The Originals3×14 A Streecar Named Desire – 3×15 An Old Friend Calls

Due puntate gradevoli, a tratti entusiasmanti, ricche di eventi succosi ma soprattutto cariche di contenuti emozionali. Ci si può anche sbilanciare nel definirle tra le più complete ed esaustive in assoluto, o almeno di questa terza stagione. Se fino ad una manciata di episodi fa, una delle rarissime critiche appioppate a questo spin off magistralmente […]

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Due puntate gradevoli, a tratti entusiasmanti, ricche di eventi succosi ma soprattutto cariche di contenuti emozionali. Ci si può anche sbilanciare nel definirle tra le più complete ed esaustive in assoluto, o almeno di questa terza stagione. Se fino ad una manciata di episodi fa, una delle rarissime critiche appioppate a questo spin off magistralmente riuscito era per l’appunto quella di accantonare ad minchiam personaggi principali, relegandoli ai margini della serie e adibiti, metaforicamente parlando, ad anonimi soprammobili a cui viene data una spolverata solo durante le pulizie di primavera, ecco che invece un deciso colpo di spugna  cancella anche questo fastidioso neo. Ogni personaggio ha il suo spazio, la sua occasione per emergere ed avere quantomeno una manciata di minuti interamente dedicati al solo scopo di permettere ai seguaci della serie di ottenere una panoramica più ampia dei tanti e vari stati d’animo che ognuno di loro sta attraversando in questo particolare momento di forte tensione.

The originals 3x14 A Streetcar Named Desire 3x15 An Old Friend Calls recensione

Le acque si stanno muovendo non poco a New Orleans, travolgendo con forti ondate di dubbi e paura persino gli indomabili e immortali (?) Originals che annaspano vistosamente tentando di tenersi a galla con ogni mezzo a loro disposizione. La sete di vendetta di Aurora e la volontà di Aya nel recidere il legame di sangue con i Mickaelson danno vita al perfetto connubio per innescare una trappola studiata fin nei minimi dettagli. Grazie ai poteri della congrega di streghe affiliata agli Strix, Klaus ed Elijah vengono tenuti prigionieri insieme ad Aurora e Tristan: con il corpo sono costretti a soccombere alle volontà di Davina, pronta ad iniziare il suo incantesimo di rescissione, mentre con la mente sono ancorati nella prigione immaginaria di Tristan.

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Quest’ultimo, dopo essere stato sepolto vivo sul fondo dell’oceano in una cassaforte dallo stesso Klaus, condannato quindi a soffrire affogando per l’eternità in quanto essere immortale, viene aiutato dalle streghe della congrega per far si che la sua condizione di prigionia sia quantomeno tollerabile. Grazie ad una magia rappresentativa, le consorelle gli permettono di trascendere la realtà che lo circonda, ritrovandosi quindi con la mente in una fittizio ma accogliente salotto con tanto di libri e scacchiera.

Ecco quindi questi quattro personaggi intrappolati nella stessa realtà illusoria che li condurrà, come previsto, a duri e pungenti confronti faccia a faccia. I dialoghi sono mirati a ferire reciprocamente l’interlocutore in maniera infima, subdola, puntando sulle reciproche debolezze e sensi di colpa che, incredibile a dirsi, anche gli Originals sembrano possedere.

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Nel mentre di tutti questi battibecchi, tra l’altro a tratti piuttosto infantili ma sempre insigniti di un linguaggio squisitamente forbito e ricercato in perfetto stile Mikaelson, nella realtà terrena di New Orleans, Davina ha cominciato il suo incantesimo di rescissione. Hayley, Freya e Marcel, nel loro tentativo di rattoppare questo piccolo inconveniente, ricevono un aiuto inaspettato da un personaggio altrettanto inaspettato: Stefan Salvatore.

