Entriamo nel vivo di questa ultima stagione di Vikings, con un episodio che segue la doppia première mantenendo il poco entusiasmo che ormai siamo abituati a tollerare, anche se l’assenza di Heahmund è già un passo avanti rispetto allo scorso anno.
Bjorn decide di accorrere in soccorso dell’amico e alleato Harald Bellicapelli, la cui chioma però è ormai spettinata e bisunta dalla prigionia imposta dal detestabile Re Olaf, che invece di farlo morire sul campo e farlo andare nel Valhalla lo ha catturato. Vedere il guerriero in cattività servito da un nano rimanda vagamente a una certa coppia di fratelli Lannister, ma forse chi scrive è in astinenza di storie con draghi e incesti. Harald cerca di corrompere il simpatico secondino, promettendogli di diventare re, ma senza per ora sortire effetto.
Prima di decidersi Bjorn cade tra le gambe braccia di Ingrid, perché lei ce l’ha fortunata, e Bjorn in questo è molto simile al padre Ragnar. Con il favore della notte i guerrieri di Kattegat nuotano silenziosi fino al molo dove Olaf sta salmodiando una canzone mistica e sibillina: purtroppo la sveltina con Ingrid non ha portato fortuna, i vichinghi sono stati traditi e il piano svelato, e una scenografica rete di fuoco intrappola i malcapitati in acqua, mentre una pioggia di frecce trafigge i più lenti e confusi. La scena è molto accattivante, forse l’unica che ci coglie di sorpresa di questo terzo episodio di Vikings.
Mentre Bjorn è via in missione Ubbe decide di intraprendere un viaggio di esplorazione verso l’Islanda e oltre, portandosi anche Torvi, che nonostante sia incinta non vuole essere lasciata indietro. Non sappiamo ancora se seguiremo le loro vicende come avevamo fatto appresso a Bjorn nel Mediterraneo, ma se il livello della narrazione dovesse essere il medesimo speriamo di non rivederli più. I figli della coppia vengono lasciati in custodia a nonna Lagertha, che vorrebbe tanto allevare capre nella sua campagna, ma il destino sembra proprio volerla vedere ancora una volta imbracciare il suo leggendario scudo, e un po’ anche noi: la vedova di Ragnar che passa il tempo a coltivare begonie proprio non riusciamo a immaginarcela.
Sul versante russo Ivar studia il suo nuovo alleato Oleg, che si rivela essere un po’ meno profeta, ma indubbiamente più violento e astuto, politicamente parlando: infatti la moglie del fratello Dir era una sua precedente amante, e il rapimento di Anna è stato tutto frutto di una ingegnosa macchinazione. Il fatto di rivelarlo così palesemente è un po’ banale, ma probabilmente la cosa è propedeutica allo sviluppo del personaggio del giovanissimo Igor, che nonostante la giovane età è meno fesso di quanto si pensi. L’erede al trono, poco considerato dallo zio, ha una simpatia per Ivar, che intelligente com’è saprà senza dubbio trarne vantaggio.
Rimane il povero Hvitserk, che sta lentamente impazzendo, ma che mantiene la vena mistica e misteriosa a cui Vikings ci ha abituato fin dalla prima stagione, e che senza l’Indovino e senza Floki stavamo inesorabilmente perdendo. I fantasmi di Ivar e di Thora orribilmente sfigurata dalle fiamme tormentano il fratello, che ormai non è più in sé: non avendo però avuto un chissà quale peso in questa serie, facciamo un po’ fatica a empatizzare con la sua condizione di sofferenza.
La profondità della storia non arriva molto lontano, se non per l’interesse suscitato dal versante russo
Le molteplici narrazioni sono in equilibrio e non c’è confusione, ma la profondità della storia non arriva molto lontano, se non per l’interesse suscitato dal versante russo. Un episodio tutto sommato discreto, ma che si porta la lunga ombra di una quinta stagione che non è riuscita a rompere l’assordante silenzio di una scrittura più creativa che vada oltre ai molteplici bisticci tra fratelli.
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7/10
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6/10
Summary
Rimbalziamo tra Kattegat e i dintorni di Kiev, ma la Russia al momento è più interessante. La storia procede nella direzione giusta, ma manca qualcosa per non farci distrarre dall’impressione che sia stato tutto già visto.
Porcamiseria
Rimbalziamo tra Kattegat e i dintorni di Kiev, ma la Russia al momento è più interessante. La storia procede nella direzione giusta, ma manca qualcosa per non farci distrarre dall'impressione che sia stato tutto già visto.
Storia 7 Tecnica 7 Emozione 6