Westworld1×04 Dissonance Theory

Westworld ci trascina sempre più a fondo nel suo mondo complesso, svelandoci segreti ma aggiungendone di nuovi. Con piglio filosofico, ci addentriamo nella psiche di Ford - e quella del suo partner defunto - e nella storia dell'Uomo in Nero, alla ricerca del labirinto misterioso. E non dimentichiamoci di Wyatt e del cambiamento di Maeve.

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Non è un’impresa commerciale, né un parco a tema, ma un mondo intero. Curato sin nei minimi dettagli. Ogni filo d’erba. Qui dentro eravamo delle Divinità e voi eravate solo i nostri Ospiti.

É esattamente con questa frase di Ford che Westworld sintetizza se stesso, in una spiegazione che infrange la quarta parete e spiega allo spettatore incollato allo schermo la verità dietro l’attrazione costruita tempo fa. Una realtà parallela, certo, uno svago e un divertimento per chi può permettersi di pagare l’ingresso in uno dei posti più esclusivi sulla “terra”, in cui ognuno può essere chi vuole e fare tutto quello che gli passa in testa. Tutti, esclusi gli Hosts, che invece restano inchiodati alle loro trame, bloccati in loop predefiniti e manovrati ,come i burattini che sono, dai creatori del parco.

1x04 Dissonance Theory Recensione

Ma cosa succede quando anche chi non dovrebbe avere libero arbitrio o coscienza di sé incappa nella domanda “Chi sono io e cosa ci faccio qua“? Nulla di buono, a quanto sembra, dato che tutto Westworld sembra essere precipitato nel caos da quando Abernathy ha trovato quella fotografia e si è messo a fare qualcosa che normalmente i robot non fanno: pensare. O perlomeno, ogni creatura del parco ha una capacità di pensiero anche piuttosto articolata – sono intelligenze artificiali, dopo tutto – ma una delle certezze della robotica è che la coscienza artificiale è impossibile da creare; esistono dei livelli di intelligenza – la piramide che lo stesso Ford ha spiegato nella scorsa puntata – ma qualsiasi pensiero seguirà sempre uno schema, un algoritmo, qualcosa di studiato a tavolino. La spontaneità, negli Hosts, non esiste di per sé.

Ed è allora che gli androidi di Westworld si scontrano con i fatti, cioè che gli dei che governano il loro mondo possono essere capricciosi, possono sottoporli al crudele divertimento di chi entra nel parco solo e soltanto per “bere, scopare e uccidere” – come riassume chiaramente William riguardo il comportamento tenuto dal cognato. La cortesia dei creatori è far dimenticare ogni volta le angherie subite, il dolore e l’orrore a cui sono andati incontro, resettandoli e facendoli ricominciare da capo. Solo che Dolores, giustamente, fa notare in uno dei tanti dialoghi filosofici con Bernard, che il dolore forma ciò che siamo e ci permette di non dimenticare chi amiamo. Senza dolore, siamo solamente delle scatole vuote, dei robot programmati senza un passato e senza futuro diverso da quello che è stato scritto per noi.

1x04 Dissonance Theory Recensione

La Teoria Dissonante del titolo di questo quarto episodio è il leit motiv di ogni riflessione o incongruenza di cui ogni androide o quasi, in tempi diversi, sta iniziando ad accorgersi. Dolores è sempre più orientata alla ricerca personale di qualcosa: non se neanche lei dove sta andando ma qualcuno le dice di farlo. Di proseguire e non essere solamente una delle bestie sul sentiero verso il macello; Maeve ha continui flash di ciò che l’è successo, delle Ombre – come le spiega Hector – che l’hanno “riportata in vita”. Una pennellata davvero interessante, nel quadro della serie, è l’idea che i Creatori – le Ombre – siano venerati come divinità dai Nativi, che intagliano modellini giocattolo e li considerano i Camminatori tra i Due Mondi, mandati dall’Inferno per controllare il mondo di Westworld.

Noi spettatori veniamo così messi davanti all’idea, assolutamente inquietante, che per i vari Hosts il mondo in cui si trovano è reale.

Noi spettatori veniamo così messi davanti all’idea, assolutamente inquietante, che per i vari Hosts il mondo in cui si trovano è reale. Soffrono, vivono, amano esattamente come i vari Ospiti che popolano la loro realtà fasulla; hanno una religione, delle credenze, delle leggende. E forse anche lo stesso Arnold – il defunto partner di Ford, morto misteriosamente nel parco sebbene di regola non si possa morire all’interno di Westworld – è diventato a sua volta una diceria, passata di bocca in bocca. Una divinità, quello che ha sempre voluto essere, del resto.

The Man in Black

Il filone più misterioso di tutta la serie è la personale quest dell’Uomo vestito di nero (un sempre impeccabile Ed Harris) che sembra essere di casa da queste parti e che conosce quasi tutti i personaggi di questa storia di cui, adesso, vuole leggere l’ultima pagina. Sebbene inizialmente le teorie su chi fosse si sprecavano – è un glitch? No perché può morire. È lo stesso Arnold? No. perché ci viene spiegato proprio da lui cos’è successo al primo creatore di Westworld – in questo episodio capiamo che sicuramente è ricco, possiede una fondazione probabilmente medica o di ricerca e vuole una cosa ben precisa: morire. O perlomeno, fa intendere questo dal suo discorso; tutto il parco divertimenti è un gioco, grande e talmente realistico da soppiantare persino la realtà nelle menti più fragili. Arnold, ci spiega Ford, è impazzito e ha iniziato a preferire gli Hosts a tutto il resto.

1x04 Dissonance Theory Westworld Recensione

L’unica cosa che manca in questo gioco e che lo rende meno realistico, è l’impossibilità di morire per gli Ospiti, sempre tutelati in qualche modo da ciò che potrebbe succedergli. E forse, il labirinto che l’uomo sta disperatamente cercando – lo stesso che vede Dolores, in flashblack confusi per lei ma sicuramente molto interessanti per noi – è la risposta alla sparizione di Arnold, alla morte nel gioco, allo scopo di tutto questo.

1x04 Dissonance Theory Recensione

Sicuramente dovremo aspettare il dipanarsi della storia, come fossimo anche noi androidi del parco, e le sapienti mani di Nolan ci indicassero il cammino da seguire man mano che procediamo. Specialmente ora che è entrato in scena Wyatt, che in gergo videoludico può essere definito il big boss di tutto Westworld; certo, viene il sospetto che la nuova storia ideata da Ford – foriera di cambiamenti davvero radicali, anche a livello paesaggistico – sia stata inventata molto tempo fa e messa in atto solo adesso, perché uno sconvolgimento così, che influenza diversi personaggi e mina le fondamenta stesse del comportamento di molti Hosts, deve per forza nascondere qualcosa. E ogni buon narratore lo sa: quando ogni storyline si intreccia con le altre, il racconto promette di diventare indimenticabile.

5

 

Cinque porcamiseria, perché non si può dare di meno. Adesso che Maeve ha avuto le prove concrete del fatto che non è impazzita e le Ombre esistono – grazie al frammento di proiettile che ha recuperato nel ventre – e che Ford minaccia il consiglio generale di non intralciare qualunque cosa abbia in mente, la storia sta davvero entrando nel vivo. A noi “lettori” di questa storia, non resta solo che aspettare e vedere cosa ci sarà scritto sull’ultima pagina.

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