C’eravamo lasciati alla fine dello scorso episodio con questa semplice domanda: “Tra Elijah e Klaus sarà una rottura definitiva oppure il sangue varrà ancora più di ogni altra cosa?”. La risposta non tarda certo ad arrivare. Chi poteva mettere in dubbio il legame fraterno dei Mickaelson, forte e indissolubile come non mai, ha fatto davvero male i suoi calcoli. Non serve molto tempo ai nostri Originals per capire in che modo sia stato possibile arrivare quasi sull’orlo del precipizio e rischiare quindi di dividere per sempre la famiglia. I dubbi d’inizio stagione sono ormai più che fondati: Lucien si dimostra infine un traditore, in combutta con il suo “nemico” di vecchia data Tristan e la complicità della bella Aurora, per sovvertire il potere a New Orleans e rovesciare la famiglia Mickaelson una volta per tutte.
La società degli Strix, sta piano piano avvolgendo i suoi sinuosi tentacoli lungo tutta la città, avviluppando qualunque cosa possa tornare utile per anteporsi a Klaus e a tutta la sua famiglia. La lotta è subdola, spietata e non risparmia le più atroci sofferenze a chiunque abbia la sfortuna di risultare un utile mezzo per la lotta al potere. Le pedine da muovere sono tante e varie, ma alcune di queste riescono comunque a trovare la forza per contrapporsi al giogo di questi oppressori.
Hayley ne è di certo l’esempio più calzante: personaggio apparentemente ai margini dello scontro tra le due superpotenze di New Orleans, la nostra ibrida risulta essere uno degli obiettivi su cui gli Strix cercano di far leva per accaparrarsi risorse sempre più utili. Nei passati cinque episodi non abbiamo purtroppo avuto lo spazio di analizzare esaurientemente il personaggio di Hayley, forse perché relegata ad intraprendere una diramazione della storia più strettamente incentrata sulla maledizione che l’affliggeva e sulla piccola Hope. Testarda e caparbia fino all’inverosimile, riesce a neutralizzare il mandante del suo omicidio e, con l’aiuto di Elijah, ad estorcere informazioni sui piani degli Strix.
Dall’altro lato della scacchiera troviamo invece Camille e l’agente Kinney, trattenuti con la forza nell’attico di Lucien e prede indifese dei suoi sadici giochetti. Magnificamente orchestrate con l’astuzia di uno stratega, Lucien fa leva sulle debolezze di Camille per persuaderla a consegnargli una curiosa moneta adornata da misteriose e antiche rune.
Vista sotto una certa ottica, si potrebbe quasi identificare una parvenza di parallelismo tra Lucien e Klaus: entrambi forti, caparbi e spietati nonchè un tantino troppo egocentrici. La raffinatezza è parte integrante del loro essere e la esprimono quotidianamente tramite stile, amore per l’arte, un vocabolario ricco e curato e la passione per il lusso e lo sfarzo. Osservandoli con estrema attenzione, nel loro essere crudeli e senza scrupoli si distingue una sottilissima differenza che, trasposta in certe situazioni, risulta essere quantomeno rilevante: quando Klaus perseguita, tortura o addirittura uccide le sue vittime, nella maggior parte dei casi si intravede una sorta di (passatemi il termine) “ragionevolezza” nel suo operato.
Nella maggior parte dei casi, le sue azioni vengono svolte in funzione di ciò che gli sta a cuore, senza per questo fare sconti a nessuno. La maledizione inflitta ad Hayley si può sicuramente interpretare come una sorta di punizione per aver tentato di fuggire con sua figlia Hope, senza fargliene parola. Reazione sbagliata ed eccessiva, ma sicuramente non fine a se stessa.
Lucien dal canto suo, risulta molto più sadico, mellifluo e incredibilmente più privo di scrupoli. Facendo leva sull’emotività di Camille, soggioga Kinney dandogli l’ordine di automutilarsi pezzo per pezzo fino a quando la ragazza non gli avesse consegnato il medaglione. Crudele sì, ma anche mostruosamente geniale: le scene dove squarcia i tendini della propria caviglia o dove si punta un coltello alla gola, sono da dieci e lode.
Circa a metà dell’episodio, molte domande cominciano però a sorgere spontanee: qual è l’utilità del medaglione? E perché creare tutto questo trambusto solo per conquistare New Orleans? Con una società numerosa e ben organizzata come quella degli Strix, sarebbe di certo un gioco da ragazzi impadronirsi della città. Mano a mano che ci si avvicina alla fine dei quaranta minuti, i vari pezzi del puzzle cominciano ad unirsi fino a creare un quadro limpido e cristallino come non mai.
Aurora e Klaus si sono finalmente ritrovati dopo più di mille anni, ma il tempo che stanno trascorrendo insieme non aiuta certo a far chiarezza sulle vere intenzioni della ragazza. E’ talmente vasto e imperscrutabile l’alone di mistero che la circonda, da non darci in nessun modo la certezza che i suoi sentimenti per Klaus siano veri e genuini oppure frutto di un ingegnoso pretesto per maturare di lì a poco una tremenda vendetta verso lui e tutto il resto della sua famiglia.
Scopriamo infatti durante l’episodio, che in passato Elijah si è macchiato di un terribile crimine nei confronti di Aurora, Tristan e Lucien: ai tempi della corte dei Martel, ormai più di mille anni prima, ha soggiogato i tre ragazzi in modo da convincerli di essere in realtà rispettivamente Rebekah, Klaus ed Elijah stesso, facendo così in modo che il loro sanguinario e vendicativo padre Michael, li perseguitasse ininterrottamente per un intero decennio credendo invece di seguire i suoi figli, costringendoli quindi a fuggire senza sosta per scampare alla sua furia omicida.
L’aver perso cent’ anni della loro vita, ha portato Tristan e Lucien a meditare una giusta vendetta nei confronti degli Originals: il medaglione risulta infatti essere un potente catalizzatore magico in grado di rinchiudere dentro di sé tutti i fratelli Mickaelson, intrappolandoli per l’eternità in un sonno perenne, che avrebbe così assicurato a tutta la discendenza degli Originals (loro compresi) la quasi totale certezza della vera immortalità.
Quello che rimane in dubbio però è dove stia la lealtà di Aurora: nonostante abbia rivelato a Klaus il diabolico piano dei suoi compari, lo sguardo furbo e malizioso che costantemente regala allo spettatore, ci suggerisce che forse non è tutto così scontato come sembra.
Se la veridicità del suo amore viene messa a tratti in discussione, sorprendentemente non sembra accadere in egual misura con il nostro Original: come mai accaduto finora, Klaus mette sul piatto i suoi sentimenti. Scopre le carte con una leggerezza che mai ci saremmo aspettati, risultando per un breve momento quasi vulnerabile. La dimostrazione forse più eclatante, la possiamo riscontrare nel momento in cui mostra ad Aurora un vecchio dipinto che la ritrae in tutta la sua bellezza, conservato dietro ad un muro di mattoni dove, insieme al quadro, aveva sepolto i suoi sentimenti da ormai più di un millennio.
Per l’ennesima volta The Originals non disattende le aspettative. La trama prosegue sempre in maniera viva, frizzante e mai scontata, dando un maggior spazio a quei personaggi che effettivamente regalano più brio alla narrazione. Le spiegazioni che ci vengono offerte man mano sono rilasciate in maniera bilanciata e senza scoprire necessariamente tutte le carte, lasciando quindi il desiderio di proseguire la serie, per indovinare quale sarà la prossima mossa degli Originals. Ancora quattro porca miseria e mezzo per questo riuscitissimo episodio.
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