E cosa  ci fa il vampirello tedioso più famoso di Mystic Falls in quel di New Orleans? Facciamo velocemente marcia indietro: grazie ad un breve, e se posso aggiungere inutile, crossover tra The Vampire Diaries e The Originals, il Salvatore dal cuore tenero e dagli occhi da triglia ha fatto capolino nell’orbita dei fratelli Mikaelson perchè in cerca di un aiuto contro la maledizione della cacciatrice.

Nulla di particolarmente impegnativo per i nostri Originals perchè Freya lo liquida in meno di due secondi spalmandogli un impiastro puzzolente e grigiastro sul marchio inflittogli dalla Buffy Summers dei poveri e via andare.

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Presenza che non arricchisce e che non aggiunge nulla di accattivante alle puntate, ma che almeno si rende utile nel recupero di Klaus ed Elijah una volta usciti dal limbo di Tristan grazie all’aiuto di Freya e Lucian (ma dov’era sparito nelle ultime 5/6 puntate?). Diciamo che il salvataggio riesce a metà perchè solo Elijah scampa all’incantesimo di rescissione: ora la vita dei discendenti di Klaus non è più legata alla sua morte e questo a conti fatti è un problema di proporzioni monumentali.  Tuttavia, a dispetto dell’immane tragedia, per lo meno un paio di contentini li portiamo a casa durante gli ultimi minuti della quattordicesima puntata: dopo aver scartavetrato i cosiddetti per tutta la terza stagione ed esser risultata più pesante di un loden bagnato, Davina riesce finalmente a riportare in vita il suo defunto fidanzato Kol Mikaelson.

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Inoltre assistiamo ad una delle scene che forse ci regala più soddisfazione di un Calippo al quindici di Luglio: dopo essere entrambi usciti dalla prigione mentale fittizia,  Klaus realizza di non voler concedere ad Aurora il privilegio di una morte rapida ed indolore, bensì decide di murarla viva, dando vita così ad un evidente parallelismo con l’episodio 3×06 “Beautiful Mistake dove mostra il dipinto della ragazza che aveva murato per decenni, insieme ai suoi sentimenti, dopo che lei gli aveva spezzato il cuore. La soddisfazione negli occhi di Klaus è lampante come la luce del sole, così come le sue parole aspre e sprezzanti nei confronti di Aurora: egli brama l’idea che lei sia tormentata per l’eternità dal pensiero che sia stato lui a negarle tutto ciò che amava della vita.

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Il tempo di adagiarsi sugli allori è purtroppo finito: le nefaste conseguenze della magia di Davina stanno prendendo piede più velocemente del previsto. Tutti i vampiri discendenti da Klaus, ormai non più legati al suo destino, stanno accorrendo da ogni parte del mondo per vendicarsi dei soprusi subiti nei millenni dallo stesso Original.

Primo fra tutti tale Cortez, che sembra più un trafficante di droga colombiano, ma a quanto pare è un discendente consanguineo di Klaus in cerca dell’ultimo proiettile di quercia bianca, unica e sola arma rimasta in grado di uccidere un Original. A detta di Elijah, Klaus avrebbe ucciso, allo zio Escobar, più o meno una settantina tra fratelli, cugini e pronipoti vari: il muchacho è venuto a farsi giustizia da solo insomma.

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Per fare tutto questo ha bisogno ovviamente di Vincent: l’utilità di questo personaggio nella terza stagione continua ad essere un enorme punto interrogativo per la sottoscritta, perchè nonostante sia il nuovo reggente del quartiere francese ha una capacità di esercitare il suo potere pari a quella di un opossum in letargo. Ma non stiamo qui a cavillare sui personaggi-soprammobile perchè altrimenti dovremmo aprire un dibattito lungo una vita. Come abbiamo detto ad inizio paragrafo, in questi due episodi sembra esserci spazio un po’ per tutti ed ecco infatti Vincent Griffin avere i suoi cinque minuti di gloria.

