The Walking Dead6×01 First Time Again

Season Premiere Nonostante la qualità altalenante delle scorse stagioni, The Walking Dead ci ha sempre abituato a delle season premiere volutamente ad effetto, che introducono i temi portanti della stagione e traghettano lo spettatore verso la storia vera e propria. Le speranze per il primo episodio di questa annata erano consolidate da quel season finale che tanto aveva contribuito a rafforzare l’intreccio dell’intera quinta stagione, portando a termine l’evoluzione coerente […]

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Nonostante la qualità altalenante delle scorse stagioni, The Walking Dead ci ha sempre abituato a delle season premiere volutamente ad effetto, che introducono i temi portanti della stagione e traghettano lo spettatore verso la storia vera e propria.
Le speranze per il primo episodio di questa annata erano consolidate da quel season finale che tanto aveva contribuito a rafforzare l’intreccio dell’intera quinta stagione, portando a termine l’evoluzione coerente del nostro gruppo di eroi e mostrandone l’integrazione con gli abitanti di Alexandria, finalmente giunti alla definitiva consapevolezza della necessità di agire per sopravvivere.

Spiace vedere, sin dalle battute iniziali dell’episodio, come questo First Time Again fallisca vistosamente nel suo obiettivo – molto evidente almeno nelle intenzioni – di mantenere elevata la tensione mostrando un’orda di Erranti (paragonabile per numero a quella che i nostri hanno affrontato nel finale della seconda stagione) in procinto di farsi strada verso Alexandria. L’intero episodio è pertanto incentrato sul tentativo dei nostri eroi di porre un rimedio all’imminente invasione, quasi a fare da contrasto con quel Fear The Walking Dead in cui l’assenza quasi totale degli zombie era una componente fondamentale della narrazione.

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Niente Wolves a fare capolino, quindi, e nessuno sviluppo effettivo della trama orizzontale, ad eccezione del cliffhanger finale che lascia ben sperare per i prossimi episodi; oltretutto, l’interazione tra i personaggi ridotta al minimo non permette di considerare gran parte dell’episodio più di un semplice filler.

La scelta di dare il via ad un’intera stagione con un espediente, di cui si è così abusato in precedenza, come un’orda di Erranti sbucata fuori da chissà dove e mai accennata nella precedente stagione, basterebbe già da solo ad affossare quasi completamente questa premiere: la giustificazione dello “zombie chiama zombie” regge solo a metà, e risulta difficile credere che in tutte le precedenti perlustrazioni dell’area nessuno si sia mai accorto di una presenza tanto “ingombrante”. Altrettanto difficile è pensare che questa vera e propria marea di non-morti (peraltro, resa con una grafica in CGI ai limiti dell’imbarazzante) si sia generata in un tempo talmente ristretto da non consentire a Rick & Co. di agire con più tempismo.

Come se ciò non bastasse, lo strumento narrativo utilizzato dagli autori per introdurci nel vivo di questa sesta stagione è quello della doppia linea temporale, la cui separazione è resa più netta con l’utilizzo – a dire il vero un po’ banale – del bianco e nero per evidenziare gli eventi ambientati prima della messa in atto del piano. Il palese stacco visivo tra i flashback (in bianco e nero, appunto) e le sequenze che mostrano la vera e propria messa in atto del progetto di “deviazione” del flusso di Erranti (in cui è predominante l’utilizzo di tinte estremamente calde e saturate) avrebbe potuto, in linea di massima, risultare estremamente efficace; il problema, in questo caso, risiede in fase di montaggio delle sequenze, troppo schizofrenico in alcuni punti, quasi a voler sottolineare l’imminente “quiete prima della tempesta” e che invece finisce per renderle eccessivamente confusionarie e poco d’impatto, nonostante la massiccia presenza degli Erranti tanto apprezzata dai fan della serie sin dagli albori.

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Come dicevamo poc’anzi, l’altra nota dolente è l’interazione tra i personaggi che ormai, in cinque stagioni, tutti hanno imparato a conoscere e ad amare, pur nelle loro imperfezioni che li rendono così umani. Purtroppo, complice la fase preparatoria che ruba all’episodio gran parte dello screentime, i dialoghi sono ancora più essenziali, didascalici e ridotti all’osso rispetto al solito, ad eccezione di poche riuscitissime sequenze.
Si fa sicuramente notare positivamente la ritrovata sintonia tra Rick Morgan, due personaggi profondamente diversi tra loro – dati anche i differenti trascorsi dei due – che stanno cercando di conoscersi nuovamente “per la prima volta” (da cui il First Time Again del titolo). Laddove Rick si è evoluto, a partire dalla seconda stagione, in un uomo disposto a tutto per proteggere la propria famiglia anche rendendosi autore di atti efferati e spesso impulsivi, Morgan assume il ruolo di benevolo mediatore. L’interazione e l’alchimia tra i due contribuisce a sollevare, e non di poco, l’esito della puntata, rendendo interessanti e commoventi le sequenze che li vedono protagonisti.

