The Walking Dead9×06 Who Are You Now? – 9×07 Stradivarius

Dopo il salto temporale troviamo le comunità in gran forma ma estremamente frammentate, con leader poco disposti ad accettare l'incarico e regole troppo ferree per non creare problemi. Tanto che pure gli zombie cominciano a lamentarsi.

7.0

Per The Walking Dead è il momento di ripartire, approfittando del cambio di rotta richiesto dall’uscita di scena di Rick e dal salto temporale successivo a quell’evento. Una boccata d’aria non freschissima ma che comunque dà buoni spunti alla narrazione e non annoia, il che è già una novità.

ATTENZIONE!!! Cosa sono quelli? Oh mio Dio, sono spoiler, vengono verso di noi…arghhhhhhhhhhhhh!

Who Are You Now?

Nei sei anni trascorsi dalla presunta morte di Rick, molto è cambiato. Scartata per il provino della nuova serie The Witcher, Carol ha sposato Ezekiel e adottato di conseguenza Henry, ma non è ancora pronta ad assumersi le responsabilità di regina e di abbandonare il proprio animo inquieto. Così il momento The Crown lascia spazio alla ritrovata donna sanguinaria disposta a tutto pur di proteggere i propri cari, mostrando che, da questo punto di vista, il cuore dei protagonisti non è cambiato poi così tanto a dispetto dell’aspetto. Rick ci aveva visto giusto additando la donna come sua erede, nonostante il suo esplicito malcontento nell’accettare la posizione. Al contrario dello sceriffo, però, Carol ha meno scrupoli e non si preoccupa di bilanciare la violenza quando si tratta di vendicare un maltrattamento verso suo figlio.

Ad Alexandria, intanto, arriva il gruppetto di estranei che Judith ha salvato nello scorso episodio e la loro presenza e volontà di rimanere ci offre il pretesto per scoprire quanto sia cambiata la comunità. Se infatti troviamo nuovi confini, strutture e campi, anche l’assetto organizzativo è mutato di conseguenza, con un consiglio formato da membri della comunità, deputato a decidere sulle questioni più rilevanti. Michonne, responsabile dei nuovi protocolli di sicurezza, non accetta di prendere in carico questi nuovi sopravvissuti e, dopo un illuminante confronto con la figlia, l’unica soluzione che riesce a trovare (e far votare) è di mandarli ad Hilltop, con cui sembra i rapporti si siano raffreddati. La donna è ancora provata dal lutto del compagno e si consola tornando a parlare coi fantasmi nelle pause tra un abbraccio e l’altro dei figli (il nuovo arrivato Rick Jr, RJ).

La rivelazione più scioccante riguarda però Rosita. No, non stiamo parlando dello spiazzante finale in cui sentiamo la nuova evoluzione degli zombie loquaci, ma della francamente improbabile relazione tra la ragazza e Gabriel, che già era insostenibile accanto ad Annie. Ossessionato dal ricordo dell’ex compagna e dei suoi rapporti radio, il pastore è alla continua ricerca del segnale del misterioso gruppo dell’elicottero, ma con scarsi risultati. Tanto da spingere Rosita e Eugene a infrangere il protocollo e allontanarsi dalla comunità per raggiungere delle torri. Qui incapperanno nella misteriosa orda che ha sviluppato il linguaggio, colpo di scena che spinge in alto l’asticella dell’interesse, ma che in quanto a pericolosità pone gli zombie al livello di una lontana zia durante la cena di Natale.

Parte minima ma essenziale del minutaggio viene dedicata a Negan, ancora costretto nella sua cella ma più propenso a collaborare con l’esterno, in particolare con Judith, verso cui sembra nutrire una forma di affetto probabilmente derivante dal rispetto per la sua vecchia nemesi. Anche l’ex leader dei savior appare provato dopo tutto questo tempo, quasi bisognoso di un confronto qualsiasi, anche con una bambina, così da non perdere comunque il polso di quanto gli accade intorno. La grande presenza, pur nell’assenza, è quella di Rick, costantemente richiamato dalle situazioni e dai dialoghi (ad esempio il consiglio che usa le sue domande per valutare se far rimanere o meno il nuovo gruppo).

