The Walking Dead6×03 Thank You

Dopo il mezzo passo falso di inizio stagione, The Walking Dead ci ha regalato settimana scorsa una puntata emozionante e ricca di tensione, come non capitava ormai da tempi immemori. Eguagliare i livelli di un episodio di tale calibro era un’impresa davvero difficile, e in Thank You gli autori decidono di alzare ulteriormente il livello di coinvolgimento emotivo di questa […]

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Dopo il mezzo passo falso di inizio stagione, The Walking Dead ci ha regalato settimana scorsa una puntata emozionante e ricca di tensione, come non capitava ormai da tempi immemori.
Eguagliare i livelli di un episodio di tale calibro era un’impresa davvero difficile, e in Thank You gli autori decidono di alzare ulteriormente il livello di coinvolgimento emotivo di questa sesta stagione, colpendo con un duro affondo dritto al cuore dello spettatore.

The Walking Dead 6x03 Thank you recensione

The Road Back to Alexandria

Se l’episodio precedente si era concentrato sugli avvenimenti all’interno delle mura di Alexandria – una breve, intensa parentesi che si poneva temporalmente a cavallo degli eventi della premiere – in Thank You l’azione riprende esattamente laddove l’avevamo lasciata al termine dell’episodio iniziale.
Il famigerato clacson che ha provocato l’inevitabile deviazione della massa di erranti verso Alexandria costringe, infatti, Rick, Michonne e compagni a fare marcia indietro e a tornare all’ovile.

Prevedibilmente, la strada del ritorno verso casa non è affatto semplice, e i nostri vengono in men che non si dica aggrediti dagli erranti sfuggiti al gregge improvvisamente impazzito. In questo frangente, la disparità tra gli abitanti di Alexandria e il gruppo di Rick emerge in modo davvero impietoso: i primi, abituati alla “comodità” della vita tra le mura, si trovano evidentemente a disagio nelle spedizioni tra i boschi, e in situazioni di emergenza di questo tipo dimostrano sempre più di non riuscire a stare al passo; Rick & Co. si confermano invece – sia fuori che dentro Alexandria – gli unici in grado di fungere da punti di riferimento e, nei fatti, di possedere le doti richieste ai veri leader.

The Walking Dead 6x03 Thank you recensione

Il moto di ribellione degli Alexandrini, che vorrebbero addossare a Rick la colpa della rapida degenerazione degli eventi, dura quanto un gatto in tangenziale. Nei primi minuti dell’episodio quasi tutti i membri della “missione” vengono uccisi dai walkers o feriti: Barnes viene ucciso dagli erranti, David viene morso alla spalla e Scott viene colpito da un proiettile alla gamba sparato da uno Sturgess completamente impazzito, che nel frattempo è fuggito da solo nei boschi in preda al panico (adieu Sturgess, è stato bello conoscerti, ma è stato ancora più bello vederti a metà episodio mentre gli zombie banchettavano sui tuoi resti).

Michonne

Finalmente in questo episodio viene dato un po’ di spazio alla nostra samurai preferita. Il suo personaggio era stato un po’ bistrattato ultimamente, con uno screentime estremamente limitato che non le consentiva di esprimersi appieno. In Thank You, torniamo finalmente a vedere una Michonne più attiva nella vicenda, e dotata come di consueto delle due qualità essenziali in un leader: la capacità di far fronte tempestivamente alle situazioni di emergenza, accompagnata ad una bontà d’animo e un istinto di protezione incondizionato che sono ancora ben radicati nella sua personalità nonostante i difficili trascorsi (aspetti che, per inciso, in Rick si sono ormai persi da tempo). Questa dualità è sapientemente trasposta su schermo grazie anche all’interpretazione sempre convincente di Danai Gurira, ed è una caratteristica che contribuisce a rendere Michonne uno dei personaggi meglio sviluppati di tutta la serie.

The Walking Dead 6x03 Thank you recensione

È eloquente in questo senso il monologo (probabilmente tra i più riusciti del personaggio) all’interno del negozio di animali, in cui Michonne non fa altro che mettere Heath davanti all’evidenza, senza pietà e senza giri di parole, rendendo evidente come l’atteggiamento apparentemente duro dei nostri non sia altro che una risposta alle esperienze estreme che hanno dovuto affrontare per sopravvivere:

Have you ever had to kill people because they already killed your friends and they’re coming for you next? Have you ever done things that make you feel afraid of yourself afterward? Have you ever been covered in so much blood you don’t know if it’s yours, or walkers’ or your friends’? No you don’t.

