The Whispers1×03 Collision – 1×04 Meltdown

Siamo pronti a tornare con The Whispers. Questa volta doppio recap, perché finalmente iniziamo a capire qualcosa. E’ tutto collegato! Il piano di Drill Drill, qualunque cosa sia, sta calcolando tutto alla perfezione. I suoi alleati Minx, Henry e Harper (la bambina più creepy dell’universo) agiscono seguendo le sue istruzioni e il suo “gioco”, apparentemente […]

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Siamo pronti a tornare con The Whispers. Questa volta doppio recap, perché finalmente iniziamo a capire qualcosa. E’ tutto collegato!

Il piano di Drill

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Drill, qualunque cosa sia, sta calcolando tutto alla perfezione. I suoi alleati Minx, Henry e Harper (la bambina più creepy dell’universo) agiscono seguendo le sue istruzioni e il suo “gioco”, apparentemente senza interconnessioni. L’unico che segue davvero a occhi chiusi senza nemmeno provare a opporre resistenza è il redivivo Sean, su cui si può teorizzare di tutto, ma ci arriveremo a breve.

Una cosa, dopo due episodi pieni di domande su domande, la capiamo: dietro a tutto questo susseguirsi di eventi inusuali si nasconde il piano di far andare in meltdown la centrale nucleare fuori dalla cittadina. Minx si introduce negli archivi dell’FBI per rubare la planimetria dello stabilimento, Harper depista il padre, direttore del reparto sicurezza, alle prime avvisaglie di inconveniente tecnico alla centrale, mentre Sean ed Henry sono i diversivi che creano l’emergenza e impediscono il raffreddamento del nocciolo dell’impianto.

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Il grosso degli interrogativi sul rapporto tra Drill e gli umani che contatta rimane irrisolto, sia nella motivazione che lo spinge a contattarli, sia nella magnitudine dei suoi poteri coercitivi e curativi. Fino a che punto i bambini sono accondiscendenti (ho idea che solo Minx sia pienamente convinta e partecipe)? In che misura Sean conosce Drill e per quale motivo esegue i suoi ordini senza battere ciglio? Qui ci sono ancora più domande che risposte, e la cosa non dispiace.

Drill’s not real

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Un altro aspetto interessante è la duplicità del comportamento del sinistro “amico invisibile”: da una parte scongiura la morte della famiglia Bennigan assorbendo e annullando ogni traccia di radiazione emessa a causa della fusione del nocciolo, oltre ai gesti fatti per Henry e per la madre di Harper; dall’altra è parecchio dispettoso e pericoloso, facendo finire sotto un’auto lo psicologo di Minx, reo di aver provato a persuaderla della non esistenza di Drill. Stocazzo non esiste, piano con le offese!

Se però, come abbiamo visto, è tutto parte di un piano, sospetto che la radiazione assorbita da quella stranissima luce potrebbe venire riutilizzata quando Drill (o chiunque sia) deciderà di fare un passo più decisivo nei confronti della Terra. Il fatto che una minaccia non sia così palese non vuol dire che non esista.

Family drama

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La natura di crossover tra family drama e sci-fi di The Whispers ci obbliga a considerare anche la sfera sentimentale dei nostri personaggi.

Claire è talmente scossa dalla notizia della sopravvivenza di Sean che latita sul lavoro (e il capo la copre nonostante la pesantezza del suo partner, più scomodo di un paio di mutande sudate), e Wes mostra che prova ancora sentimenti per lei, trascurando per l’ennesima volta la famiglia.

Disagio palpabile quando Claire interroga Minx, soprattutto nel momento in cui il padre abbraccia la moglie ma saluta giusto con un cenno della mano la figlia. Già Barry Sloane non mi fa impazzire come attore (ma sta migliorando!), se poi gli fanno fare la parte del padre menefreghista stiamo a posto.

Il culmine è il termine del quarto episodio, con la famiglia Bennigan finalmente riunita, sebbene Sean sia totalmente inconsapevole del suo ruolo. Nelle ultime scene assistiamo a un primo cenno di consapevolezza di Claire, sconvolta dopo aver sentito la voce di Henry: forse sta intuendo che Drill è qualcosa di difficilmente comprensibile agli umani, e il suo sguardo comunica tutto (di nuovo grazie Lily Rabe che mandi avanti la baracca).

Come stiamo andando

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Iniziamo con alcune necessarie valutazioni, a valle di quattro episodi piuttosto intensi. Gli attori sono presenti e comunicano, da una eccellente Lily Rabe a un Barry Sloane che pare aver finalmente trovato un accenno di spessore, ma bisbiglia sempre troppo per i miei gusti. Milo Ventimiglia è ancora troppo criptico, ma la sua parte da allucinato gli viene bene; sarà così anche quando inizierà a parlare di più con gli altri protagonisti? Noto anche una Catalina Denis (Maria Benavidez) che arriva piacevolmente allo spettatore, nonostante la marginalità del ruolo.

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I bambini del cast centrano, chi più chi meno, il bersaglio. Abby Ryder Fortson fa apparire Harper come la bambina più inquietante dei tre, che più innocentemente segue le direttive di Drill. Kyle Harrison Breitkopf (Henry) non mi dice granché, forse perché il personaggio che interpreta ha un comportamento fin troppo mansueto, almeno fino all’episodio 4, in cui apprezzo la sua evoluzione. Kylie Rogers nel ruolo di Minx è la punta di diamante, nel modo in cui “sfotte” la madre con la frase emblematica

I don’t think grown ups always really know what’s going on, even when they say they do.

senza dimenticare il divertente momento di “tensione” offerto con la nonna di Henry.

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Parto da quel momento per dichiarare finalmente di essere entrato nel mood di questa serie tv: in quanto family drama non ci si può aspettare troppo sangue o violenza, e i bambini al massimo possono usare un coltello per ferirsi a un dito, non per accoltellare la vecchia rincoglionita.

La patina artificiale che permea dialoghi e situazioni purtroppo rimane: buio non troppo buio, bambini inquietanti ma non troppo, Drill stesso inquietante ma non troppo. Anche Sean, che dovrebbe essere una mina impazzita, ha un comportamento troppo “standardizzato” e regolare. In sintesi: ci dovrebbe essere tensione, ma si fa fatica a percepirla.

The Whispers è una serie tv piacevole, ma da guardare (almeno per ora) seduti sul divano coi popcorn in braccio, senza timore che vadano di traverso per qualche evento inaspettato. 3 Porcamiseria su 5, ma da vedere in ottica positiva.

3

Porcamiseria

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