Come prevedibile la scomparsa dello sceriffo ha segnato uno spartiacque in tutte le comunità, che sembrano aver intrapreso percorsi differenti e autonomi, come meglio evidenziato nell’episodio successivo

 

Stradivarius

Come il resto dei gruppi, anche Hilltop ha giovato della nuova impostazione civile, allargando i propri confini e creando una solida struttura sociale, anche grazie alla preziosissima presenza dell’unico fabbro nel giro di miglia. A godersi i frutti di questa crescita non c’è però Maggie, la quale col piccolo Hershel ha abbandonato la comunità per unirsi a Georgie, delegando Jesus come suo erede. Una soluzione di comodo per l’allontanamento dell’attrice Lauren Cohan, che non rivedremo per un po’. Anche l’insofferenza di Jesus verso le formalità del nuovo assetto civile contribuiscono a dipingere il quadro di tre comunità benestanti ma del tutto separate, prossime ma non coincidenti all’utopica visione di Rick di convivenza e cooperazione.

Il viaggio di Michonne col gruppo di Magna verso Hilltop è, da questo punto di vista, illuminante, con la donna che ignora l’assenza di Maggie dal villaggio in collina e che non vi mette piede da tempo. Anche gli incontri clandestini tra Jesus e Aaron (oltre a fomentare gli/le shipper) sono indicativi di una situazione in cui i protocolli non rispondono più alle reali esigenze delle persone e ne limitano i contatti umani, in una prospettiva fortemente limitante che trova nella prossima Fiera l’unico verso sfogo e momento d’unione (e che quindi finirà in tragedia).

Da questo quadro fatto di crepe si tiene lontano Daryl, il quale ha rinunciato alla vita di comunità sia per assecondare una natura che (con Carol) verrebbe fortemente limitata all’interno del nuovo contesto ingabbiato da norme e formalità, sia per un malcelato senso di colpa per la scomparsa di Rick, su cui non sembra rassegnarsi e continua a indagare dopo sei anni. Carol sa giocare bene le sue carte (confermando ancora una volta la sua abilità da leader) e riesce a convincerlo a fare da tutore al figlio una volta che avranno raggiunto Hilltop.

Mentre Siddiq comincia ad arricchirsi di sfumature che rendono il personaggio più tridimensionale, iniziamo anche a conoscere meglio i nuovi arrivati, divisi tra il violento pragmatismo di Magna (pronto a dissolversi in presenza dell’ex compagno trasformato in zombie) e il romantico ottimismo di Luke, che punta sugli Stradivari per salvare il mondo. Due visioni opposte che trovano nel resto del gruppo dei buoni comprimari, capaci di dare respiro a una narrazione che si appiattita su personaggi un po’ datati (o meglio, fatti invecchiare male). Se gli autori riusciranno a tirare fuori da questi elementi non i soliti tipi stereotipati o carne da macello, potremmo essere in presenza di un buon punto di ripartenza.

 

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
7/10

Summary

Due buoni episodi che raccontano in modo chiaro le conseguenze della fine dell’era Grimes, cerando di rinnovare, tra protagonisti e comprimari, anche le ambientazioni e soprattutto i morti viventi, che subiscono una curiosa evoluzione. Tanti gli omaggi e anche i distacchi, per una serie che FORSE ha ripreso a ingranare.

Porcamiseria

7

Due buoni episodi che raccontano in modo chiaro le conseguenze della fine dell'era Grimes, cerando di rinnovare, tra protagonisti e comprimari, anche le ambientazioni e soprattutto i morti viventi, che subiscono una curiosa evoluzione. Tanti gli omaggi e anche i distacchi, per una serie che FORSE ha ripreso a ingranare.

Storia 7 Tecnica 7 Emozione 7
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