Applausi per Michonne. Se proprio vogliamo cercare un punto a sfavore dell’intera sequenza nel negozio, sembra poco credibile che i due erranti rinchiusi sul retro abbiano attirato, sbattendo semplicemente i pugni sulla porta, un’orda di erranti dall’altra parte della strada e ormai in procinto di allontanarsi. Una sequenza ad effetto, indubbiamente, ma che col senno di poi sembra creata ad arte solo per spianare la strada alla scena straziante che ci aspettava di lì a poco.

Glenn

Ebbene sì, dopo sei stagioni sembra averci lasciato uno dei protagonisti assoluti di The Walking DeadGlenn, l’emblema della purezza d’animo di tutta la serie, colui che è riuscito più di chiunque altro a mantenere quella bontà che in questo mondo distrutto dall’apocalisse, in cui ognuno pensa a se stesso, sembra ormai superflua e inutile. Glenn è l’unico tra i protagonisti a non aver mai ucciso nessun umano e, ironia della sorte, è proprio Nicholas, l’uomo che aveva precedentemente tentato di ucciderlo, e a cui Glenn aveva risparmiato la vita per pietà, a provocare la sua morte.

The Walking Dead 6x03 Thank you recensione
Ho detto sembra, perchè la sequenza della morte di Glenn è volutamente concentrata sul primo piano del ragazzo, sulla sua espressione sofferente, e lascerebbe intendere, secondo alcuni, che gli zombie si stessero accanendo esclusivamente su Nicholas, che si troverebbe in quel momento sdraiato su di lui.

Qualora queste speculazioni dovessero rivelarsi fondate, si tratterebbe di un puro espediente di fan service con l’unico fine di tenere in vita un personaggio che, negli anni, il pubblico ha imparato ad amare. L’ipotesi che chiunque possa sopravvivere in un contesto di questo tipo sembra, infatti, quantomai azzardata.

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Non è chiaro poi per quale motivo gli zombie dovrebbero accanirsi, in una situazione del genere, esclusivamente sul povero Nicholas: con la fame costante che contraddistingue gli Erranti sin da quando ci sono stati presentati nel pilot, possiamo affermare con certezza che tra la scelta di un menù à la carte e un menù all you can eat propendono sempre verso il secondo. Questo caso non può (e non deve) fare eccezione per una pura questione di coerenza narrativa, per quanto spiaccia per la morte del personaggio che, è innegabile, rientra tra quelli a cui è più semplice affezionarsi.

La sua morte è, comunque, destinata a cambiare per sempre le dinamiche del gruppo: era effettivamente un membro fondamentale, e ora sarà interessante vedere la reazione degli altri protagonisti (soprattutto di Maggie) nel momento in cui si renderanno conto che Glenn non c’è più.

Rick

Un’altra persona che sta messa decisamente male è Rick, in questa puntata che vede tutti i protagonisti compiere delle azioni stupide e potenzialmente mortali: ripartito in solitaria alla volta di Alexandria, lo vediamo aggirarsi a piedi lungo la strada, quando tre walkers (tre, non trenta. Tre.) gli si parano davanti, e nell’ormai consueto rituale di uccisione – una bella coltellata in testa – Rick si ferisce alla mano, probabilmente riempiendo la ferita di sangue infetto.

Non è mai stato chiarito in modo così esplicito se questo può essere uno dei veicoli di contagio, ma l’espressione preoccupata di Rick non è sicuramente incoraggiante.

The Walking Dead 6x03 Thank you recensione

Come se non bastasse, nelle battute finali dell’episodio Grimes si ritrova in un veicolo abbandonato, ferito, completamente solo e circondato da un’orda di erranti.
Vi ricorda niente? Esatto, è la stessa situazione in cui si era ritrovato nel pilot della serie, episodio in cui, caso vuole, era stato proprio Glenn a tirarlo fuori dai guai. Il cerchio si chiude, insomma.

L’episodio, non c’è che dire, è estremamente riuscito e riesce a mantenere la tensione alta e costante in tutta la sua durata. Non è un episodio ottimo al 100% nonostante la morte eccellente, e non riesce ad eguagliare il precedente JSS, principalmente a causa di alcuni espedienti un po’ forzati dal punto di vista della narrazione.
Di sicuro, però, se la nuova direzione di The Walking Dead è questa – fatta di scelte narrative inusuali, non prevedibili e coraggiose come quelle a cui abbiamo assistito negli ultimi due episodi – potremmo trovarci davanti al miglior The Walking Dead di sempre.

4.5

 

Se volete rimanere aggiornati con le ultime novità della serie, passate da The Walking Dead Italia!

 


 

 

 

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