The Good Doctor2×11 Quarantine Part Two

La quarantena prosegue e la tensione dentro e fuori il pronto soccorso del St. Bonaventure resta alta: riusciranno Morgan e Shaun ad alzarsi dalle cadute dello scorso episodio e salvare le vite dei propri pazienti, compresa quella della dottoressa Lim?

7.3

Nello scorso mid-season finale avevamo lasciato tutti i protagonisti di The Good Doctor e i loro pazienti in situazioni di estrema precarietà, mentre erano obbligati a fare i conti con il rischio di un contagio da parte di un virus letale e il conseguente e improvviso stato di quarantena indetto nel pronto soccorso del St. Bonaventure. È proprio dall’ultima scena dell’episodio precedente che The Good Doctor riprende la narrazione dopo la pausa invernale, ripartendo dalla crisi di Shaun a causa del ronzio di una lampada e dalle pessime condizioni della dottoressa Lim, anche lei contagiata.

Il recupero della lucidità e della concentrazione è piuttosto immediato per il dottor Murphy, che nel giro di qualche minuto e con i giusti stimoli suggeriti dalla dottoressa Reznick torna perfettamente operativo e pronto non solo a porre rimedio all’errore medico commesso nello scorso episodio, ma anche ad affrontare la delicata situazione di Viola, una paziente entrata in travaglio prematuramente: come lo stesso Shaun sottolinea, si tratta del “suo” primo parto e, tra tentennamenti e complicazioni, diventerà il caso medico centrale della puntata, in cui si susseguiranno momenti carichi di tensione prima di arrivare al sofferto lieto fine.

Più difficile sarà la ripresa della dottoressa Reznick, che nella puntata precedente ha visto un ragazzo cui voleva bene morire a causa del virus senza che lei potesse aiutarlo: tuttavia, davanti il rischio di vedere questa tragedia ripetersi con la dottoressa Lim, Morgan riesce a recuperare il suo sangue freddo e salvare la vita della sua superiore con una mossa astuta e coraggiosa. Nonostante la grande vittoria, che ci permetterà – o almeno così ci auguriamo – di vedere un sempre maggiore approfondimento della personalità della Lim, una volta passato il pericolo e finita la spinta dell’adrenalina il pensiero della morte di Tyler torna a incupire la giovane specializzanda; possiamo ipotizzare che questo porterà nei prossimi episodi ad un ulteriore focus sul suo lato più fragile e meno noto di cui, dati i recenti risultati, non vediamo l’ora.

Nel frattempo, anche gli altri medici hanno il loro da fare. Mentre Melendez e Claire portano a termine il trapianto di midollo osseo, non senza intoppi dovuti all’ostacolo della quarantena e alle complicazioni nella salute del donatore, il dottor Park si ritroverà a partecipare al prelievo del midollo dopo essere entrato, contro ogni ordine dei suoi superiori, nel pronto soccorso per stare al fianco del figlio Kellan e aiutarlo durante un attacco d’asma.

My dad had this mantra: be like stone, never cry. It made me stronger, which wasn’t always a good thing. Spent my life behind a wall, which meant your mom got to live with that wall as well, and when we split up I felt like a failure. Moving away helped me hide from that. My father’s voice is still in my head. But I’m working on getting it to be quiet.

Come intuibile dallo scorso episodio, il rapporto tra i due viene approfondito: il rancore del ragazzo verso il padre, accusato di essere scappato dopo il divorzio ed essere stato assente dalla sua vita nell’ultimo periodo, è in realtà sintomo di un bisogno di affetto e riconoscimento che non tarderanno ad arrivare al termine dell’episodio, dopo che Kellan avrà aiutato Shaun eseguendo il massaggio cardiaco sul neonato e l’uomo avrà ammesso il motivo del suo allontanamento. Anche in questo caso la scena è toccante e le parole di Park e il background che descrivono non possono che farci sperare, come nel caso di Morgan, in un maggiore approfondimento di questo personaggio e, magari, in un ritorno di Kellan che, nonostante il ruolo del tutto secondario, ha comunque dimostrato una caratterizzazione interessante ed un buon potenziale.

L’intensità emotiva dell’episodio non si esaurisce tuttavia ai personaggi coinvolti nella quarantena ma anzi, investe piacevolmente anche le scene che vedono coinvolti il dottor Glassman e Lea. In seguito alla diagnosi di una recidiva del tumore (rivelatosi poi una forma di meningite), infatti, il neurochirurgo decide di lasciare Shaun all’oscuro per evitare di appesantirlo con questo fardello; Lea, dal canto suo, suggerisce una maggiore trasparenza, che tenga conto della maturità di Shaun e del suo bisogno di essere trattato come l’adulto che è. Gli scambi di battute tra questo duo inaspettato funzionano benissimo in quanto, al di là delle frasi pungenti e le provocazioni che si rivolgono (e che da entrambe le parti risultano comprensibili), si tratta di due persone ugualmente vicine e affezionate al protagonista ma con idee diverse, se non complementari, su come approcciarsi a lui – idee che al termine dell’episodio troveranno un equilibrato e saggio punto d’incontro.

Nonostante l’occasione sprecata, l’episodio funziona sotto ogni punto di vista

Venendo a delle considerazioni più generali, potremmo dire che l’episodio abbia in realtà deluso le nostre aspettative: la situazione di precarietà e grande stress creata dalla paura del contagio, dalle richieste dei pazienti e dallo stato di quarantena poteva essere l’occasione per apportare cambiamenti ben più radicali e incisivi all’equilibrio ormai troppo statico della serie, che spesso ha palesato il rischio di non avere più nulla di nuovo da proporre. Nonostante questa occasione sprecata, però, l’episodio funziona sotto ogni punto di vista e, sebbene non ci troviamo di fronte l’episodio in grado di cambiare le carte in tavola come ci aspettavamo, le premesse per l’evoluzione di alcune storyline, in particolare quelle dei personaggi meno conosciuti agli spettatori, non sembrano da sottovalutare.

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
7.3/10

Summary

Quella che poteva essere l’occasione per apportare cambiamenti radicali all’equilibrio ormai troppo statico della serie non viene sfruttata a pieno, ma un’ottima costruzione del clima teso e precario della quarantena e un buon approfondimento di alcuni personaggi e i rapporti tra loro rendono comunque il ritorno di The Good Doctor piacevole e intenso.

Porcamiseria

7.3

Quella che poteva essere l'occasione per apportare cambiamenti radicali all'equilibrio ormai troppo statico della serie non viene sfruttata a pieno, ma un'ottima costruzione del clima teso e precario della quarantena e un buon approfondimento di alcuni personaggi e i rapporti tra loro rendono comunque il ritorno di The Good Doctor piacevole e intenso.

Storia 7 Tecnica 7 Emozione 8
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