The Crossing1×05 Ten Years Gone

Dei veloci flashback ci mostrano il gruppo dei primi viaggiatori temporali, mentre nel presente devono fare i conti con la fuga di Reece e con l'intromissione di Ren, la cui scomparsa potrebbe causargli molti più problemi del previsto.

7.0

Dopo il colpo di scena finale dello scorso episodio ci saremmo aspettati di scoprire qualcosa sul fato di Emma Ren, ma per una volta gli sceneggiatori decidono di lasciarci cuocere a fuoco lento e al riguardo non si scopre assolutamente niente.
È morta? È viva? È prigioniera?
Lo ignoriamo, non ci viene mostrata e il modo in cui ne parlano CraigEve è volutamente criptico e affatto risolutivo.
Di certo la direzione presa da questo episodio ci ha colti in contropiede: visto come in precedenza lo show aveva affrontato subito i colpi di scena e le grandi domande fatte nascere negli spettatori, ci saremmo aspettati un immediato chiarimento circa la condizione dell’agente federale. Invece niente, giocano con noi accennando qualcosa, richiamandola per bocca di terzi, tenendo viva la suspance. E questo atteggiamento, va detto, funziona alla grande.

Il fulcro dell’episodio, invece, è il primo arrivo dei viaggiatori temporali, il primo gruppo di cui fa parte Craig.
Da un mesetto ci si chiedeva chi fossero e quali fossero precisamente i loro scopi, e bene o male ora lo sappiamo.
Sappiamo che sono stati molto più fortunati dei loro successori, comparendo sulla terraferma invece che in fondo al mare, e che erano un gruppo ovviamente ben preparato e deciso, in grado di scomparire senza farsi notare e di crearsi nuove identità in un’epoca remota e diversissima dalla loro.
Sappiamo che avevano un piano, creato dall’analista del gruppo, un piano che comprendeva l’omicidio di 27 persone per scongiurare il futuro dal quale provenivano.
Sappiamo anche che avevano portato a termine il piano, anche se proprio Craig aveva commesso un errore concedendo a una vittima due mesi aggiuntivi di vita, ininfluenti ai fini dell’operazione complessiva.

Come si può sapere, nel passato, se si è riusciti o meno a modificare il futuro?

Portato a termine il piano, giustamente qualcuno si chiede se siano o meno riusciti a cambiare il futuro. Jake, il creatore del piano, li assicura dell’esito favorevole visto che, beh, lui lo ha ideato e quindi è quanto di più perfetto possa esserci. Pacche sulle spalle, brindisi. La convinzione di aver sconfitto i nemici, e ora il premio ambito, la possibilità di vivere il resto delle loro vite con le loro nuove identità, nel passato.
Ma poi arriviamo al presente, con la venuta della seconda ondata di viaggiatori.
la consapevolezza di aver fallito: se dopo di loro altri intraprendono quello stesso viaggio, evidentemente il futuro che hanno cercato di cambiare esiste ancora.
E quindi decidono di alzare la posta in palio, diventando pari ai loro nemici, con un nuovo piano terrificante e che li porrà senza dubbi sul lato malvagio della scacchiera. Un piano che comporterà non più la morte di Reece, ma la sua cattura. Facile prevedere l’utilizzo di una ben precisa esca, in questo caso…

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Eviteremo per ora di soffermarci troppo sui possibili difetti della teoria qui utilizzata per i viaggi nel tempo, aspettando di avere più elementi a disposizioni per poterla valutare per bene.
Quello che si deduce a ora è che i primi viaggiatori si aspettavano la scomparsa della loro vecchia linea temporale, e al contempo la loro stessa permanenza nel passato. Una completa riscrittura del futuro, quindi, che però non sembrerebbe compromettere la loro esistenza.
Da notare che – a nostro avviso giustamente – in una serie dal concept simile, Travellers, i viaggiatori capivano di avere fallito nel cambiare il futuro per il semplice fatto di essere ancora nel passato: se si trovavano lì significava che il futuro dal quale erano partiti era ancora esistente o non sarebbero mai tornati indietro nel tempo.
Questo, ovviamente, se si accetta la riscrittura totale del futuro. Se invece si sposasse la teoria degli universi paralleli, con la modifica del passato che crea una nuova linea temporale, allora i cronoviaggiatori potrebbero tranquillamente continuare a vivere nel passato. Ma, in questo caso, altri viaggiatori potrebbero altrettanto facilmente raggiungerli anche dal loro vecchio futuro ora divenuto obsoleto.
Quindi, per quello che sappiamo al momento, o i primi viaggiatori temporali non hanno sviscerato a dovere questa questione, o non l’hanno fatto gli sceneggiatori.

