Clarke si è scrollata di dosso il peso morale che l’affliggeva per far fronte ad un incombenza decisamente problematica, prendendo le redini del leader che sembrano esserle cucite su misura e capendo che il difficile presente che tutti stanno vivendo non le permette di rimanere incagliata sul duro scoglio delle sue paure.

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Bellamy invece si è fatto inghiottire da questo peso e così facendo il personaggio ne perde in brillantezza perchè trascinato dall’involuzione naturale che ne consegue. La fermezza della voce di Clarke e il suo discorso tanto lineare quanto razionale, sembrano convincere Lexa a fare il primo passo nel tendere la mano verso il nemico, non rispondendo al macabro affronto subito con l’ennesima carneficina che non avrebbe fatto altro che fomentare altro odio e altre morti, ma cercando di sotterrare l’ascia di guerra una volta per tutte, dimostrando che i Grounders sono in realtà un popolo di tutto rispetto.

Parallelamente a tutto questo, vediamo ricomparire personaggi momentaneamente accantonati come Murphy, Emori e soprattutto l’ex Cancelliere Thelonius Jaha. Murphy ed Emori, com’era prevedibile già da tempo, sembrano ormai una coppia affermata, che si diverte però a rapinare i poveri passanti che incontrano lungo la propria strada.

Thelonius invece, sempre più asservito dal drone dalle sembianze femminili e dalla fantomatica Città della Luce, torna finalmente ad Arkadia. Sembra evidente fin dall’inizio che per dare il via ad un opera di puro indottrinamento, sia necessario puntare su chi più si trova in difficoltà, su chi si sente scoraggiato, arrabbiato e demotivato: in poche parole, Raven.

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Il suo tormento alla gamba è così intollerabile e frustrante che la spinge per un istante ad abbandonare il suo iniziale scetticismo nei confronti dell’insistente proselitismo di Jaha ed addentrarsi in punta di piedi in questa realtà aleatoria tanto professata dall’ex cancelliere. Non è però ancora chiaro né di cosa si tratti né tanto meno come questo discorso vada ad allacciarsi con il resto della trama: bisognerà sicuramente aspettare i futuri sviluppi.

Per il momento sembra che The 100 stia proseguendo su una buonissima strada. La trama si sviluppa lentamente per non rivelare troppo e subito, lasciando sempre i contorni dei possibili eventi futuri molto sfocati e sfuggevoli, ma comunque evolve sempre quel tanto che basta per non annoiare lo spettatore. La trama parallela riguardante la Città della Luce, sembrava, fino a pochissimo tempo fa, completamente avulsa dal resto della storia, ma con questo nuovo risvolto tra Jaha e Raven inizia ad intravedersi un possibile intreccio che includerà tutto in un unico filone principale. Questo episodio si merita quindi 3 porca miseria e mezzo.

3.5

 

Cosa ne pensate di questo nuovo episodio? Tra i Grounders e gli Skaikru sarà guerra alla fine? Che idea vi siete fatti sulla città della luce? Diteci la vostra lasciando un commento qua sotto oppure su una delle nostre pagine social facebook o twitter!


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