UnbelievableUnbelievable Season 1: la forza è femminile

Season Recap Marie Adler è stata stuprata, o si inventa tutto? I diversi casi di stupro così simili tra loro sono legati allo stesso criminale? Una storia difficile da ricostruire, un thriller realmente accaduto dal ritmo lento e incentrato sulle fasi investigative, ma che sa catalizzare lo spettatore.

7.5

– Sei così tranquilla anche fuori dal lavoro?
– Non sono affatto tranquilla da nessuna parte.

Ci sono giornate indimenticabili che segnano per sempre la nostra vita. Ci sono casi incredibili da risolvere nel percorso professionale di un investigatore. Se uniamo questi due fattori, abbiamo di fronte a noi Unbelievable, la nuova miniserie originale Netflix divisa in otto episodi e disponibile sui nostri device dal 13 settembre. Tratta da una storia vera, l’ispirazione è nata da un articolo vincitore del premio Pulitzer – pubblicato da ProPublica, sito americano di investigazioni – circa il caso di una ragazza di Lynnwood, nello stato di Washington, che ha prima affermato di essere stata legata e violentata nella sua camera da letto, per poi cambiare versione e negare addirittura l’avvenuta violenza. Ma la storia non si ferma di certo qui.

La regia di Susannah Grant e Lisa Cholodenko riesce a spostare l’ago della bilancia da un potenziale taglio voyeuristico che avrebbero potuto affibbiare a certe scene in favore delle indagini svolte in diversi tempi durante gli episodi, inizialmente portate avanti da una coppia di uomini nel caso della prima vittima, Marie Adler: interpretata da una Kaitlyn Dever ben più cupa e turbata rispetto alla sua interpretazione in Last Man Standing, si tratta praticamente del volto a noi più noto nel cast di questa serie, per la maggior parte al femminile.

Siamo spettatori di un prodotto seriale in grado di parlare di un reato delicatissimo come lo stupro in maniera quasi scientifica e oggettiva, senza spettacolarizzarlo in alcun modo e trattandolo appunto come un caso da risolvere, lasciando il più possibile nell’ombra il dolore. Una scelta non dettata certo dal mancato rispetto nei confronti delle vittime, ma per parlare più dell’evoluzione delle indagini circa i diversi casi emersi e riconducibili potenzialmente allo stesso criminale.

Qui infatti si parla di almeno tre casi di stupro, sviscerati e snocciolati lungo il filo della trama mentre si prosegue negli episodi e con una sostanziale differenza nell’atteggiamento rivolto alle vittime da parte dei detective: nel primo caso infatti, Marie viene trattata con poco rispetto da Parker e Pruitt, chiedendole più volte quale fosse la versione reale dei fatti accaduti la notte del 22 aprile 2011. Alle spalle una vita difficile e costellata da una serie di genitori affidatari sempre cambiati, Marie arriva a testimoniare la falsità di quanto accaduto, dicendo che nulla era successo e che fosse frutto della sua immaginazione. Questo le costerà caro, ma già dal secondo episodio saremo spettatori di un plot twist, quando scopriremo che tre anni dopo Amber subisce lo stesso crimine e con le stesse procedure.

Il ritmo lento ci consente di vedere sempre più da vicino la personalità e il triste, unificante modo di reagire al dolore di fronte allo stesso reato subìto

La ragazza interpretata da Danielle Macdonald, già presente nella produzione Netflix Birdbox e ancora prima nel pluripremiato drama Lady Bird, racconterà una versione dei fatti parecchio simile a quella di Marie e a quella di una terza donna, quest’ultima non più adolescente come le prime due vittime, ma sempre protagonista di uno spettacolo dell’orrore svoltosi secondo lo stesso copione. Ammettiamo che il ritmo sia lento, a volte si scende anche nello specifico di alcune terminologie settoriali, nel rispetto della veridicità dei fatti, delle professioni di investigatore e ricercatori scientifici, ma soprattutto della verità, con particolare riguardo nei confronti di quest’ultima.

Il fatto certo è che si tratta di una matassa di per sé non troppo aggrovigliata, ma ci si impiega davvero molto, a tratti troppo, tempo per sbrogliarla. Questo ritmo ci consente però di vedere sempre più da vicino la personalità e il triste, unificante modo di reagire al dolore di fronte allo stesso reato subìto: chi si rifugia in se stessa mandando al diavolo il mondo intero e cancellando ogni memoria del passato, chi invece si concede al primo estraneo nell’ottica della teoria “chiodo scaccia chiodo”.

La regia ha preferito rispettare la veridicità della storia e riportarla il più fedelmente possibile

La verità è una sola: più grande è il trauma, più sono bizzarre e forti le reazioni a questo. Peccato che qui non ci sia un vero e prolungato accesso alle emozioni delle vittime, ma si puntano i riflettori molto più sulla coppia di donne detective che conducono il caso con il loro team, unendo le forze e mettendosi sulle tracce di un uomo le cui credenziali faticano a fare capolino nella storia. Si comincia ad accennare a un ipotetico sospettato solo verso la fine del quinto capitolo, e si parla solo di cenni vaghi che verranno affrontati man mano negli ultimi tre. Un po’ troppo tardi per l’interesse degli spettatori? Forse, ma la regia ha preferito rispettare la veridicità della storia e riportarla il più fedelmente possibile.

Possiamo però osservare che la sensazione di noia e lentezza nello svolgimento degli episodi deriva soprattutto dalla mancanza di una vera e propria colonna sonora, di musica diegetica ed extradiegetica di nota che possa entrare nella memoria del pubblico, anche solo per smorzare il clima di mistero che aleggia costantemente in questo thriller tutto americano. Sempre analizzando la serie dal punto di vista tecnico, rimaniamo purtroppo a secco di un gusto originale nelle inquadrature che possa definire uno stile memorabile nella regia: sotto questo aspetto, la serie si configura come un classico prodotto hollywoodiano, dove i primi piani lasciano spesso intendere la maschera di dolore dei protagonisti e qualche focus sulle mani che tradiscono evidente nervosismo da parte di Marie Adler. Nient’altro.

Ancora una volta, si richiama l’attenzione del pubblico su un tema, un sopruso, una violenza che non riesce a essere estirpata dal vivere sociale contemporaneo; un cancro vero e proprio che è così radicato nell’istinto animale da riuscire ad albergare ancora nel terzo millennio nello spirito umano, uno spirito evidentemente difficile da placare, un problema persistente ai limiti dell’incredibile.

  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 7.7/10
    Tecnica - 7.7/10
  • 6.8/10
    Emozione - 6.8/10
7.5/10

Summary

La storia “incredibile” di una serie di vittime cadute nella trappola psicofisicamente m0lto forte quale è lo stupro va a intessere la trama di Unbelievable, originale Netflix che racconta vicende realmente accadute e dall’epilogo piuttosto sconvolgente.

Porcamiseria

7.5

La storia "incredibile" di una serie di vittime cadute nella trappola psicofisicamente m0lto forte quale è lo stupro va a intessere la trama di Unbelievable, originale Netflix che racconta vicende realmente accadute e dall'epilogo piuttosto sconvolgente.

Storia 8 Tecnica 7.7 Emozione 6.8
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