The 1004×13 Praimfaya

Nel season finale di The 100 assistiamo a un episodio corale, ben realizzato e capace - ancora una volta - di lasciarci quaranta minuti con il fiato sospeso. Il conto alla rovescia è iniziato e gli otto della Space Squad ci intrattengono e ci fanno preoccupare prima del Praifaya. Se non siete curiosi di sapere cosa succederà nella prossima stagione, dopo questo finale, allora non vi stupisce più nulla.

0.0

Ecco, The 100 ti fa questo effetto: ti blocca. Aprire un foglio bianco e iniziare a scrivere questa recensione è stato davvero, davvero difficile, perché quello che era partito come un guilty pleasure per teen si è trasformato in una serie tv in grado di lasciarti quaranta minuti col fiato sospeso. E no, non perché non hai idea di cosa andrà a succedere sotto questo tanto atteso Praimfaya – non solo – ma perché ha avuto la capacità di costruire un climax tale da inserire otto personaggi in una puntata sola senza troppe sbavature, dando un ruolo a ciascuno e confezionando un episodio corale in piena regola. E se ancora vi chiedete perché iniziare a guardare The 100, questa potrebbe essere un’ottima risposta.

Non c’è tempo da perdere, dunque, e anche Praimfaya ce lo conferma: le vicende partono subito, in medias res, e il bunker viene lasciato alle inesperte ma tanto acclamate mani di Octavia. Abbiamo già discusso lungamente del cambiamento e della maturazione della minore dei Blake, ma questa volta va messo l’accento su Bellamy. Non è certo un mistero che la sua intera storyline, questa stagione, sia stata il cercare il proprio valore; dopo quanto combinato ai Grounders la scorsa stagione, dopo essersi alleato con Pike e aver tradito sua sorella in ogni modo possibile, ha passato il periodo prima della catastrofe nucleare a cercare di redimersi, a trovare in se stesso un motivo per cui valesse la pena vivere.

Jasper non l’ha trovato – e ricordiamo la sua amara ma consapevole dipartita – mentre Bellamy, infine, ha fatto pace con se stesso e con Octavia, poco prima che le comunicazioni fossero messe ko dall’ondata nucleare imminente. E soprattutto, ha deciso che valeva la pena vivere perché si è sentito amato, di nuovo, da una delle persone più importanti per lui, la stessa persona che non potrà rivedere prima di cinque anni almeno. Octavia lo aspetterà “sotto il pavimento”, come ha fatto per tanti e tanti anni prima di sbarcare sulla Terra. Il loro saluto, innegabilmente, ha un sapore quasi poetico.

C’è un altro saluto che ha qualcosa di straziante, anche se piuttosto telefonato a dirla tutta: Clarke, ancora una volta, decide di sacrificarsi. E stavolta non si tratta di prendere e sparire nei boschi, dopo aver sterminato la popolazione di Mount Weather. No, anzi, perché l’estremo sacrificio a cui Clarke Griffin è costretta stavolta va ben oltre un po’ di vita “bucolica”: nella migliore delle tradizioni – e alzi la mano chi non ci ha visto qualcosa, in tutto ciò, di molto lostiano – la protagonista sceglie di attivare manualmente l’unica cosa che permetterà a tutti quanti di sbarcare sani e salvi sull’anello dell’Arca, restando indietro. Mentre Clarke guarda il razzo partire e sparire nello spazio per altre cinque anni – sullo sfondo di un’ondata radioattiva – è impossibile non ricordare almeno un po’ Lost e il sacrificio di Sawyer, il suo saluto a Kate prima di lanciarsi dall’aereo per rimanere sull’Isola. E ci perdonino i fan più accaniti per il paragone, forse blasfemo ma di sicuro azzeccato.

