The Originals3×02 You Hung The Moon

Gli spunti della nuova trama, appena accennati nel primo episodio, stanno prendendo sempre più forma concreta, e si incanalano quindi verso un filone lineare e ben preciso. Possiamo dire che in questo episodio sono sostanzialmente tre le figure di spicco: Davina, che cerca di tenere le redini tra le fila delle streghe di cui è […]

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Gli spunti della nuova trama, appena accennati nel primo episodio, stanno prendendo sempre più forma concreta, e si incanalano quindi verso un filone lineare e ben preciso. Possiamo dire che in questo episodio sono sostanzialmente tre le figure di spicco: Davina, che cerca di tenere le redini tra le fila delle streghe di cui è ormai la leader reggente, Camille, che si improvvisa detective criminologa ed indaga sui recenti omicidi a New Orleans, e Klaus, che cerca di esercitare il suo controllo perverso e maniacale su tutti, famiglia compresa, rischiando così di farsi ancora più terra bruciata in torno.

Il peso di un leader

Avevamo lasciato la nostra giovane Davina alle prese con il suo nuovo ruolo di leader reggente delle streghe del quartiere francese, ruolo che fin da subito sembra causarle non pochi problemi. Già nell’episodio precedente ha infatti avuto a che fare con un incipit di ribellione, venendo attaccata da una strega del quartiere, in disaccordo con lei e la sua leadership. In virtù della sua giovane età ed inesperienza, chiede aiuto all’amico e confidente Marcel, ormai abituato da anni al ruolo del leader. Il prezioso consiglio ricevuto è quello di compiere un serio e deciso atto di forza pubblica, per dimostrare a tutti i suoi adepti la sua forza e il suo diritto al comando. Con un repentino e subdolo colpo di genio, Davina sfrutta il bisogno di Hayley di liberarsi dalla maledizione di Klaus (almeno momentaneamente) per farle commettere un pluri omicidio. Haley infatti, da ibrido qual è, non ha problemi a sbarazzarsi della strega ribelle e di tutti i suoi alleati.

Dopo aver commissionato questa carneficina, ci troviamo però davanti ad una Davina dubbiosa, spaventata ed incerta sul da farsi. Cerca di autoconvincersi che quello che ha fatto è stato per il bene di tutte le streghe del quartiere, che serviva a tenerle unite per proteggerle da Klaus e dal misterioso serial killer che preda senza sosta le strade di New Orleans. Ma, a conti fatti, non riesce a darsi pace per quello che ha fatto. Dopo che la notizia del massacro è giunta alle orecchie delle altre streghe del quartiere, tutti si stringono attorno a lei in cerca di conforto e protezione: si può quindi dire che il suo atto di forza ha avuto un certo successo, ma il senso di colpa è talmente grande che lei stessa sembra quasi vacillare sotto gli sguardi atterriti e imploranti dei suoi sudditi.

Serial Killer

Il colpevole degli efferati omicidi avvenuti pochi giorni prima nelle strade di New Orleans non ha ancora avuto un nome nè un volto, ed è proprio quello che Camille sta cercando di scoprire. Con la benedizione del detective Kinnely, cerca quindi, tramite ricerche private, di stilare il profilo del presunto serial killer. Dal canto suo un’idea se l’è fatta, perché casualmente tutto è cominciato con l’arrivo di Lucien, vecchio compagno di merende del nostro Original, che con la sua indole da sterminatore sanguinario, non aiuta certo ad indirizzare le indagini altrove.

