C’erano una volta due ragazze, un’isola sperduta e il Diavolo. Un gran risottone, come si suol dire, eppure The Vampire Diaries in questa doppietta fa ciò che gli riesce meglio: costruisce una storia, attingendo a piene mani nella mitologia e imbastendo un personalissimo racconto sull’origine dell’Inferno, del Diavolo e delle sirene. Sirene, esatto, perché la mitologia è sempre stata chiara: le tremende tentatrici che da molti anni prima della nascita di Cristo hanno irretito centinaia di naviganti affamati di conoscenza sono sempre state due. E c’era qualcosa di strano, in effetti, quando ci è stata introdotta Sybil sola soletta. In una doppietta scoppiettante, molte delle risposte che cercavamo vengono soddisfatte, lasciandoci sazi di colpi di scena e innegabilmente curiosi di scoprire come continua.
A long time ago
In An Eternity of Misery, veniamo messi di fronte alla vera storia di Sybil che, rinchiusa in una delle celle dell’Armory e “torturata” grazie al diapason ritrovato proprio nella Cripta, decide di raccontare la sua storia al migliore ascoltatore possibile: Stefan Salvatore. Ora, senza stare qua a ripercorrere la rava e la fava – anche perché i flashback della sua infanzia durano almeno metà della puntata, ci soffermiamo solo a notare la bellezza di questa storia. Una ragazzina dotata di un dono, la lettura del pensiero e il controllo mentale, viene esiliata dal suo piccolo villaggio che la considera una strega, un abominio, e spedita su un’isola in mezzo al mare senza cibo. La morte, in un certo senso, sarebbe stata più clemente. Ma è qua che la ragazzina incontra la “sorella” con lo stesso dono, la ragazza dell’isola; ed è l’inizio della fine.
La domanda che viene continuamente posta a Stefan da Sybil, mentre snocciola la sua crescita e sofferenza, è una sola: tu chi sei? Il fratello che ha fatto di tutto per sopravvivere e ha condannato così anche l’altro al suo stile di vita o la vittima inconsapevole, traviata da qualcuno che credeva di aiutarlo e invece l’ha rovinato per sempre? Il parallelismo tra le due sirene e i fratelli Salvatore è perfetto in ogni dettaglio, in quella perenne alternanza che ha lo stesso Stefan tra il sentirsi la vittima preferita di Damon o il carnefice, che ha spinto il fratello a diventare vampiro dannandogli l’esistenza. Il creatore di mostri.
Salta fuori che Sybil è molto più simile a Damon di quello che si pensava, dato che è lei la sorella buona tra le due, colei che è stata “corrotta”, la ragazzina esiliata dal suo villaggio diventata cannibale perché la sorella credeva di fare la cosa giusta, di farla sopravvivere a qualunque costo. Di non dirle, con ingenua crudeltà, che la carne di cui si sono cibate mese dopo mese era quella dei marinai che attiravano con il loro canto, per ottenere provviste dopo il loro naufragio.
I tried so hard to be good.
Ma essere buoni, dopo aver scoperto in cosa ti ha trasformato tua sorella, è impossibile; Sybil fa dimenticare a Stefan tutto quanto, cancellando eventuali tracce della sua bontà e mostrandogli che la sorella è viva e vegeta ed è niente meno che Seline, al momento la tata delle bambine di Alaric. Sorpresi, vero? Dopo la dipartita della povera Georgie, vittima collaterale di Seline, veniamo messi di fronte al fatto che la sirena cattiva è l’amorevole babysitter della famiglia Saltzman. Ric, diciamolo, tu e le donne proprio non andate d’accordo.
E scopriamo anche che Matt Donovan – in grande e incredibilmente utile ritorno sugli schermi – ha un padre e non è del tutto solo al mondo, un padre che caso vuole abbia un manufatto misterioso sulle cui tracce è stato messo Damon, ancora sotto il controllo mentale di Sybil. È grazie all’incontro-scontro fra il più giovane dei Salvatore e Matt – giunto appena in tempo a salvare la vittima della puntata di Damon – che scopriamo che Tyler è davvero morto, abbandonato in un bagagliaio e lasciato a dissanguarsi. L’ultimo brandello di umanità di Damon, probabilmente, è morto con lui.