Unendo due piccioni con una fava, il rapporto tra Clarke e Bellamy viene rispolverato in grande stile proprio appena prima di salutarsi per chissà quanti anni, ma viene fatto con una delicatezza che lascia piacevolmente stupiti. I Bellarke – per chiamarli come li defoniscono i fan – non sono mai stati l’ideale romantico di una coppia; e poco importa se nei libri sono accoppiati da più o meno venti pagine dopo l’inizio. Trovo che sminuire il rapporto tra questi due personaggi a mera ship sia impoverire due personaggi sfaccettati, che hanno costruito in quattro stagioni una relazione che va ben oltre il romanticismo. Sono, prima di tutto, due persone: non è necessario essere per forza sdolcinati per costruire qualcosa di solido. Il grande amore di Clarke è stata Lexa, e su questo non ci piove: ma alcune storie, semplicemente, vanno oltre il dover accoppiare per forza qualcuno a qualcun altro. E questa, per un teen drama, è una maturità fuori dal comune.

Per il resto, il corollario di personaggi funziona inaspettatamente bene: la collaborazione per far partire il razzo, recuperare il generatore per l’ossigeno e approntare tutto al meglio è davvero ben realizzata. Non c’è un istante “morto” in quaranta minuti, capaci di tenere lo spettatore sul bordo della sedia osservare ogni mossa con la silenziosa inquietudine e partecipazione che ogni puntata simile dovrebbe scatenare in chi la guarda.

Esemplificativo è uno dei momenti finali, in cui sbarcati finalmente sull’hangar nello spazio devono collegare e attivare il generatore vitale. Senza ossigeno. Passarsi bombolette di riserva, alternarsi, collaborare, la scena è di grande impatto, orchestrata con precisione e in grado di far emergere i cambiamenti, innanzitutto nelle due Grounders: da Emori che insiste per condividere il suo ossigeno con Raven – la stessa Emori che non avrebbe esitato un istante a tradirli tutti quanti e derubarli – a Echo, che abbiamo trovato in procinto di commettere seppuku e invece, motivata da Bellamy, decide poi di rendersi utile. Well done, The 100, well done.

Buio. Salto temporale. Sei anni e 7 giorni dopo, ci ritroviamo davanti un paio di occhi azzurri e una Terra praticamente distrutta, se non fosse per un’unica macchia di verde. Come prevedibile – e diciamolo, chi di voi non l’aveva pensato? – Clarke è sopravvissuta grazie alla sua mutazione in Naitblida e ha trascorso tutto quel tempo da sola, parlando a una radio silenziosa alla ricerca di Bellamy. Apprendiamo che il bunker è ancora sigillato e che gli altri non sono scesi dall’Arca, tutti oltre il tempo massimo. Come mai? E soprattutto, davvero Clarke ha trascorso sei anni da sola? No.

Assistiamo alla comparsa di un nuovo personaggio, un’altra piccola Naitblida, a cui non sappiamo dare né ruolo né motivazione: chi è, com’è arrivata lì, come può essere un’altra Naitblida quando Luna era l’ultima della sua razza? Maddie – così viene chiamata – è un mistero, ed è soprattutto un mistero il vedere che Clarke le si rivolge come fosse una figlia o quasi. Ma mentre ci poniamo queste domande, un trasporto prigionieri identificabile come Eligius Corporation compare nei cieli della Terra, con tutta l’intenzione di atterrare. Ovviamente, nella prossima stagione.

5

 

Cinque porcamiseria, perché la CW dovrebbe sfornare più spesso prodotti così, che hanno saputo darsi un tono e uno scopo nel marasma di trash serie tv discutibili che produce ultimamente. Ben realizzato, in grado di appassionare, di commuovere e di far trascurare eventuali sbavature in forza di una trama orizzontale che non perde un colpo. May we meet again, al prossimo anno.

Vota l'episodio!

Sei d'accordo con noi o avresti dato un voto diverso? Dai i tuoi porcamiseria all'episodio e dicci che ne pensi nei commenti!

1 Porcamiseria2 Porcamiseria3 Porcamiseria4 Porcamiseria5 Porcamiseria
Hanno votato questo episodio 21 lettori, con una media di 5,00 porcamiseria su 5.
Loading...

 

Acquista su Amazon.it


 

Ti è piaciuto l'episodio?

like
0
Mi è piaciuto
love
0
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
0
Porcamiseria!
sad
0
Meh...
angry
0
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a The 100