Il passato della nostra biondina tuttofare torna però prepotentemente a farle visita: il detective Kinnely, scavando nel passato di Camille, ha trovato notizie sulla sua famiglia, legata ad una lunga tradizione di morti strane e truculente. Gli episodi più recenti sono quelli di suo zio Kieran e prima ancora di suo fratello che, creduto da tutti un pazzo malato mentale ma posseduto in realtà da una strega, ha fatto una strage di proporzioni monumentali uccidendo tutti i presenti nella chiesa. Benchè sia passato ormai molto tempo, resta per lei comunque una ferita aperta durissima da rimarginare e proprio per questo motivo, quando Kinnely riporta alla luce quei tremendi ricordi sepolti nel profondo di Camille, la ragazza reagisce in modo scostante, aggressivo e quasi violento. Atteggiamenti davvero inusuali per la sua naturale indole calma e ponderata: sciorina al detective un paio di freddure alle quale lui riesce a stento a ribattere e, tremante di rabbia, se ne va senza nemmeno voltarsi.

Esame di coscienza

Abbiamo già ampiamente analizzato nell’episodio precedente la particolarità del personaggio di Klaus, di quanto sia complesso e multi-sfaccettato rispetto agli altri protagonisti. Tutte queste sue mille sfumature emergono prepotentemente anche in questo secondo episodio. Paradossalmente possiamo dire che il profondo affetto per la figlia Hope sia in grado di sprigionare ed amplificare tutti i lati più negativi del suo carattere: non è nient’altro che la paura di perdere per sempre la piccola infatti, che lo spinge a maledire Hayley in forma perenne di lupo mannaro, quando scopre che lei e Jackson avevano intenzione di fuggire lontano da New Orleans e dalla malsana influenza degli Originals. Ma questo comportamento lo porta evidentemente ad inimicarsi tutti quelli che lo circondano e in modo particolare suo fratello Elijah. Durante la sospensione momentanea della maledizione (grazie alla magia di Davina), Hayley rivede Klaus per la prima volta: nemmeno il tempo di aprir bocca, e subito la ragazza gli si scaglia contro sfogando tutta la sua frustrazione e l’odio nei suoi confronti. Riversa in ogni pugno e in ogni schiaffo la sofferenza che ha provato per non aver potuto vedere la sua Hope, se non per un’unica notte al mese.

Mentre i due lottano come furie, Klaus improvvisamente si ferma: il suo sguardo volge altrove, oltre la spalla di Hayley. La piccola Hope fa improvvisamente capolino dietro alla balaustra, muovendo con goffa tenerezza i suoi primissimi passi. La potenza di quest’immagine è quasi toccante nella sua dolcezza: l’innocente fragilità di una bimba riesce a fermare la lotta furibonda tra i due ibridi con la sua sola presenza. Klaus a questo punto, remando contro la sua natura di protettivo maniaco del controllo, concede ad Hayley e Jackson di trasferirsi con Hope nella casa di fronte alla sua, per concedere alla madre la libertà di veder crescere sua figlia senza la sua malsana presenza, e tenere comunque d’occhio la situazione qualora ci fossero pericoli per la piccola. L’ultima emblematica immagine ci mostra Hayley e Jackson abbracciati insieme alla piccola Hope. Klaus li osserva dalla finestra di fronte con espressione alquanto autoesplicativa: questo è il bel quadretto familiare di cui lui non farà mai parte perché ormai sembra essersi bruciato qualsiasi tipo di rapporto affettivo con i suoi cari.

Quest’episodio è riuscito, grazie all’estrema bravura dell’eclettico Joseph Morgan (Klaus nella serie) e alla potenza dell’immagine che vede contrapposti i due antipodi, tesi (violenza) e antitesi (innocenza), a risultare ancora più convincente del precedente. Rimane poi la curiosità di vedere in azione figure che risultano ormai alquanto secondarie come Finn o Marcel, dei quali però, per il momento, non si sente la mancanza. In sintesi direi che l’episodio si merita addirittura quattro porca miseria e mezzo!

4.5

 

Vi sta piacendo questa terza stagione di The Originals? Cosa credete accadrà a Klaus nella prossima puntata? Scriveteci cosa ne pensate lasciando un commento qui sotto o sulle nostre pagine di facebook e twitter!


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