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È un peccato, invece, notare come alcuni personaggi molto amati dal pubblico siano sempre più in ombra e regrediti al grado di meri comprimari della narrazione: i ruoli di Daryl, Michonne e soprattutto Carol (indubbiamente uno dei personaggi più riusciti della serie) sono stati in gran parte snaturati e ridimensionati in favore di un Rick-centrismo che ha ormai preso piede dalla scorsa stagione, grazie anche al benestare di Deanna che gli sta lasciando carta bianca su tutto. Un dittatore di fatto, in pratica.

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Colpiscono positivamente, invece, Glenn Maggie, coppia ormai consolidata che però risplende soprattutto quando ad esprimersi sono i singoli personaggi: Glenn ha ritrovato una fermezza d’animo a cui ormai non eravamo più abituati (a dimostrarlo, il suo atteggiamento nei riguardi di Nicholas, e la forte presa di posizione nel non volerlo tra i piedi), mentre Maggie assume un ruolo di tutto rilievo nel fare da collante di tutto il gruppo. Emblema di ciò è la sequenza che la vede protagonista insieme a Tara, durante la quale l’interazione tra le due, sebbene appaia a colpo d’occhio un po’ improvvisata e buttata lì, è indubbiamente riuscita.

Fin qui ho decisamente stroncato questa premiere, un po’ manieristica nella realizzazione e carente dal punto di vista dello sviluppo orizzontale della trama. Ma negli ultimi minuti, che rendono splendidamente la fase finale del piano messo in atto dai nostri, si ha per fortuna la vera sensazione di svolta che ogni season premiere che si rispetti dovrebbe avere, gettando le basi per le puntate a venire; a fare da contrappasso per la riuscita del piano (perlomeno fino al cliffhanger finale che non lascia presagire nulla di buono) è la morte di Carter. Molto probabilmente nessuno sentirà la sua mancanza, ma l’intera sequenza è di forte impatto e carica di pathos. Chapeau.

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Cercando di mediare un po’ tra queste due impressioni contrastanti, si può dire che, come sempre più spesso accade in questa serie, The Walking Dead non riesce a decollare in questa prima puntata, riproponendo i soliti archetipi uguali a se stessi da almeno quattro stagioni, con un livello di coinvolgimento inferiore alle attese; di sicuro, una presenza massiccia dei non-morti (a cui, onestamente, abbiamo ormai fatto il callo mancando il fattore-shock dei primi episodi) e un cliffhanger che ci conduce verso la seconda puntata della stagione non sono più sufficienti a promuovere un episodio di una serie come questa, con personaggi ormai consolidati e che possono dare decisamente di più, considerando anche il fenomenale materiale di partenza da cui attingere.

Il voto all’episodio è di due PorcaMiseria e mezzo su cinque, nella speranza che la stagione si risollevi un po’ negli episodi successivi.

2.5

Considerazioni Erranti

Ritornano anche quest’anno le Considerazioni Erranti, ovvero un elenco a cazzo le mie riflessioni personali sull’episodio:

  • Padre Gabriel viene finalmente messo a tacere. “Posso partecipare anche io?” “NO”. Non vedo l’ora di godermi il momento in cui uno zombie lo farà fuori;
  • Pollice su anche per Sasha Abraham; i loro dialoghi nell’automobile sono tra i più riusciti della puntata, ed è apprezzabile anche il tentativo, da parte di Abraham, di accertarsi del fatto che non stia partecipando ad una missione suicida;
  • Eugene ha una comicità innata che rende ogni scena in cui è coinvolto assolutamente esilarante.

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Ecco la rassegna dei primi tweet su questa stagione di The Walking Dead. Iniziamo con un tweet che riassume in una frase quanto sia stata ridotta ai minimi termini la trama di questo primo episodio:

Presumo che Rick ci darà molteplici assaggi della sua sociopatia nei prossimi episodi:

Questo è un classico di ogni stagione, Padre Gabriel è primo della lista per me:

Come di consueto, Daryl e il suo rapporto complicato con il sapone:

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