In realtà la sua grande utilità è quella di venire strapazzato per benino da Cortez con il solo scopo di rivelargli l’esatta ubicazione del proiettile di quercia bianca. Mai una gioia eh! Fortunatamente Klaus arriva in tempo per uccidere Cortez e salvare i deretani di Vincent e Cami, anche lei parte integrante della scenetta con lo schizofrenico maniaco sudamericano.

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Eh si, pensavamo di essercela scampata dato che nell’episodio 14 era rimasta dietro le quinte in sordina, e invece no! Ecco Cami puntuale come l’allergia a primavera, fastidiosa come la zanzara che ti ronza nell’orecchio durante la notte. Dalla sua trasformazione sembra essere diventata, se possibile, ancora più irritante di quanto eravamo abituati: schizzata, paranoica, tediosa e con gravi manie di persecuzione.

Ed è proprio per una serie di motivi legati a questi comportamenti che, quando Klaus le si avvicina per confessarle che i suoi sentimenti per lei non sono cambiati nonostante la trasformazione, decide di troncare il rapporto con L’Original, ammettendo di non corrisponderlo più come un tempo: la parte dentro di lei che ha sempre lottato e sperato per la redenzione di Klaus è sempre stata quella umana, ma adesso quella parte non c’è più. Questa però non sembra essere la vera motivazione : Cami è così terrorizzata dall’idea che Aurora possa uscire dalla sua prigionia, che alza tutti gli scudi emotivi possibili nei confronti di Klaus.

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Ma il problema di fondo è solo la paura di morire per mano di una psicopatica, oppure c’è qualcos’altro sotto la dura scorza della vampira tutta d’un pezzo? Sarà forse perché teme che in realtà ci sia una ragione per cui Klaus abbia lasciato in vita Aurora? Egli spergiura di averla murata viva con il solo scopo di farla soffrire ad oltranza per l’eternità a causa del grave torto messo in atto nei confronti di Camille. Sarà veramente così? O forse nel suo subconscio c’è ancora impresso il riverbero di vecchi sentimenti nutriti per la perfida De Martel?

Sta di fatto che Klaus, tra la sua discendenza sanguinaria di vampiri assassini diretta a New Orleans per scuoiarlo vivo e l’amore non ricambiato da parte di Cami, decide di raccattare baracca e burattini e levare le tende per un po’. A lui si uniscono anche Hayley e la piccola Hope: esattamente come Klaus, anche la ragazza sente la necessità di lasciarsi tutto alle spalle.

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La morte di Jackson sembra averla sconvolta in maniera irreparabile tanto da provocare amari risvolti psicologici di diversa natura: da una parte il dolore straziante della scomparsa  e dall’altra il forte senso di colpa nei confronti del defunto marito. Jackson era sempre stato a conoscenza dell’amore nutrito da Hayley per Elijah, ma nonostante questo l’ha sempre protetta, consolata, e soprattutto amata incondizionatamente. Hayley ha sempre vissuto questo come un peso morale che purtroppo persiste tuttora.

Per questo motivo, nonostante l’immenso rammarico, riferisce ad Elijah di non potersi più permettere di amarlo perché vivrebbe questo amore come un insulto alla memoria di Jackson. Ecco il motivo per cui prende la difficile decisione di lasciarsi tutto alle spalle e partire quindi insieme a Klaus e alla figlia.

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Anche per quanto riguarda queste due puntate, il livello medio della serie rimane grossomodo costante. Si, diciamo che alcune scelte legate ai personaggi fanno ancora storcere il naso, ma tutto sommato ci si può passare sopra. In questo caso il coinvolgimento emotivo è tale da sopperire ad alcune piccole mancanze e soprattutto è apprezzabile la scelta di reintegrare alcuni personaggi all’interno della storyline principale. La valutazione di questi due episodi è di tre porcamiseria.

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Come vi sono sembrati questi due episodi? Pensate che la storia tra Klaus e Cami sia veramente giunta al termine? Quando torneranno a New Orleans Hayley e il nostro Original? Scriveteci la vostra opinione lasciando un commento qui sotto oppure su una delle nostre pagine social: facebook o twitter!


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