Nel presente, intanto, abbiamo due trame che procedono.
Nella prima, per ora più sotto traccia, Reece e la dottoressa Forbin producono la cura per Leah. L’Apex ovviamente non verrà portata dalla bambina, in mezzo al campo pieno di soldati, agenti federali e sue vecchie vittime, ma la dottoressa tornerà subito da lei per salvarla.
Qui abbiamo due punti molto interessanti: il primo è che Reece raccoglie tutto ciò che ha utilizzato per la cura, non volendo lasciare tracce organiche, e quindi non volendo permettere agli scienziati di studiarla. Se questa cosa potrebbe inizialmente sembrare un desiderio di non avvantaggiare i nemici degli Apex, si deve considerare però che nel futuro difficilmente un Apex non sarà mai caduto nelle mani degli umani, quindi questo suo atteggiamento va considerato come una difesa degli Apex o un tentativo di non farli nascere, tenendo nascosti i propri segreti alla gente del passato?
Il secondo invece è che vengono create due dosi di siero e solo una viene utilizzata. La dottoressa si chiede quali altre malattie siano curabili grazie a questa medicina, ma quali altri segreti potrebbe rivelare sulla struttura degli Apex questa semplice fialetta?

Marshall si dimostra sempre più centrale in questa serie, anche se ancora ne ignoriamo completamente il motivo

L’altra trama, e quella che ci interessa maggiormente in quanto legata all’interrogativo che ci è rimasto in testa dalla scorsa settimana, è quella che lega Emma Ren, JudeNestorMarshall.
Jude, che aspettava Emma dopo la telefonata ricevuta nel quarto episodio, scopre invece che dal giorno prima non risponde e non si trova da nessuna parte. Si insospettisce e fa quello che l’agente federale che la cerca non ha fatto, cioè andare a cercarla in albergo. Qui scopre che non c’è, vero, ma anche che ha usato il computer dell’albergo. Da questo computer il suo tecnico hacker risale facilmente alle sue ultime ricerche – sugli eventi accaduti in città dieci anni prima – e a un mucchio di documenti in cloud: dichiarazioni dei rifugiati, sue impressioni, informazioni su Craig che per lei stava insabbiando tutto.

A questo punto Jude decide che la cosa gli sta leggermente sfuggendo di mano e aggiorna su tutto quanto anche il suo vice, Nestor. E viene immediatamente premiato, dato che lui gli svela che proprio quella mattina Marshall si è svegliato ricordando una cosa interessante: nell’incidente automobilistico che dieci anni fa aveva provocato la morte della madre e rovinato la vita sua e di suo padre – accusato di guida in stato di ebrezza e condannato a sensi di colpa letali – c’era una causa che fino a ora non ricordava, e cioè un gruppo di persone comparse dal nulla sulla strada. Persone poi sparite come niente, e tra i quali ricorda bene Beaumont, proprio l’uomo usato come esca da Reece per rapire Oliver nel terzo episodio.

Premesso che i federali sembrano un branco di incapaci e che il piccolo distretto di polizia di Port Canaan è più efficente dell’FBI, Marshall è sempre più un’incognita.
A parte la stranezza del ricordarsi a un tratto delle persone comparse sulla strada, dopo dieci anni di vuoto totale, c’è anche la coincidenza molto sospetta del suo avere incrociato nuovamente i viaggiatori temporali.
A questo punto abbiamo nel 2010 il Marshall bambino che vede sua madre morire per colpa loro, poi nel 2018 incontra Hannah e cerca di difenderla dai federali, mentre due secoli dopo qualcuno dirà proprio ad Hannah di cercare Marshall nel passato, certo che lui la aiuterà.
Cosa collega tutti questi eventi? Il primo contatto nel 2010 sarà la molla che porterà Marshall a collaborare con la polizia per aiutare i rifugiati, contrapponendolo ai cospiratori del primo gruppo di viaggiatori?
Ma se così fosse, tutto sarebbe già scritto e deciso, e quindi niente cambierebbe.

Cominciamo a incontrare possibili problemi con la coerenza temporale, ma le cose si stanno facendo interessanti adesso. L’unica pecca dell’episodio riguarda la tecnica dei flashback, che spesso rendevano difficile capire quando si svolgesse una scena, sopratutto per quanto riguarda le scene della riunione, che vediamo svolgersi in ben tre momenti temporali differenti, tanto per aumentare la nostra confusione.

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 5/10
    Tecnica - 5/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
7/10

In breve

Finalmente un bell’episodio, che ci illumina sul primo gruppo di viaggiatori, fornisce un chiaro cattivo alla serie, rende i misteri più complicati e ci lascia con il dubbio sul fato di Emma Ren. Cominciano però a sorgere dubbi sulla solidità della teoria temporale alla base della serie.

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Porcamiseria

7

Finalmente un bell'episodio, che ci illumina sul primo gruppo di viaggiatori, fornisce un chiaro cattivo alla serie, rende i misteri più complicati e ci lascia con il dubbio sul fato di Emma Ren. Cominciano però a sorgere dubbi sulla solidità della teoria temporale alla base della serie.

Storia 8 Tecnica 5 Emozione 8
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