The Walking Dead8×11 Dead or Alive or – 8×12 The Key

Una coppia di episodi che traina finalmente alla sufficienza una stagione di The Walking Dead altrimenti destinata ad affondare nella noia. Ma non è tutto oro quel che torna in vita…

Dead or Alive or

Gabriel e il dottor Carson sono in fuga, ma la misteriosa infezione contratta dal prete lo porta a perdere temporaneamente la vista. È l’occasione per mettere a confronto ancora una volta due antitetiche visioni del mondo, quella dello scienziato e quella del religioso, ostinato nella sua fede e nella sua fiducia nel disegno divino. Piano che però non prevede la sopravvivenza del medico, che finisce per farsi ammazzare in una di quelle tipiche morti sceme di The Walking Dead. Il minutaggio a lui dedicato in questa stagione è semplicemente deputato a far risaltare la decisione di Carl di salvare Siddiq nonostante il parere contrario di Rick.

Mentre stanno per raggiungere Hilltop, i sopravvissuti di Alexandria perdono Dwight, il quale, per dimostrare a una vendicativa Tara di essere degno di fiducia e non uno sporco doppiogiochista, distrae i Saviors, suoi ex compagni, ritornando momentamente tra le loro fila.

A Hilltop le cose non vanno meglio, perché la carenza di cibo porta a mettere in discussione la decisione di Maggie di tenere in vita i prigionieri. Una sconvolta Enid si fa carico delle istanze rompiscatole del fu Carl dei vecchi tempi e cerca di spronare il gruppo a massacrare i Saviors ostaggi, rimanendo inascoltata. C’è spazio, in questa apocalisse, per l’ennesimo confronto tra Morgan e Carol, a parti invertite, con la donna che prova ad arginare la sete di sangue del nuovo Giustiziere della notte.

Si tratta, come nella migliore tradizione di The Walking Dead, di un dialogo già scandagliato in tutti i suoi aspetti più superficiali, un tale concentrato di già visto e già sentito che onestamente confonde rivedere in scena, col rischio di non capire più le personalità proprie  dei personaggi. Lo stesso vale per il discorso sulla fiducia in Dio e in Dwight, segmenti che rallentano una guerra lunga non una stagione, ma una vita intera. I dilatati tempi del conflitto, anziché risolversi in un’analisi approfondita delle conseguenze dello scontro sui personaggi, sono semplicemente un pretesto per allungare un brodo ormai scipito.

Eugene diventa così il bersaglio di tutto il fastidio del pubblico, pur intercettando e facendosi portavoce dello stesso quando rileva l’incoerenza del comportamento di Negan, che giudica risorse le persone ma non si fa scrupoli a toglierle di mezzo. Lo scienziato vigliacco, insieme al prete, azzoppano una puntata che non offre alcuno spunto se non sul finale, quando i Saviors decidono di attaccare Hilltop con armi infettate.

The Key

Alle porte di Hilltop appare un nuovo misterioso gruppo che propone uno scambio enigmatico: la chiave per il futuro per un po’ di buona musica. Maggie, perfetta erede della scuola di Rick, nella sua diffidenza decide di prendere in ostaggio il gruppetto di donne, confrontandosi con Michonne ed Enid sul da farsi. La prima, memore delle ultime volontà di Carl, preme affinché lo scambio avvenga senza vittime, la seconda, ancora traumatizzata, spinge per una soluzione più violenta.

La vedova infine deciderà di fidarsi, ottenendo in cambio un manuale sui più svariati e importanti mezzi di sopravvivenza, che potrebbero garantire ad Hilltop l’autosufficienza, intrecciando così un nuovo fruttuoso rapporto con i neo arrivati.

Nel frattanto, mentre i Saviors si stanno dirigendo ad Hilltop per infettare il gruppo di Maggie, Rick scorge Negan e blocca la carovana, gettandosi in uno scontro uno contro uno col suo avversario. I due se le danno di santa ragione, con lo sceriffo intento a prendersi sadicamente la propria vendetta, arrivando a bruciare e imbracciare finanche Lucille, scatenando le ire di Negan. La rissa è catartica e libera l’episodio dalla lentezza che caratterizza la prima parte, tuttavia la risoluzione con un sostanziale nulla di fatto (anche se Negan viene rapito da Jadis) non allontana l’impressione di trovarsi di fronte a una scaramuccia tra maschi alfa intenti a contendersi la mazza.

Più interessante dal punto di vista narrativo (anche se meno coinvolgente emotivamente) è il dialogo tra Simon e Dwight, col primo intento a ribellarsi e ad approfittare della scomparsa di Negan per usurparne la leadership. L’ex luogotenente dei Saviors è più pragmatico rispetto al proprietario di Lucille e la sua aggressività manifesta potrebbe portare a una svolta decisamente funesta.

A fare da contraltare a questo ribaltamento dei ruoli è il confronto tra Darryl e Rick a Hilltop, che mostra ancora i segni dello scontro avvenuto qualche episodio fa, rivelando così la rottura intercorsa tra i due. Rick, come più volte evidenziato in questa stagione, è molto più simile a Negan di quanto pensi, nel suo rapporto col gruppo e nelle sue decisioni, come non manca di fargli notare la sua nemesi quando lo mette di fronte al fatto che si propone anche lui come salvatore, pur finendo per avere delle vittime sulla coscienza. La presa in mano di Lucille, poi, è semplicemente il coronamento visivo di questo parallelismo.

Con cocciutagggine che sconfina nell'autolesionismo ho continuato a guardare #TheWalkingDead. Ieri, finalmente, una puntata degna di questo nome,

— Helmut (@Mussmauer) March 20, 2018

Il prete mezzo cieco che spara e ci prende nuova frontiera de "i buoni hanno un'ottima mira", ma anche del "cercasi idee" #TheWalkingDead

— Carlo (@itophd) March 21, 2018

https://twitter.com/_il_diga_/status/976478751126179841?s=21

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