Siamo arrivati alla fine; o per lo meno, quasi alla fine, dato che The Vampire Diaries per questa stagione ha previsto ventidue episodi. La doppietta prima della conclusione, in cui tutti i nodi vengono al pettine e tutte le storyline giungono al capolinea, imbastisce la scena per un finale che promette per lo meno di divertire. Analizzando con ordine queste due puntate, possiamo già iniziare a fare un bilancio della stagione, giusto per ribadire come la valutazione di una serie non si basi solo sui momenti WTF ma sulla capacità di essere sempre coerente e strutturare una storia valida. Come si è comportato The Vampire Diaries questa settima stagione? Così e così.
Bonnie “The Good Witch” Bennett
A mani basse, la protagonista assoluta di questa seconda parte di stagione è Bonnie Bennett, colei che è sempre rimasta ai margini delle storyline – come già accennato nelle precedenti recensioni. Un bel balzo avanti, visto e considerato come hanno deciso di intrecciare a doppio filo la sua vita a quella di Rayna Cruz. E no, non in senso metaforico, ma fin troppo letterale; le pilloline magiche con cui Enzo l’ha nutrita fino a scoprire che erano tossiche, l’hanno avvelenata esattamente com’era successo alla povera Mary Louise. L’unico modo di evitare di morire malissimo è quello di legare la propria esistenza a quella dell’Eterno, colui che ancora tiene in vita la Cacciatrice.
Senza stare a discutere del come e del perché – anche perché la scia di vampiri decapitati/mutilati/eviscerati che si lascia dietro la squadra di salvataggio è sterminata – lo scambio riesce; Rayna lascia la sua ultima vita mortale con una vendetta a dir poco crudele: Bonnie non solo ha preso gli anni che le erano rimasti, ma anche il fardello del dover essere Cacciatrice. Un bel problema, evidentemente, data la compagnia cui è solita frequentare la strega.
Miss Bennett, tuttavia, non si smentisce: Requiem for a Dream ci regala una full immersion totale nella psiche della strega, un viaggio nei suoi sogni stile tre fantasmi di “Canto di Natale” fatto dall’amica – Caroline – dal fidanzato – Enzo – e dal migliore amico armato delle più “cattive” intenzioni – Damon; sì, perché con il solito spirito di sacrificio che la contraddistingue, Bonnie ha scelto di non svegliarsi più dal sonno e non sfruttare la nuova vita che l’è stata offerta, se questo significa uccidere e odiare tutte le persone a cui ha voluto bene fino a poco prima.
Caroline rappresenta il suo passato, qualcosa di rassicurante, e ciononostante fallisce nell’impresa di farle combattere l’odio che sente nascere per i vampiri – beccandosi pure un marchio dalla novella Cacciatrice; Enzo non ha miglior fortuna: lui è il futuro, qualcosa che ha imparato ad amare e qualcosa che ha desiderato con tutta se stessa. Piuttosto che svegliarsi e rovinare i momenti passati con lui, preferisce lasciarsi morire – e anche lui si becca un marchio, tanto per gradire.
Damon, come sempre, è colui che “salva” la situazione; l’abbiamo già ribadito più volte che Damon Salvatore è colui che non ha paura di sporcarsi le mani per aiutare chi ama, che preferisce farsi odiare piuttosto che guardare qualcuno arrendersi e non combattere per la propria vita. L’ha fatto con Stefan, con Elena e adesso con Bonnie. È un ruolo scomodo, il suo, che comunque conferma quanto il suo personaggio sia uno dei più sfaccettati di tutta la serie; Damon non ha paura di essere detestato, di compiere scelte scomode, di sacrificare un rapporto pur di proteggere chi ama.
Bonnie si risveglia, dopo le continue provocazioni di Damon, che la istiga a pensare che in realtà la sua morte non potrà che far piacere a tutti quelli che stanno aspettando solo che tiri le cuoia per rivedere Elena; questo detto in soldoni, ovviamente, ed è decisamente efficace per scuotere la coscienza rabbiosa della strega e trascinarla a viva forza fuori dal suo sonno autoimposto.
Il personaggio di Bonnie è quello che è cresciuto di più, nel corso di questa settima stagione, e il discorso che le fa Damon è a dir poco toccante: dimostra esattamente l’essenza della strega, una persona disposta sempre a combattere per le persone che ama senza risparmiarsi. La parentesi “possessione” da parte dello spirito della Cacciatrice è forse uno spunto per analizzare ulteriormente la differenza tra la solita Bennett che conosciamo e questa sua versione nettamente più violenta – decisamente non in sè, visto come aggredisce Matt intenzionato a portarla via per arginare i danni. E a proposito di Matt Donovan, in Kill ‘Em All ci viene mostrato finalmente uno scorcio di cosa è davvero accaduto all’attuale sceriffo: per non smentire il trend secondo cui Donovan non ha diritto a nessuna gioia, nella sua triste vita, scopriamo che è stato lui a uccidere per sbaglio la fidanzata. Il tocco macabro e tragico delle partecipazioni al matrimonio ricevute il giorno del funerale di Penny è davvero il massimo. Insomma, sto poveretto o lo togliete dalla serie o concedetegli almeno una piccola felicità, diamine.
The Vault
Come ogni finale che si rispetti – anche se leggermente affrettato, è mancato un vero e proprio climax – The Vampire Diaries imbastisce il suo, mettendo in scena la più classica delle premesse: un sanguinolento massacro nel cuore dell’Armory, sigillata da Bonnie dopo che nel ventesimo episodio ha finalmente aperto la famosa cripta.
Ancora adesso non è ben chiaro cosa vi era rinchiuso, anche se pare essere un’entità invisibile che prende possesso delle menti di chi vi entra in contatto e li svuota da qualsiasi empatia; in sintesi, trasforma chiunque in un killer spietato, o semplicemente lo fa impazzire.
Lo scenario che ci viene offerto, dunque, è un preludio perfetto: mentre Stefan e Caroline sono in fuga, dato il marchio che si è presa la biondina, Damon e Enzo decidono che l’unica soluzione possibile per salvare Bonnie – e tutti quanti, a dirla tutta – è “scollegarla” dall’Eterno, vincolo all’incantesimo della Cacciatrice. Sarebbe anche semplice, se non fosse che il succitato indiano è rinchiuso assieme alla Cosa all’interno dell’Armory, e rompere il sigillo di Bonnie potrebbe non essere esattamente una buona idea. Il promo del season finale, poi, non è esattamente consolante.
Come sempre, in una perfetta media inglese raggiunta ultimamente, The Vampire Diaries si guadagna tre porcamiseria e mezzo in entrambi gli episodi. La serie continua a zoppicare parecchio in alcuni punti e a trascinarsi stancamente in altri, ma sembra avere acquisito qualcosa che, purtroppo, ultimamente scarseggia altrove: un senso logico. Una trama ben fatta, anche se lontana dagli intrighi davvero WTF delle prime serie, e la crescita di alcuni personaggi. Insomma, si attesta saldamente come guilty pleasure senza troppe pretese. E va bene così.
Accorrete, accorrete!
Al ventunesimo episodio della settima stagione Matt Donovan compie la prima azione sensata: salva la vita di Damon. #TVD #TheVampireDiaries
— SilviettaMalcontenta (@SilviaBudino) May 7, 2016
Amen:
Piuttosto di riavere Elena mi tengo benissimo questa Bonnie #TheVampireDiaries
— Siusi; ◟̽◞̽ (@susi_disipio) May 7, 2016
La vita è strana:
https://twitter.com/Avgercutie/status/726880192321441792