Arrow4×07 Brotherhood

Arrow si prende un po’ di respiro, finalmente, dalla disposizione sulla scacchiera dei personaggi che saranno protagonisti dell’imminente spin-off e si concentra su se stesso, portando avanti – anche se di un solo passetto – quella trama orizzontale spesso dimenticata questa stagione. E quel passo lo fa grazie a Diggle, un personaggio che solitamente risulta un […]

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Arrow si prende un po’ di respiro, finalmente, dalla disposizione sulla scacchiera dei personaggi che saranno protagonisti dell’imminente spin-off e si concentra su se stesso, portando avanti – anche se di un solo passetto – quella trama orizzontale spesso dimenticata questa stagione. E quel passo lo fa grazie a Diggle, un personaggio che solitamente risulta un po’ sacrificato nell’economia della storia ma che è sempre stato uno dei pilastri a cui Oliver si è appoggiato fin dalla prima stagione.

4x07 Brotherhood Arrow Recensione

Che il fratello di John fosse morto per mano dell’H.I.V.E. ce lo stanno ripetendo fin da quando l’organizzazione di Darhk è comparsa sulla scena. Lance ha regalato un prezioso tassello a Diggle, durante le scorse puntate, per capire cosa effettivamente sia successo a Andy: è saltato fuori che l’eroe di guerra che tutti credevano era in realtà un Signore della Guerra, implicato in numerosi affari sporchi e colpevole di aver interferito con il business dell’organizzazione sbagliata. L’H.I.V.E., per l’appunto. Questi ultimi avevano assunto un sicario per toglierlo di mezzo, giusto per sveltire le operazioni. Ma questa è storia vecchia.
Quello che ci viene rivelato in questa puntata, tuttavia, è che Andrew Diggle non è morto-morto; Felicity e il suo solito, delizioso senso dello humor rimarcano bene che nemmeno la morte è definitiva: H.I.V.E. ha simulato la morte del fratello di John e l’ha preso sotto la sua ala, trasformandolo in uno Spettro.

*dramatic music plays in the background*

4x07 Brotherhood Arrow Recensione

È interessante venire a sapere, inoltre, che gli uomini alle dipendenze di Damien Darhk sono davvero spettri, cioè non esistono: il loro DNA è compromesso, ‘sì da rendere un’eventuale identificazione impossibile, e il loro libero arbitrio è alquanto discutibile. Grazie a un re-ingrandito Ray dalle doti investigative degne di Sherlock – sempre una boccata d’aria fresca in un panorama recitativo dalle tinte cupe –, il Team Arrow scopre che l’H.I.V.E. si serve di un composto sintetico, sotto forma di tante pilloline gialle, per creare il suo esercito di mercenari geneticamente modificati e totalmente obbedienti. Chi l’ha fabbricato davvero?
Il confronto finale tra i fratelli Diggle non ci spiega, tuttavia, se Andy ha davvero agito fin’ora sotto il controllo di Darhk, visto e considerato che alla richiesta di chiarimenti di John non nega, anzi conferma tutto ciò che è scritto nel suo fascicolo. Staremo a vedere.

4x07 Brotherhood Arrow Recensione

Che l’Alveare fosse una versione più “tecnologica” e meno mistica della Lega degli Assassini è materia nota, nei fumetti, e Damien Darhk è effettivamente il leader del Second H.I.V.E. Ma la DC Comics ha sempre avuto la magia, dalla sua parte: Thea ne è testimone in uno scontro diretto con Darhk, che provando a fare il suo solito trucchetto “ti-succhio-la-vita” rimane scottato e il potere gli si ritorce contro. Non è ben chiaro ancora adesso come funzioni il Pozzo di Lazzaro e se non sia altro che una maledizione; cio che è chiaro è che Thea ha trovato un altro modo per smettere di voler uccidere qualunque persona si muova, malgrado le premure paterne di Malcom – pronto a fornirle carne da macello per sfogare la sua sete di sangue.

4x07 Brotherhood Arrow Recensione

Tolta la crociata sotterranea che il Team Arrow sta combattendo per Star City, Oliver Queen è in piena campagna elettorale. I flashback di questa settimana non rivelano nulla di nuovo, ma è il presente a mostrarci un lato di Oliver che molto spesso tendiamo a dimenticare.
La Freccia è un eroe oscuro, non ha nulla della leggerezza e della positività di Flash; è qualcuno che giocava al tiro al bersaglio con i criminali, senza farsi troppi problemi a toglierne di mezzo alcuni. In una sentita confessione a Diggle, Oliver Queen mette a nudo la sua viscerale voglia di continuare a sperare, di aggrapparsi all’idea – forse ingenua, forse irrealizzabile – che si possa davvero tornare indietro ed essere perdonati, nonostante tutta l’oscurità che ha corrotto il proprio animo.

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Oliver si è sporcato le mani tante, troppe volte per accettare serenamente una condanna, seppur giusta, come quella di John, suo fratello putativo. Ha bisogno che lui provi a perdonare il suo vero fratello, per ottenere a sua volta la pace necessaria a dormire la notte.
È sullo spirito di questa voglia di limpidezza che sfida apertamente Darhk, ignorando il suo amichevole consiglio a non occuparsi di certe zone della città. Con il sorriso sulle labbra, gli ha dichiarato guerra; ed è stato per la prima volta Oliver, non Green Arrow, ad alzare la testa contro il male che soffoca Star City.

Tre porca miseria e mezzo, per il tentativo di sganciarsi dallo spin-off e ritrovare la propria identità. E perché Diggle mi ha fatto commuovere, lo ammetto.

3.5

 

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