The MandalorianThe Mandalorian Season 1: una nuova speranza?

Season Finale Disney+ parte all'attacco con una produzione imponente che appaga (quasi) del tutto le attese dei fan: The Mandalorian è una buona serie tratta da Star Wars, ma necessità di migliorie.

8.0

La guerra tra servizi di streaming on demand comincia ad assumere toni sempre più rilevanti, incalzata dall’arrivo del maestoso Disney+. È proprio quest’ultima piattaforma a lanciarsi sul mercato con una produzione imponente fin dai primi contenuti, tra cui spicca The Mandalorian, primo show live action ambientato nell’universo di Star Wars.

Come già approfondito nella recensione del pilot, la Disney non ha lesinato sui grandi nomi da tirare in ballo, coinvolgendo nella produzione Dave Filoni – autore veterano e già apprezzato per altri prodotti del franchise -, Jon Favreau, nerd a tutto tondo noto soprattutto per i suoi Iron Man, Taika Waititi, amato/odiato regista (tra l’altro) di Thor: Ragnarok. Non è da meno il comparto attoriale che vede come protagonista Pedro Pascal e come antagonisti, tra gli altri, Giancarlo Esposito e il leggendario Werner Herzog.

The Mandalorian parte dunque come cavallo di razza, ma destinato sicuramente a un pubblico avvezzo alla space opera di George Lucas, se non addirittura, nella cura di certi dettagli, indirizzato a chi ha più dimestichezza con l’enorme universo espanso che si è sviluppato attorno alla saga principale. Molti particolari della storia mandaloriana o alcuni riferimenti più ostici sono infatti da ricercare non all’interno delle trilogie cinematografiche, quanto nei prodotti televisivi che sono nati contestualmente. Questo è al contempo un pregio ma anche un limite della fruizione, che da una parte solletica il gusto della scoperta dei fan, dall’altra regala un’esperienza non completa a chi (e saranno sicuramente in maggioranza) non ha presente l’intero quadro della mitologia lucassiana.

Basti come esempio, a tal proposito, la darksaber intravista nella scena post-credit, di cui sicuramente ci verrà detto di più nella (già annunciata) seconda stagione, ma che comunque rimane un elemento fondamentale della storia mandaloriana di cui la maggior parte del pubblico probabilmente ignorerà la contestualizzazione. Ciò ha un peso maggiore se prendiamo in considerazione sia la durata dei singoli episodi (mediamente più corti rispetto agli standard delle serie attuali) sia dell’intera stagione, costituita da otto puntate. La Disney ha infatti deciso di puntare su un modello di messa in onda da TV generalista, caricando un episodio a settimana ed evitando accuratamente il meccanismo del cliffhanger settimanale, limitandolo al penultimo episodio.

Il risultato è una serie fortemente incentrata su un tipo di narrazione verticale, che apre e chiude gli intrecci all’interno degli episodi singoli, relegando sullo sfondo la trama orizzontale, costituita dal blando canovaccio dello scontro per il piccolo Yoda (sì, non si chiama così, ma per semplicità…). Ciò penalizza soprattutto la prima parte della stagione, dove gli sviluppi annaspano e la narrazione procede a piccolissimi passi, troppo deboli se contestualizzati nell’arco ristretto di otto episodi: il rischio è, come poi effettivamente accade, di dover concentrare gli eventi in un’unica puntata finale, in cui alcuni passaggi risultano affrettati (vedi la decisione di Cara Dune Greef Karga).

A risentirne, però, è anche la caratterizzazione di certi personaggi, in particolare i rappresentanti dell’Impero (ormai caduto): il Cliente non riesce a smarcarsi dalla sua bidimensionalità e della sua presenza rimane solo l’interpretazione di Herzog. Moff Gideon per parte sua si impone quando è in scena, ma il voler rimandare alla seconda stagione il suo sviluppo inficia la portata della sua minaccia. Decisamente migliori i profili dei vari cacciatori di taglie e avversari apparsi nel corso degli episodi, così come degne di nota sono le costruzioni dei “buoni”, da Kuiill ai suddetti Cara e Greef. Spicca sicuramente tra tutti il Mando di Pascal, che nonostante il limite dell’elmo riesce a restituirci la completezza di un antieroe imperfetto e tutto fuorché invincibile, eppure al contempo temibile e letale (maestrale in questo senso è l’episodio The Prisoner).

L’altro grande protagonista, Baby Yoda, ce la mette tutta per far breccia nei cuori degli spettatori e la Disney subdolamente piazza i suoi occhioni come riempitivi nei numerosi momenti morti dello show, cementificando però la convinzione che il merchandasing abbia avuto la meglio su alcuni aspetti narrativi.

The Mandalorian è quindi una serie che, pur non annoiando il pubblico non fan di Star Wars, ha ben pochi elementi di novità da offrire a quest’ultimo, che vi troverà piuttosto (e “solamente”) un buon western con ambientazione spaziale e trama a là Léon. Per tutti i patiti delle avventure nella galassia lontana lontana, invece, The Mandalorian è l’occasione per seguire una valida rotta fuori da quella cinematografica, pur recuperandone appieno le atmosfere e i toni (ironia in particolare) ma svincolandosi al contempo dalla pesante eredità di Lucas.

  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
8/10

Summary

Atmosfere in pieno stile Star Wars, protagonisti accattivanti e il rispetto di una solida mitologia alle spalle spostano l’ago della bilancia su una valutazione positiva per The Mandalorian, che però necessità di lavorare, per il futuro, su alcuni difetti non proprio secondari.

Porcamiseria

8

Atmosfere in pieno stile Star Wars, protagonisti accattivanti e il rispetto di una solida mitologia alle spalle spostano l'ago della bilancia su una valutazione positiva per The Mandalorian, che però necessità di lavorare, per il futuro, su alcuni difetti non proprio secondari.

Storia 8 Tecnica 8 Emozione 8
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