Highway to Hell
C’è un altro dettaglio importante, spiegato nella quarta puntata e ripreso nella quinta – prima della pausa di due settimane. Abbiamo nominato il Diavolo, a inizio recensione, e scopriamo dunque che l’Inferno e il suo padrone di casa esistono davvero. Tralasciando tutta la concezione religiosa introdotta da Dante, colui che ha effettivamente creato l’Inferno come noi lo conosciamo, The Vampire Diaries propone una sua personalissima visione: un’altra storia, un’altra vittima della crudeltà degli esseri umani.
Cane è stato il primo, tanti e tanti anni fa, ad avere il dono della lettura della mente; e pur di salvare una ragazzina dalle attenzioni indesiderate di un uomo, solo pensate ma non di meno pericolose, finisce per essere condannato al rogo dalle stesse persone che amava e che si erano spesso rivolte a lui. Consumato dall’odio e dalle fiamme, in un ultimo gesto disperato realizza che ogni essere umano è crudele, in fondo, e con la sua morte crea l’Inferno: luogo di punizione per qualsiasi persona che abbia fatto qualcosa di male in vita sua, dal non aver pagato una multa all’aver ucciso qualcuno. Senza troppe distinzioni. Le due sirene, Sybil e Seline, sono le sue messaggere e mietono le anime degli empi al posto suo, seguendo un patto stretto tempo fa: giovinezza e bellezza eterna, carne umana per sopravvivere e, in cambio, una provvista illimitata di anime prese e spedite laggiù, in un’eternità di sofferenza.
Damon ha visto tutto questo ed è ciò che lo spinge – oltre al lavaggio del cervello che gli ha fatto Sybil, manipolando il suo subconscio – a interrompere il funerale di Tyler per farsi odiare ancora di più. A cercare Stefan e dirgli che non ha più senso vivere. Ad attaccarlo quando lo stesso fratello tenta di metterlo KO con la verbena per impedirgli di compiere altri gesti di cui poi, sicuramente, si pentirà in futuro.
Damon Salvatore, questa volta, è forse la parte più debole di questa coppia di puntate: trascinato in una spirale di autocommiserazione e annientamento, decide ancora una volta di spegnere completamente le proprie emozioni e donarsi del tutto a Sybil. C’è da sperare che per il finale sia la stessa sirena a liberarlo, ma una vaga sensazione fa quasi pensare che stavolta non faccia una bella fine; la linea del non ritorno è già stata varcata più e più volte, sarebbe un bel colpo per la conclusione della serie.
Tolto ciò, Seline fa la sua mossa e porta via le bambine, dopo aver fatto loro bruciare il cadavere di Georgie come fosse un gioco e averle irretite con varie storie su Cane – ora rappresentato nei loro disegni come padre in una coppia ipotetica composta da lui e Seline. Insomma, che la sirena stia sfruttando il potere magico delle bambine è innegabile, ma la domanda è per cosa? Lo vedremo presto, immagino. E adesso che Tyler ha lasciato in eredità a Matt la ricerca di Seline – già ritratta e cercata disperatamente da Virginia St. John e il fu Lupo Mannaro – è caccia aperta. The Vampire Diaries, stavolta, ha fatto centro.
Quattro porcamiseria per la quarta e tre e mezzo per la quinta, leggermente inferiore in quanto prestazioni e riempitivo o quasi per smascherare finalmente la tata assassina. Menzione d’onore per Bonnie e Enzo, sempre magnifici, sempre sviluppati a dovere, sempre più da guardare con occhi a cuoricino; ora che almeno uno dei due servitori di Sybil è stato liberato, grazie all’amore di Bonnie, ne manca uno. Ma per Damon, temo, la strada non sarà affatto così facile.
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La versione tagliata della riflessione di Caroline:
Caroline: "l'ho amato… poi è arrivato Klaus con il suo accento e ciaone Tyler!" #TheVampireDiaries #TVDS8 #TVD
— a girl has no name (@marty327) November 19, 2016
Dovevano un po’ rifarsi, suvvia:
Inizio subito dicendo che in 8 stagioni Tyler e Matt non sono mai stati così utili.#TheVampireDiaries #TVDS8
— Chantal (@chantycosta) November 19, 2016
#mainagioia:
georgie muore (anche se secondo me poi torna in vita) e seline che è una sirena
ALARIC ALWAYS MAI UNA GIOIA#TheVampireDiaries— gius (@swanvrose) November 13, 2016
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