The Good Doctor2×10 Quarantine

Il St. Bonaventure Hospital si prepara alle feste, ma un imprevisto allarme biologico e il conseguente stato di quarantena indetto nella struttura costringono i medici a fare turni extra in una situazione precaria ed estremamente tesa. I protagonisti riusciranno a reggere lo stress fisico ed emotivo e arginare il contagio?

7.7

A proposito degli ultimi episodi di The Good Doctor, avevamo lamentato l’eccessiva monotonia nelle storyline proposte da questa stagione, che sembrava ormai essersi stabilizzata su schemi narrativi già usati che sul lungo periodo rischiano di annoiare lo spettatore. Con il mid-season finale, tuttavia, sebbene gli elementi non siano ancora sufficienti per farci pensare di aver scampato questo pericolo, possiamo quantomeno intravedere un tentativo da parte della serie di cambiare le carte in tavola attraverso una trama verticale estrema ma efficace, i cui effetti hanno il potenziale per sconvolgere lo status quo di diversi personaggi principali.

Con il pronto soccorso in quarantena in seguito all’arrivo di due pazienti infettati da un virus durante un viaggio in Malesia, alcuni medici saranno costretti a fare i conti con uno stress inaspettato, nel duplice tentativo di arginare la diffusione del virus e prestare le loro attenzioni e cure agli altri pazienti che, volenti o nolenti, sono stati costretti a rimanere nell’edificio e tra i quali si sta diffondendo il panico del contagio.

La situazione è quindi molto precaria e le variabili che rischiano di farla degenerare sono molteplici: fortunatamente, la dottoressa Audrey Lim dimostra ancora una volta di sapere il fatto suo ed essere in grado di mantenere il sangue freddo e le capacità di leadership anche nei momenti più critici, perfino quando scopre di essere stata infettata. Un’interessante avanzata quella della Lim nel corso di questa stagione, grazie alla quale possiamo apprezzare maggiormente un personaggio finora rimasto secondario rispetto al suo collega (e possibile interesse amoroso?) Neil Melendez. Non possiamo quindi che sperare che il cliffhanger finale si risolva nel modo migliore, permettendoci di scoprire cos’altro la donna ha da raccontarci.

Ai suoi diretti comandi, invece, ci sono Shaun e Morgan, che saranno sopraffatti dalla tensione, dallo stress e dalle circostanze. La corazza della dottoressa Reznick si lascia scalfire sempre di più, rivelandoci il lato più fragile e umano della specializzanda, soprattutto quando dovrà fare i conti con la propria impotenza di fronte alla tragica diagnosi di Tyler, un soccorritore dell’ospedale con il quale sembrava avere un’intesa particolare.

Nel frattempo, il ronzio di una luce dell’ospedale, unito alla confusione e alla stanchezza, distrae Shaun nel corso dell’intero episodio, portando il brillante dottore a commettere errori piuttosto seri nel trattamento di alcuni pazienti, prima di arrivare ad una vera e propria crisi che, in un montaggio molto intenso in cui sulle note di Silent Night vengono passate in rassegna le situazioni disperate dei protagonisti, chiude questo mid-season finale. Entrambi gli specializzandi vivono quindi delle sconfitte personali che, nonostante fossero difficilmente evitabili, rischiano di avere un impatto forte sulle loro personalità, essendo entrambi abituati a raggiungere sempre ottimi risultati.

La quarantena non si limita a mettere in difficoltà i medici e i pazienti che vi sono coinvolti, ma causa una reazione a catena che potrebbe avere ripercussioni sull’intera struttura del St. Bonaventure. Sebbene Melendez e Claire si trovino “liberi” rispetto ai loro colleghi, infatti, l’intervento che programmano di fare – un trapianto di midollo per curare un paziente affetto da leucemia – rischia di non poter essere portato a termine in quanto il donatore, il padre dell’uomo, si trova bloccato nel pronto soccorso: questo costringerà i due a cercare delle soluzioni alternative e compiere delle scelte immediate per salvare la vita del loro paziente.

Un’altra importante separazione è quella tra il dottor Alex Park e suo figlio Kellan, anch’egli rimasto bloccato nella quarantena mentre aspettava che il padre finisse il turno in ospedale per poi passare le festività con lui. Un rapporto che si presenta tutt’altro che in discesa, in quanto il ragazzo sembra nutrire rancore e sfiducia nei confronti del genitore; le premesse per uno sviluppo dignitoso di queste dinamiche ci sono tutte, come lascia intuire il pathos nel momento in cui un impotente dottor Park assiste al di là della porta a vetri all’attacco d’asma del figlio. La curiosità di vederne lo sviluppo nei prossimi episodi è quindi molto alta, tanto quanto quella di conoscere meglio sia il giovane che il padre, il quale, sebbene recentemente sia stato esplorato più a fondo, continua ad essere il più appartato tra i personaggi principali.

Possiamo intravedere il tentativo di cambiare le carte in tavola attraverso una trama verticale i cui effetti hanno il potenziale per sconvolgere lo status quo di diversi personaggi principali

Con anche Glassman che, sebbene questa volta la quarantena non c’entri nulla, vede il suo fragile equilibrio rompersi nel momento in cui scopre di avere di nuovo il cancro, ogni personaggio – chi più, chi meno – si trova in una situazione precaria; il monito per la seconda parte di stagione, che debutterà a metà gennaio, è quello di non sprecare le occasioni offerte da questo mid-season finale risolvendo tutto nel giro di un episodio, ma anzi prendersi il giusto tempo per lasciare che ciascuno di loro affronti e metabolizzi ciò che sta succedendo.

  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
7.7/10

Summary

Un mid-season finale dalla trama estrema ma efficace, che finalmente potrebbe dare uno scossone alla staticità della serie e movimentare le storyline dei personaggi principali, molti dei quali si troveranno a fine episodio in una situazione di precarietà e stress. I presupposti per un miglioramento ci sono, ora spetta alla seconda parte di stagione riuscire a coglierli e non sprecare questo potenziale.

Porcamiseria

7.7

Un mid-season finale dalla trama estrema ma efficace, che finalmente potrebbe dare uno scossone alla staticità della serie e movimentare le storyline dei personaggi principali, molti dei quali si troveranno a fine episodio in una situazione di precarietà e stress. I presupposti per un miglioramento ci sono, ora spetta alla seconda parte di stagione riuscire a coglierli e non sprecare questo potenziale.

Storia 7.5 Tecnica 7 Emozione 8.5
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